Nomination agli Oscar: l’Italia sogna con Guadagnino

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Rese note le candidature agli Oscar 2018. La forma dell’acqua di Guillermo del Toro ha ottenuto 13 nomination, seguito da Dunkirk e Tre manifesti a Ebbing, Missouri L’Italia sogna con Chiamami col tuo nome di Luca Guadagnino.

La paura fa 90, ma di certo non è questo il caso. In attesa del 4 marzo, giorno si terrà la 90ª edizione degli Oscar, condotta da Jimmy Kimmel, l’Academy ha reso note le candidature per le categorie premiate nella notte più attesa da registi, attori e cinefili di ogni tipo. Quest’anno, il grande favorito sembra essere La forma dell’acqua, di Guillermo del Toro, film già premiato con il Leone d’oro a Venezia. La favola di Del Toro ha conquistato ben 13 nomination al pari di film che hanno fatto la storia del cinema come Via col vento, Mary Poppins e Il Signore degli anelli – Il ritorno del re. La pellicola del regista messicano è stata nominata fra gli altri come miglior film, migliore attrice protagonista per la straordinaria Sally Hawkins, miglior attore non protagonista per Richard Jenkins, miglior attrice non protagonista per Octavia Spencer, già premiata nel 2012, miglior sceneggiatura originale e miglior regista.

Molto staccati nel conto di nomination, sono Dunkirk di Christopher Nolan e Tre manifesti a Ebbing, Missouri di Martin McDonagh, rispettivamente candidati a otto e sette statuette, fra cui quella come miglior film. Il lavoro di Nolan, oltre al premio per la miglior regia, sembra essere l’asso pigliatutto per le categorie più tecniche, come miglior sonoro, miglior montaggio e miglior fotografia. Al contrario Tre manifesti a Ebbing, Missouri, che racconta la lotta di una madre per ottenere giustizia per la figlia brutalmente uccisa, è riuscito a conquistare il pubblico e l’Academy grazie alle straordinarie interpretazioni di un cast di primo piano. Oltre alla meravigliosa Frances McDormand, candidata all’oscar come miglior attrice protagonista, Sam Rockwell e Woody Harrelson sono in lizza per conquistare il premio come miglior attore non protagonista. Il 2018 potrebbe essere anche l’anno di Gary Oldman, la cui interpretazione di Winston Churchill ne L’ora più buia è certamente in pole position per la vittoria come miglior attore.

Ci sono state poi alcune sorprese. Delusione per The Post, il film di Steven Spielberg che ha ricevuto solo due nomination. Oltre a quella per miglior film, immancabile è arrivata la candidatura per l’eterna, straordinaria e camaleontica Meryl Streep, che ha conquistato la sua ventunesima nomination, alzando ulteriormente il livello dell’asticella per tutte le altre attrici. Ormai la candidatura agli oscar di Meryl sembra essere scontata come il Natale. E chissà che quel diavolo di una Streep non riesca a sorprendere tutti vincendo la quarta statuetta e raggiungendo il primato detenuto in solitaria da Katharine Hepburn. Altra sorpresa è la candidatura alla miglior regia di Greta Gerwig per il suo commovente Lady Bird. La nomination della Gerwig arriva otto anni dopo quella di Kathryn Bigelow per The Hurt Locker, che riuscì nell’impresa di conquistare la vittoria. Per la prima volta, una donna è stata nominata per la miglior fotografia. Si tratta di Rachel Morrison, che ha ottenuto la nomination per il suo lavoro in Mudbound di Dee Rees, esclusa dalla corsa per miglior regista.

L’Italia quest’anno ha tutto il diritto di sognare e può farlo in grande, grazie alla candidatura a miglior film di Chiamami col tuo nome di Luca Guadagnino. La pellicola del regista italiano arriva agli oscar forte di un notevole consenso internazionale, di una sceneggiatura scritta da un grande come James Ivory e dall’interpretazione particolarmente convincente di Timothée Chalamet, candidato all’oscar come miglior attore. Dunque c’è di che sperare, ma soprattutto c’è di che andar fieri per il successo che Guadagnino sta conquistando in giro per il mondo.

Da ultimo, dopo quanto visto ai Golden Globe, c’è da chiedersi cosa accadrà nella notte più scintillante dell’anno. La protesta di attrici e attori contro i numerosi casi di molestie sessuali scoppiate a Hollywood, che ha visto le star “tingere” di nero il red carpet del Beverly Hilton Hotel potrebbe essere riproposta, in modo diverso, proprio la notte degli Oscar. Probabilmente non ci sarà un altro discorso in stile corsa alla presidenza come quello di Oprah Winfrey, ma di certo qualcuno dal palco lo ricorderà, dando un appoggio più o meno plateale a quella che molti vorrebbero come prossima candidata democratica alla Casa Bianca, Michelle Obama permettendo. Dunque, per scoprire cosa accadrà non ci resta che attendere che si alzi il sipario sulla 90ª edizione degli Oscar e che sul palco venga pronunciata la fatidica formula “And the winner is…”

(di Christopher Rovetti)

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