Ottobre mese della sicurezza informatica
L’azienda americana McAfee ha recentemente pubblicato la sua ricerca annuale sulle celebrità più “pericolose” del Web. Lasciati alle spalle gli attacchi ransomware di quest’estate e l’affaire Ccleaner, tra pochi giorni inizia il mese della sicurezza informatica, un tema su cui c’è ancora molto da lavorare
La musica è pericolosa! A dirlo non è certo un hamish, ma un serissimo studio dell’azienda americana McAfee, che rivela quali celebrità sono le più “pericolose” da ricercare in rete. Mi spiego meglio. Ogni anno la company fondata dal britannico John Mcafee pubblica una speciale classifica che svela quali sono le personalità del mondo dello showbiz che, se ricercate in rete, possono farci incorrere in virus, malware e in ogni sorta di male per i nostri PC e i nostri dispositivi mobili.
Dalla graduatoria di quest’anno, appare chiaro che la musica è un ambiente alquanto pericoloso per i nostri device tecnologici. Per la prima volta, la top ten dei personaggi più “untori” del web è composta da soli cantanti e musicisti. Al primo posto si posiziona la cantante canadese Avril Lavigne la quale, nonostante la figura esile e i lineamenti delicati, sembra essere più mortale di un’arma di distruzione di massa. Sul podio assieme alla star canadese si posizionano Bruno Mars e Carly Rae Jepsen. Il motivo di tanta concentrazione di pericolosità fra i big delle sette note è che, al giorno d’oggi, sono molti coloro che cercano musica e video in modo gratuito. Per questo è facile per i criminali informatici sfruttare i nomi delle star più ricercate, rendendoli portatori inconsapevoli di virus informatici. Digitando alcuni dei nomi in classifica su un qualsiasi motore di ricerca, abbiamo il 22% di possibilità di incorrere in un sito dannoso.
Certo questi sono soltanto alcuni dei potenziali rischi che corriamo restando connessi. È di pochi mesi fa uno dei più grandi attacchi ransomware di tutti i tempi. Nell’arco di un paio di settimane, milioni di computer sono stati aggrediti da due potenti virus, conosciuti rispettivamente con i nomi di Petya e Nyetya, che hanno permesso hai loro sviluppatori di estorcere denaro alle malcapitate vittime in cambio del ripristino delle normali funzioni del PC e dei dati salvati. Gli attacchi ransomware sembrano oggi l’ultima frontiera dell’aggressione informatica, spesso favoriti dall’inerzia di molti utenti singoli e delle aziende nel prendere misure serie e concrete per tutelare le informazioni sensibili. Spesso gli hacker sfruttano la mancata capacità di risposta di coloro che navigano in rete senza aver preso le dovute precauzioni o che, per pigrizia, mancanza di tempo o volontà, non hanno messo in atto i suggerimenti che vengono dalle aziende produttrici di strumenti per la sicurezza informatica.
E poi c’è stato l’ultimo grande caso di contagio su larga scala. Il popolare software Ccleaner, un tool che ripulisce il computer da ciò che è inutile e che lo rallenta, è stato violato da un malware in grado di rubare dati personali e credenziali, utilizzabili per l’online banking o altre attività simili. A scoprire la violazione è stato il centro di ricerca Talos appartenente al gruppo Cisco, che ha rinvenuto il malware nella versione 5.33 del software. Nonostante si sia trattato di un attacco mirato (il malware si attiva solo quando il programma viene scaricato su device specifici), potenzialmente l’aggressione poteva avere risvolti catastrofici. Ccleaner conta oltre due miliardi di download con un tasso di crescita settimanale pari a 5 milioni di nuovi utenti. Avast, la società che distribuisce l’applicazione, ha stimato in 2,3 milioni i computer coinvolti nel download incriminato e ha invitato gli utenti ad aggiornare il software e a ripristinare un backup precedente al 15 agosto, giorno di inizio del contagio.
Dunque la sicurezza è una questione di primaria importanza anche quando parliamo di reti e strumenti informatici. E ciò vale a tutti i livelli: governativo, industriale e domestico. Ormai la maggior parte dei dati viaggiano online e sono stoccati su supporti di tipo digitale. Per questo motivo, bisogna sempre mantenere alta la guardia verso quelli che sono i rischi che si possono correre, prendendo una serie di contromisure che possono ridurre i pericoli per la nostra privacy, i nostri dati e il nostro portafogli. Ottobre è il mese mondiale della sicurezza informatica, dunque il periodo perfetto per rivedere gli strumenti a difesa dei nostri device digitali. Fare un backup, aggiornare l’antivirus e lanciare una scansione sul proprio PC possono essere cose noiose, ma possono anche evitare di perdere ore di lavoro, migliaia di foto delle vacanza o i dati di accesso ai nostri conti online. Forse vista in questo modo, la prossima volta che il computer ci chiederà di fare l’update dell’antivirus non lo rimanderemo a data da destinarsi.
(di Christopher Rovetti)