Amarcord: quando il Fiorenzuola arrivò ad 11 metri dalla serie B
Miracoli di provincia. Passione, sudore, incoscienza, programmazione, un pizzico di fortuna: così si costruiscono quei sogni che spesso diventano realtà, minuscoli paesi che vivono fianco a fianco con realtà di blasone e caratura nettamente superiori. A Fiorenzuola d’Arda, comune dell’agglomerato piacentino, hanno sognato per un anno intero il salto in serie B, grazie ad una proprietà sana, ad un allenatore preparato e ad una squadra dalle indubbie qualità; un sogno accarezzato e toccato, spazzato via proprio quando era a portata di mano.
Ci ha messo tanto il Fiorenzuola a tornare in serie C dopo la fugace apparizione degli anni quaranta: solo al termine della stagione 1989-90, i rossoneri guadagnano la promozione in C2 vincendo il proprio girone e tenendo dietro le rivali. Due o tre anni di assestamento e poi il grande salto in C1, traguardo che già appariva come miracoloso per un piccolo paese ai piedi di Piacenza, emiliano per la geografia, ma molto più vicino a Milano per usi, costumi e dialetto. Il Fiorenzuola gioca nel piccolo stadio Pavesi, un velodromo prestato al calcio, che inizia a riempirsi sempre più per le gesta della squadra cittadina che gioca bene e riscuote pure ottimi risultati; nella stagione 1993-94, i piacentini giungono settimi in campionato, una palestra per la grande avventura che a Fiorenzuola d’Arda si preparano a vivere per la stagione successiva quando la società inizia a programmare qualcosa in più della semplice e nuda salvezza senza patemi.
Nell’estate del 1994 in Emilia sbarca il tecnico Giancarlo D’Astoli, voluto dal presidente Villa che ne intravede le caratteristiche giuste per guidare una squadra di grande talento: i rossoneri, infatti, possono contare su un organico di indubbia qualità, col regista Andrea Bottazzi, l’ala Nitti e il centravanti Clementi, elementi di categoria, pronti al grande salto, lo stesso atteso da tutta Fiorenzuola d’Arda ma non sbandierato perchè nel girone A della C1 1994-95 ci sono colossi che fanno rabbrividire solo a nominarli; c’è il Bologna che ha mancato la promozione in B l’anno precedente ed ha allestito uno squadrone competitivo pure fra i cadetti, c’è il Ravenna e c’è la Spal, poi ci sono le outsider, le possibili mine vaganti del torneo, Monza, Pistoiese ed appunto Fiorenzuola. Il 28 agosto parte il campionato e l’avvio è tutto una sorpresa perchè il favoritissimo Bologna pareggia in casa col Palazzolo, mentre il Fiorenzuola impatta 1-1 ad Ospitaletto, ma soprattutto nelle primissime giornate non dà alcuna sensazione di sicurezza pareggiando pure alla seconda giornata contro il Prato e perdendo alla terza a Ravenna; il primo successo arriva al quarto turno, 4-1 sulla Carrarese, pian piano D’Astoli riesce a plasmare la squadra, rendendola una delle più divertenti del girone, compatta in difesa ed arrembante in attacco dove Clementi segna a raffica.
Il girone d’andata termina con due certezze: la prima è che il Bologna vincerà il campionato a mani basse, la seconda è che il Fiorenzuola darà a tutti del filo da torcere in chiave playoff, gli spareggi promozione indtrodotti proprio da quella stagione. Nella seconda parte del torneo, i rossoneri piacentini perderanno solamente 3 partite, togliendosi pure la soddisfazione di fermare il Bologna sull’1-1 e di vincere 2-0 a Ferrara contro la Spal; alla fine del campionato regolare, il Fiorenzuola si classifica terzo con 58 punti, uno in meno della Pistoiese seconda, uno in più di Monza e Ravenna, quarta e quinta ed entrambe qualificate ai playoff. L’irraggiungibile Bologna, capace di collezionare ben 81 punti, ha fatto un campionato a sè, ma negli spareggi per la promozione potrà accadere di tutto perchè le quattro compagini che si giocheranno la serie B sembrano equivalersi, anche se Ravenna e Fiorenzuola sembrano le favorite, i romagnoli perchè squadra esperta e dichiaratamente ambiziosa, gli emiliani perchè hanno trovato un’annata pressochè perfetta, giocano a memoria, hanno il miglior centrocampo del girone ed un attaccante come Clementi che è in totale stato di grazia.
Gli spareggi iniziano l’11 giugno 1995 e nelle gare di andata si segna una sola rete, quella che permette al Monza di battere il Fiorenzuola allo stadio Brianteo, mentre Ravenna-Pistoiese termina 0-0. Passa una settimana e la Pistoiese supera il Ravenna 1-0 garantendosi l’accesso in finale dove la raggiunge il Fiorenzuola che pareggia il gol dell’andata ed elimina il Monza grazie alla miglior posizione in classifica nel campionato regolare. Fiorenzuola-Pistoiese è dunque la finale per la serie B, forse non la più attesa, di certo la più meritata perchè allo spettacolo dei piacentini si contrappone la solidità dei toscani, nella gara fra le due squadre che si sono dimostrate più continue nell’arco dell’intera stagione. La Pistoiese nella sua storia ha già giocato svariate volte in serie B ed ha anche assaggiato per un anno la serie A, mentre per il Fiorenzuola si tratta del punto più alto della sua storia e raggiungere il torneo cadetto sarebbe un’impresa forse neanche sognata fino a un paio di stagioni prima, ma che ora può veramente concretizzarsi e le possibilità sembrano pure tante perchè i rossoneri partono favoriti rispetto agli arancioni toscani che sono sì solidi ma hanno meno talento dei rivali.
E’ il pomeriggio del 25 giugno 1995 quando Pistoiese e Fiorenzuola scendono in campo allo stadio Dall’Ara di Bologna per giocarsi la serie B. Il giorno prima a Pescara si è giocata la finale del girone B ed il più blasonato Avellino ha battuto ai calci di rigore la sorpresa Gualdo, un brutto presentimento per i tifosi del Fiorenzuola che gremiscono un quarto dello stadio bolognese, colorato molto di arancione; del resto Pistoia è un capoluogo di provincia, conta quasi 100 mila abitanti contro gli appena 15 mila di Fiorenzuola d’Arda che si sono risvegliati quella mattina con la speranza di scrivere la pagina più importante della storia calcistica cittadina, di giocare l’anno successivo in stadi prestigiosi come il Ferraris di Genova, la Favorita di Palermo o il Bentegodi di Verona. La gara parte un po’ in sordina, anche se il Fiorenzuola sembra mantenere il predominio della sfida, tenendo palla e provando ad innescare il bomber Clementi che ha già realizzato 22 reti; man mano che la sfida va avanti aumentano paura e stanchezza, ma i rossoneri di D’Astoli hanno una marcia in più, restano pure in superiorità numerica per l’espulsione del difensore Gutili e colpiscono due legni clamorosi, un pessimo segnale ma anche la dimostrazione di un predominio pressochè totale. Quando scocca il 90′ ed iniziano i supplementari, il sole ha lasciato lo stadio Dall’Ara, si avvicina la sera e soprattutto i calci di rigore, la soluzione più crudele per decretare la promozione in serie B, la soluzione che il Fiorenzuola teme, perchè ha paura della beffa, di una partita che rischia di essere stregata; ma dopo 120 minuti di gioco sono proprio i rigori la soluzione finale: la serie B verrà decisa dagli undici metri e la tensione in campo è altissima, la Pistoiese si gioca il ritorno nel calcio che conta dopo anni infernali, il Fiorenzuola si gioca l’occasione forse irripetibile di entrare nell’olimpo calcistico italiano.
Lo stadio di Bologna è gelato nonostante i 30 gradi di un tardo pomeriggio estivo: le due tifoserie sono stremate come i giocatori, la serie B è lì a un tiro di schioppo e perderla vanificherebbe il lavoro di un’intera stagione. Ci sono undici metri fra le due squadre e la promozione e ci sono i due portieri a cui le formazioni si affidano: da una parte c’è Angelo Pagotto, portiere della Pistoiese e ad un passo dal grande salto in serie A e già titolare della nazionale under 21, miracoloso su Clementi nei tempi supplementari della finale, dall’altra c’è Rubini, bravissimo estremo difensore del Fiorenzuola. Il primo rigore lo tira la Pistoiese con Zanini che batte di destro e spiazza il portiere; per il Fiorenzuola calcia il cannoniere Clementi: saltello alla Van Basten, destro angolato alla sinistra di Pagotto che si stende e respinge il tiro. Il pubblico toscano impazzisce, la Pistoiese è in vantaggio e va dal dischetto per la seconda volta con il difensore Mignani che calcia male, Rubini indovina l’angolo alla propria destra e para; ora se il Fiorenzuola segna pareggia i conti: al tiro va un altro difensore, Trapella, che calcia forte, Pagotto intuisce ma non basta a fermare la conclusione dell’1-1. Terza serie: segnano sia Lorenzo che Nitti, così come per la quarta quando vanno in gol Nardi e Serioli. Manca solo un turno di rigori prima di finire ad oltranza e lo stadio Dall’Ara vive un silenzio irreale, anche i due allenatori, Clagluna e D’Astoli, sono in piedi, passeggiano nervosamente e vivono con estrema passione la fase bollente della gara. L’ultimo rigore della Pistoiese lo calcia Russo che spiazza Rubini; i toscani hanno fatto il possibile, 4 rigori segnati su 5 e la responsabilità tutta passata al Fiorenzuola che non può ora fallire l’ultimo tiro dal dischetto per restare in gioco; a calciare si presenta Bottazzi, il più talentuoso dei suoi, il migliore in campo della partita, il cervello dei rossoneri. Il centrocampista piacentino batte di sinistro e sceglie una soluzione rischiosa calciando forte e alto, mirando all’incrocio dei pali: lo stadio è ammutolito e l’impatto della palla sulla traversa rimbomba in tutto l’impianto, prima dell’esplosione di gioia dei tifosi della Pistoiese che sfogano la tensione nell’urlo più atteso. I toscani sono in serie B, il Fiorenzuola sprofonda nella disperazione di una sconfitta che brucia e che risulta pure immeritata per quanto visto in campo, anche se gli arancioni del gentiluomo Clagluna non hanno rubato niente.
La delusione è enorme in casa emiliana: negli spogliatoi Clementi non si dà pace per l’occasione fallita ai supplementari e per il rigore sbagliato, per lui e per tutta Fiorenzuola l’ombra di Pagotto entrerà nei loro rispettivi incubi ogni notte. D’Astoli reagisce da gran signore, fa i complimenti alla Pistoiese ma non nasconde l’amarezza per una partita giocata all’attacco e persa solamente ai calci di rigore; ma soprattutto a Fiorenzuola d’Arda la sensazione è che nonostante un’ottima squadra ed un allenatore serio e con idee chiare, i rossoneri abbiano perso molto più di una finale, ma l’opportunità della vita, perchè per società piccole come il Fiorenzuola i treni non sempre passano una seconda volta. Ed infatti la squadra piacentina, dopo un deludente settimo posto nel campionato successivo, retrocedono in C2 a maggio del 1997 a due anni da quella serie B accarezzata e sfumata per undici metri, qualche centimetro ed una traversa di troppo. Il ricordo di quella finale di Bologna è struggente, soprattutto perchè da allora il Fiorenzuola non ha più calcato certi palcoscenici, sognando ancora quella B tanto vicina e mai afferrata. Non tutte le favole, evidentemente, sono a lieto fine.
di Marco Milan