Emergency, cambio al vertice: Rossella Miccio nuovo presidente
Silurata Cecilia Strada, entra Rossella Miccio. Sullo sfondo il dissidio padre-figlia sui finanziamenti. E su twitter c’è l’hashtag #iostoconcecilia
“Adesso c’è una riunione in corso. Presto saprete”. Gino Strada ha risposto così alla domanda sul cambio al vertice di Emergency. Sua figlia Cecilia, è stata sfiduciata dal direttivo della Ong e sostituita da Rossella Miccio, coordinatrice dei programmi umanitari dal 2007. Una decisione che sta generando una serie di dubbi e polemiche tra i volontari della più nota delle organizzazioni umanitarie. Una decisione che, rimbalzata sul web, ha messo in subbuglio tutto il mondo delle Ong.
Figlia di Gino Strada, Cecilia è stata presidente di Emergency dal 2009 con il compito di seguire le attività dei vari ospedali dell’organizzazione e di curarne i rapporti a livello locale. Ultimamente non sono mancati i dissidi tra lei e il board di Emergency e dopo la sostituzione molti volontari, soci e operatori della Ong cercano di capire il perché della scelta. All’origine della decisione, pare esserci il dissidio sulla interpretazione della “mission” di Emergency.
Da una parte c’è la visione di Cecilia: idealista (cultura di pace, denuncia degli orrori delle guerre, distanza da qualsiasi governo e istituzione), fedele allo spirito originario dell’associazione, ne rivendica la neutralità e l’indipendenza dal potere e dai governi. E dall’altra il direttivo dell’associazione – fedelissimi di Gino Strada – quest ultimo più aperto a collaborare e accettare fondi da imprese e corporate (aziende come Eni e Impregilo, interessate a usare il logo dell’organizzazione per migliorare la propria reputazione). A queste accuse Gino strada ha prontamente risposto: “Non diciamo sciocchezze. Noi curiamo le vittime di guerra: otto milioni di persone, dagli inizi. Questa è la mission. Poi, certo, abbiamo discusso quando sono arrivate proposte di finanziamenti da parte di privati e aziende. Abbiamo sempre fatto politica molto attenta di controllo sui finanziatori, decidendo in base al nostro codice etico. Una cosa doverosa anche a garanzia dei nostri milioni di singoli sostenitori. I nostri bilanci sono trasparenti, le nostre sedi aperte. Non abbiamo niente da nascondere”. E ancora: “Da quelle imprese non abbiamo mai ricevuto un centesimo. È un crimine discutere se ricevere finanziamenti da grandi imprese che ci propongono fondi? Io non credo. Fa parte del normale e necessario dibattito interno a organizzazioni grandi come la nostra”.
Sul finanziamento della più importante organizzazione umanitaria italiana, Gino Strada è stato chiaro: “Tantissime famiglie italiane che ci donano il 5 per mille, che rappresenta il 25 per cento del bilancio. Soldi che spendiamo per curare, non per la pubblicità”.
E alla domanda se Emergency accetti soldi da governi di Paesi come l’Afghanistan, Gianni Strada ha risposto:
“Alcuni Paesi che ospitano i nostri ospedali contribuiscono, da anni. Noi pratichiamo il soccorso alle vittime di guerra e della povertà. Questo consente di far passare un messaggio di pace, solidarietà e rispetto dei diritti umani. Allora, chiedo: è male convincere un governo, che magari prima spendeva in armamenti, a dare un po’ di danaro perché sia garantito il diritto ad essere curato bene e gratuitamente? Noi siamo contro la guerra. Curiamo i feriti, non ci interessa la politica. Quella, la lasciamo ai politici”.
Neppure il comunicato stampa a doppia firma di Cecilia Strada e della neo insediata Rossella Miccio, hanno placato le polemiche: “In seguito alle speculazioni che abbiamo letto sulla stampa, ci teniamo a sottolineare che la decisione dell’avvicendamento alla carica di Presidente del Consiglio Direttivo di Emergency è stata maturata nell’ambito di una normale dinamica di confronto interno, teso a cercare sempre l’assetto più adatto alla crescita dell’organizzazione, come avviene ogni giorno in ogni realtà associativa”.
Nel frattempo, Affaritaliani.it Milano ha analizzato il bilancio 2016 di Ermergency, dal quale risulta che nel 2015 Emergency chiudeva con un utile di quasi otto milioni di euro (per la precisione: 7.987.616 euro). Invece il 2016 si è concluso con un utile di 1.732.565 con un meno 12 per cento di donazioni e contributi. Che sia questa una delle cause del cambio al vertice?
(di Alessandra Esposito)