Amarcord: il volo dell’Empoli verso l’Europa
E’ iniziato tutto per gioco, forse senza neanche crederci poi più di tanto. E’ finito tutto in trionfo, in un tripudio di bandiere, cori e quell’incredulità figlia della consapevolezza di essere entrati nella leggenda e in un mito forse irripetibile. Nasce e vive così la favola dell’Empoli in Europa.
Alla vigilia del campionato di serie A 2006-2007 c’è ovviamente curiosità per un torneo fuori dal comune: la Juventus, investita dallo scandalo di Calciopoli, è finita in serie B dove trova il Napoli in risalita dopo il fallimento, Fiorentina, Lazio e Milan partono con massicce penalizzazioni e l’impressione è che, in attesa che le grandi risorgano, almeno inizialmente possa esserci spazio per qualche sorpresa, per qualche piccola realtà che provi a sognare, magari per qualche mese soltanto. Sarà il caso del Palermo, capolista d’autunno prima di essere sovrastato da Inter e Roma che finiranno la stagione al primo e al secondo posto, ma è forse soprattutto il caso dell’Empoli, giunto al secondo anno consecutivo in serie A dopo la brillante salvezza dell’anno precedente, ottenuta con in panchina Luigi Cagni, subentrato dopo pochi mesi a Mario Somma che aveva riportato i toscani in A dalla serie B. Cagni viene confermato anche per il 2006-2007, conosce ormai bene la squadra che ha però perso l’attaccante Francesco Tavano, autore di 19 reti l’anno prima e ceduto al Valencia per 10 milioni di euro; al posto di Tavano arriva Luca Saudati, in comproprietà dall’Atalanta e reduce da qualche stagione sfortunata dovuta ad infortuni in serie, ma che proprio ad Empoli aveva fatto registrare la sua annata migliore in serie B nella stagione 1999-2000 quando aveva messo a segno ben 18 gol.
Intorno all’Empoli di Cagni c’è un leggero scetticismo, più che altro perchè in molti ritengono che il gioco spumeggiante ammirato in serie B e nel primo anno di A difficilmente possa essere ripetuto, oltre al fatto che senza Tavano chissà come gli azzurri potranno replicare l’enorme quantitativo di marcature fatte registrare nelle due precedenti annate. L’Empoli ha però dalla sua parte il vantaggio di essere un gruppo umile, guidato da un tecnico umile e seguito da un pubblico altrettanto umile, anche se parlando di umiltà non si vuol intendere la consapevolezza di essere mediocri, bensì la volontà di mantenere i piedi sempre ben saldi a terra e non far mai il passo più lungo della gamba. Dimostrazione di ciò è l’avvio di campionato in cui i toscani restano imbattuti per le prime 4 giornate, partendo dal successo all’esordio per 2-1 in casa della Sampdoria, proseguendo coi pareggi con Chievo ed Atalanta, per finire col 2-0 casalingo inflitto al Palermo, prima delle sconfitte contro Roma e Fiorentina che, onestamente, Cagni poteva tranquillamente aver messo in preventivo già all’uscita dei calendari. E’ squadra tosta l’Empoli, ben messa in campo e con carattere, non molla mai, come del resto dimostrano i pareggi in rimonta contro Messina, Udinese e soprattutto Lazio quando il talentuoso fantasista Vannucchi riprende i biancocelesti capitolini a ridosso del 90′. I toscani bloccano sul pari in casa anche il Milan che a maggio diventerà campione d’Europa per la settima volta, mentre nulla possono contro l’Inter che si appresta a rivincere lo scudetto dopo 17 anni di attesa, nonostante una prestazione gagliarda degli uomini di Cagni.
L’allenatore empolese non è affatto preoccupato, non teme cali da parte dei suoi calciatori, sa che lo spogliatoio è unito e privo di supponenza. L’Empoli chiude il girone d’andata ed apre quello di ritorno allo stesso modo, ovvero vincendo per 2-0 in casa, dapprima contro il Parma e una settimana dopo contro la Sampdoria, restando imbattuto per 6 partite e col picco toccato dopo l’1-0 sulla Roma del 17 febbraio 2007. La squadra di Cagni è preparata in difesa, solida a centrocampo e pungente in attacco, dato che Saudati non sta facendo rimpiangere Tavano, anzi, segna con regolarità e già nella prima parte del girone di ritorno ha messo a segno 6 reti, puntando con decisione alla doppia cifra. Il successo di Udine del 4 marzo proietta gli azzurri definitivamente in zona Uefa, nonostante a quel traguardo non creda quasi nessuno e nonostante lo stesso Cagni cerchi in tutti i modi di ribadire che l’unico obiettivo della sua squadra è la salvezza. Sarà, ma intanto l’Empoli continua a fare punti e a stazionare nella parte alta della classifica: “Prima o poi calerà”, dice qualcuno, “E’ una società troppo piccola, non può permettersi la qualificazione in Coppa Uefa e mollerà”, sostiene qualcun altro; la realtà è che l’Empoli non ha alcuna intenzione di cedere, sa che ha un’occasione più unica che rara, sa che quello può essere l’anno di grazia di una società che fino a metà anni ottanta aveva vivacchiato fra serie C e poca serie B. La compagine toscana inizia a ragionare da grande, vince le partite alla sua portata in casa (3-1 al Messina, 4-1 all’Ascoli) e si accontenta di qualche pareggio quando fa comodo, come gli 0-0 a Cagliari e contro il Torino.
A quattro giornate dalla fine la squadra di Cagni è ad un passo dal miracolo, altro che salvezza, la qualificazione in Coppa Uefa, storica ed impronosticabile ad inizio stagione, è lì, gli azzurri ne sentono già il profumo, manca pochissimo per agguantarla. Il 6 maggio l’Empoli batte 2-1 in casa il Catania e capisce di avercela ormai fatta, gli basterà un punto se tutti i risultati si incastreranno a dovere; punto che non arriva la domenica successiva a Siena (sconfitta per 2-0), ma che giunge il 20 maggio al Castellani contro la Reggina. Lo stadio è vestito a festa, fa caldo e i bollori degli empolesi salgono ancor di più quando in 23 minuti appena Vannucchi, Moro e Saudati fissano il risultato sul 3-0 che garantisce abbondantemente l’insperato approdo dei toscani in Uefa; nella ripresa un vistoso calo degli azzurri consente alla Reggina la clamorosa rimonta, la partita terminerà 3-3 per un pareggio che ai calabresi serve per aggiungere un mattoncino alla sua faticosa salvezza e all’Empoli per acciuffare l’incredibile qualificazione alla Coppa Uefa, obiettivo mai dichiarato e soprattutto mai raggiunto dal piccolo club alle porte di Firenze. Settimo posto finale, 54 punti in campionato (record), un bomber ritrovato come Luca Saudati, autore di ben 14 reti che tanto hanno aiutato gli empolesi nella straordinaria rincorsa all’Europa.
L’Empoli è in Coppa Uefa, in città hanno smesso di credere alle favole perchè vogliono godersi la realtà, vogliono vedere la propria squadra in Europa e pazienza come andrà a finire. Per accedere ai gironi, però, la formazione di Cagni deve superare il turno preliminare che li vede opposti agli svizzeri dello Zurigo, una compagine non particolarmente dotata di tecnica e talento ma assai più esperta dei toscani in ambito continentale. L’andata si gioca allo stadio Castellani il 20 settembre 2007 nella serata forse più indimenticabile per il popolo empolese, al suo debutto europeo, un palcoscenico a cui era proibito anche solo pensare fino ad allora, una serata forse ancor più speciale dell’esordio in serie A nell’autunno del 1986. E l’Empoli gioca bene e convince: due difensori, Piccolo ed Antonini, portano anche gli azzurri sul 2-0 tra la fine del primo tempo e l’inizio del secondo; sembra fatta, anche perchè la squadra di Cagni nella ripresa sfiora più volte il 3-0, prima che l’inesperienza li punisca inesorabilmente: ad un quarto d’ora dal termine, infatti, l’attaccante francese Alphonse rimette in partita lo Zurigo, soprattutto in vista della gara di ritorno. E’ un 2-1 prestigioso ma che brucia, perchè l’Empoli sa che il vantaggio è ora minimo, che lo Zurigo in casa è molto forte e che il battesimo europeo potrebbe giocare altri brutti scherzi alla formazione italiana.
Entusiasmo e spregiudicatezza non portano molto lontano in Europa, o comunque non bastano, perchè a far la differenza in quei campi è spesso la freddezza e la lucidità, la capacità di saper colpire al momento giusto, tutte doti che rilascia l’esperienza, una qualità che l’Empoli non possiede. Il 4 ottobre nel bellissimo stadio Letzigrund di Zurigo i toscani provano a difendere il 2-1 dell’andata, ma ben presto si capisce che l’impresa sarà alquanto ardua; gli svizzeri aggrediscono immediatamente, assediano la porta empolese dando quasi subito la sensazione che il gol sia nell’aria. L’Empoli resiste 37 minuti e poi capitola: lo Zurigo segna con Kollar e il sogno toscano termina qui perchè a nulla servono le rassicurazioni di Cagni nello spogliatoio, dato che gli elvetici rientrano in campo determinati a chiudere i conti, riuscendoci con altri due gol fra il 77′ e l’81’ che piegano la già flebile resistenza azzurra. 3-0 ed Empoli a casa quasi subito, con qualche rammarico, la delusione di aver assaggiato soltanto la prima portata di un lauto pasto, ma anche con l’orgoglio di averci provato, di essersi arrampicati su una vetta assai più alta delle proprie possibilità, di aver scritto la pagina più prestigiosa nella storia del club. E’ finita presto, pazienza, sarebbe finita comunque prima o poi, in alcuni casi è vero che l’importante non è vincere ma partecipare.
A Zurigo finisce non solo l’avventura europea, ma anche la bella parentesi di Luigi Cagni sulla panchina dell’Empoli: i toscani faticano infatti a ritrovarsi in campionato, non vincono nessuna delle prime 5 partite perdendone 3 e realizzando una rete appena. Saudati non riesce a ripetersi, chiuderà il campionato con appena 4 gol all’attivo ed un saldo negativo di 10 marcature rispetto all’anno precedente, mentre Cagni verrà prima esonerato (sostituito da Alberto Malesani) e poi richiamato, ma nulla potrà fare neanche lui per evitare una retrocessione amara, consumata all’ultima giornata nonostante il 2-1 contro il Livorno. Ma la cavalcata verso l’Europa resterà sempre, così come la breve ma eccitante avventura in Coppa Uefa, durata poco ma che ha lasciato negli empolesi una dolce sensazione di piacere e leggerezza, come del resto soltanto i bei sogni sono in grado di fare.
di Marco Milan