Amarcord: il Trofeo Berlusconi, la classica dell’estate che nessuno voleva vincere
Diciamoci la verità: le amichevoli estive sono sempre state come i grissini al ristorante, ovvero adatti ad aprire lo stomaco in attesa che arrivino le pietanze vere. E così, tornei e partite a luglio ed agosto sono un palliativo per i tifosi che al massimo si esaltano per qualche nuovo acquisto o si incuriosiscono davanti alle nuove maglie della squadra del cuore. Il Trofeo Berlusconi, però, nelle estati del calcio italiano è stato forse qualcosa di più di una semplice amichevole, ed i suoi contorni ed aneddoti, alle volte anche beffardi, hanno acceso le discussioni calcistiche per oltre 20 anni.
Nel 1990, ad un anno dalla morte, Silvio Berlusconi decide di istituire un trofeo dedicato alla memoria di suo padre Luigi e che si dovrà disputare ogni anno intorno a Ferragosto nello stadio di San Siro in partita unica. Alla fine della gara, sarà proprio Berlusconi a consegnare la coppa nelle mani del capitano della squadra vittoriosa; l’idea è inizialmente raccolta freddamente da stampa e tifoseria, anche se il presidente del Milan ha già pianificato tutto: a giocare sarà ovviamente la compagine milanista e l’avversario sarà ogni anno diverso e la squadra sfidante dovrà aver vinto nella sua storia almeno una volta la Coppa dei Campioni o il suo corrispettivo sudamericano, la Copa Libertadores. Un intento che, come vedremo, naufragherà presto, anche se il seguito di pubblico crescerà vertiginosamente di anno in anno. Berlusconi è forse all’apice della sua presidenza, il suo Milan fa incetta di vittorie in Italia, in Europa e nel mondo, gioca un grande calcio ed annovera tra le sue fila i migliori calciatori del momento, esattamente come il suo patron aveva desiderato e stabilito nel 1986 quando si era insediato al timone del club milanese. Sembra che qualsiasi cosa faccia o predica poi si tramuti in oro per il suo Milan, capace in tre anni di conquistare uno scudetto e ben due Coppe Campioni di fila, impresa che rimarrà unica fino al tris del Real Madrid fra il 2016 e il 2018. Logico che anche l’iniziativa del trofeo dedicato a suo padre accresca man mano l’assenso della critica che si sta ormai abituando alle amichevoli di lusso dell’estate, capaci di fare anche audience televisivo, novità assoluta per gli spettatori italiani.
La prima edizione del Trofeo Luigi Berlusconi viene programmata per l’estate del 1991 quando al Milan è appena arrivato Fabio Capello come allenatore (altra scommessa vinta da Berlusconi fra lo scetticismo generale) al posto di Arrigo Sacchi. La partita si disputerà a San Siro contro la Juventus che ha riabbracciato in panchina Giovanni Trapattoni dopo il fallimentare esperimento con Luigi Maifredi e i bianconeri fuori dalle coppe europee dopo 28 anni di partecipazioni consecutive. Si gioca il 23 agosto 1991, a pochi giorni dalla prima giornata di campionato: la partita non è neanche brutta, il grande protagonista è il centravanti juventino Pierluigi Casiraghi, autore della doppietta che permette ai bianconeri di vincere 2-1 rendendo inutile il momentaneo pareggio di Paolo Maldini con un gran colpo di testa. Il campionato dirà poi altro: il Milan vincerà lo scudetto da imbattuto, la Juve giungerà seconda a debita distanza. Il Trofeo Berlusconi è stato comunque un successo: sugli spalti c’erano quasi 70.000 spettatori ed anche lo share di pubblico sulle reti Fininvest ha fatto registrare ottimi ascolti. Passa un anno e l’operazione si ripete, stavolta a sfidare il Milan c’è l’Inter il 22 agosto 1992; i rossoneri vincono 1-0 grazie ad una rete lampo del nuovo arrivo Jean-Pierre Papin dopo appena 4 minuti di gioco. Anche in questo caso Berlusconi è felice dei risultati, in più il Milan ha pure vinto e si avvia a conquistare un altro scudetto, precedendo proprio i cugini nerazzurri. Altro giro, altra corsa: 17 agosto 1993, a San Siro arriva il Real Madrid, di pubblico ce n’è poco, di gente a casa davanti alla televisione, invece, molta di più; alla fine vince il Milan, è una bellissima partita, condotta egregiamente dai rossoneri di Capello che si portano sul 3-0 in virtù dei gol di Simone, Papin e Boban, prima del ritorno dei madrileni, in rete con Mìchel e Zamorano per un 3-2 finale che regala anche attimi palpitanti.
Un anno esatto più tardi, il 17 agosto 1994, il Milan batte 1-0 il Bayern Monaco, rete di Ruud Gullit che in autunno farà le valigie dopo varie incomprensioni e dissidi con Capello, tornando alla Sampdoria dove aveva trascorso l’ultima stagione. Da qui in avanti il trofeo cambia faccia: le dirigenze di Milan e Juventus sono molto amiche, nonché all’avanguardia per tutto ciò che riguarda il marketing, gli introiti finanziari e i diritti televisivi; si decide allora, visto anche il decrescente afflusso di spettatori a San Siro, che il Trofeo Berlusconi diventerà un appuntamento fisso fra rossoneri e bianconeri, trasformando così la partita in un antipasto del campionato, una classica nella classica, con la speranza che i tifosi si appassionino e la reputino la partita più importante dell’estate. Pertanto, il 18 agosto 1995 Milan e Juventus si sfidano davanti a 63.000 spettatori nonostante il periodo e la diretta tv su Canale 5; i tifosi rossoneri ammirano il nuovo centravanti George Weah, acquistato dal Paris Saint Germain, mentre gli juventini, freschi di scudetto dopo 9 anni di attesa, si preparano alla vittoria in Coppa dei Campioni che giungerà nel maggio successivo in finale a Roma contro l’Ajax. La partita non fa registrare gol, 0-0 e subito calci di rigore: l’errore fatale è proprio di Weah che calcia malamente a lato l’unico penalty della sua carriera milanista regalando la vittoria alla Juve; il Milan si rifarà in campionato, conquistando lo scudetto giustappunto ai danni dei torinesi.
Proprio da qui il Trofeo Berlusconi assume i contorni di una cabala tanto bizzarra quanto continua: nel ’95 trofeo alla Juve e scudetto al Milan, un anno dopo a trionfare in estate sono i rossoneri (1-0, rete di Eranio il 21 agosto 1996) e a vincere il tricolore i bianconeri. Stessa sorte l’annata successiva: “Berlusconi” al Milan (3-1 in rimonta il 19 agosto 1997, rete eccezionale di Patrick Kluivert che a Milano avrà poca fortuna) e scudetto alla Juve. Sembra uno scherzo, un beffardo gioco con cui il destino si diverte ad essere preciso, ma qualcuno a Milano e a Torino inizia a crederci. Adriano Galliani, storico amministratore delegato milanista e noto scaramantico, ci scherza su, dice: “Almeno già sappiamo ad agosto chi vincerà lo scudetto”. In realtà, le cose continuano incredibilmente a seguire questo corso: il 25 agosto 1998 la Juventus vince il Trofeo Berlusconi battendo il Milan per 2-1 con doppietta del futuro rossonero Filippo Inzaghi a ribaltare l’iniziale vantaggio di Oliver Bierhoff, poi a fine campionato ecco puntuale la festa scudetto del Milan di Zaccheroni. Nel 1999, il 17 agosto, la Juve vince 1-0 (rete di Del Piero) e a fine stagione perde lo scudetto all’ultima giornata a beneficio della Lazio. Il 27 agosto 2000 la partita è divertentissima: gol del Milan con lo spagnolo José Mari dopo 2 minuti, pareggio di Trezeguet e rigore di Shevchenko sempre nel primo tempo, infine 2-2 di Inzaghi e gara protratta ai calci di rigore. Dopo una serie infinita di tiri dal dischetto, la Juve ha il match point con Ciro Ferrara: il difensore napoletano insacca dagli undici metri e i bianconeri si portano a casa il trofeo, anche se c’è poco da esultare, anzi, lo stesso Ferrara subito dopo il gol si mette le mani fra i capelli come se si stesse disperando. Ormai è chiaro, alle maledizioni non ci crede nessuno ma è meglio star loro alla larga e infatti nel campionato successivo la Juve perde lo scudetto a favore della Roma e un’altra volta la regola del Trofeo Berlusconi dimostra di aver colpito.
Occhio, malocchio, prezzemolo e finocchio, diceva Lino Banfi in un suo celebre film in cui la superstizione la faceva da padrone. Forse le dirigenze di Milan e Juventus non avranno organizzato rituali per sconfiggere la malasorte, ma di certo un lieve tremore dopo aver vinto il Trofeo Berlusconi inizia a farsi largo nelle menti dei due club, oltre al fatto che la cabala prende quasi il sopravvento sui giornali, anche a scapito della manifestazione sportiva. Il 18 agosto 2001 di fronte a 60.000 spettatori, Milan e Juventus pareggiano 1-1 (reti di Del Piero e Serginho) e si giocano ancora ai calci di rigore la vittoria maledetta: vincono ancora i bianconeri (4-3), ma stavolta il sortilegio cade perché la squadra di Marcello Lippi vincerà lo scudetto il 5 maggio 2002 mettendo fine alle dicerie da fattucchiera che ormai precedevano la classica dell’estate. Dopo dieci anni, del resto, il Trofeo Berlusconi è ormai l’appuntamento più atteso delle amichevoli estive, i propositi di Silvio Berlusconi e l’intento di Milan e Juventus di renderla una sfida accattivante seppur non ufficiale sembra essere riuscito: allo stadio la gente è tanta, esulta come nelle partite vere e gli ascolti televisivi sono alle stelle. Una volta iniziato il campionato, naturalmente, nessuno ne parla più, ma nel mese di agosto l’attenzione sulla sfida è piuttosto alta. Quella del 2002 è poi una gara che a posteriori si potrà definire profetica: il 18 agosto, Milan e Juventus chiudono i 90 minuti sullo 0-0, poi i rossoneri vincono ai calci di rigore; 9 mesi più tardi, il 28 maggio 2003, a Manchester le due squadre si ritrovano di fronte per la finale di Coppa dei Campioni, la prima fra due club italiani, che il Milan vincerà proprio dopo i tiri dal dischetto e proprio dopo che tempi regolamentari e supplementari si erano chiusi a reti inviolate.
Il 17 agosto 2003, dopo che le due squadre si sono incontrate anche nella Supercoppa Italiana negli Stati Uniti con vittoria sempre dopo i rigori della Juventus, la gara ha poca storia e la vincono i bianconeri per 2-0 grazie ai gol di Del Piero e Camoranesi intorno alla fine del primo tempo. A fine anno rideranno i milanisti, però, campioni d’Italia per la 17.ma volta, facendo anche tornare un po’ di chiacchiere sulla maledizione del vincitore. Il Trofeo intanto regge bene anche all’evoluzione del calcio che introduce tornei internazionali e preliminari delle coppe europee durante l’estate, senza però che ciò schiacci la classica italiana d’agosto. Il 28 agosto 2004 vince ancora la Juventus grazie all’uruguaiano Ruben Olivera, poi i bianconeri trionferanno anche in campionato e proprio davanti al Milan, scavalcato nelle battute finali del torneo, mentre il 14 agosto 2005 vince il Milan per 2-1 con reti di Kakà e Serginho a rimontare il vantaggio juventino di Vieira. Lo scandalo di Calciopoli e l’improvviso preliminare di Coppa Campioni che si trova a dover disputare il Milan nell’agosto del 2006 dopo la sbornia mondiale per la vittoria della Nazionale, il trofeo viene posticipato al 6 gennaio 2007 dove davanti a 39.000 tifosi infreddoliti i rossoneri battono la Juve che milita in serie B per 3-2 e il gol decisivo lo siglerà il giovane Willy Aubameyang, fratello del più celebre Pierre-Emerick. Il trofeo, tuttavia, sembra aver perso un po’ del suo smalto, forse della sua originalità, Milan-Juventus è certamente la classica del calcio italiano, ma alla fine la stessa sfida tutte le estati ha finito per annoiare, tanto che più di un tifoso chiede al presidente Berlusconi di cambiare avversario. Ma ci sono accordi scritti e nulla cambia, se non l’afflusso di pubblico che cala vertiginosamente sia nel 2007 (Milan-Juventus 2-0 con doppietta di Inzaghi, 25.000 sugli spalti) che nel 2008 quando davanti a poco meno di 40.000 persone il Milan strapazza i bianconeri per 4-1 grazie ai gol di Jankulovski, Inzaghi e alla doppietta di Ambrosini.
Le edizioni del 2009 e del 2010 sono le ultime che fanno registrare interesse anche nei media: il 17 agosto 2009 Pato risponde a Diego, poi il Milan vince ai rigori, mentre il 22 agosto 2010 dal dischetto vincono i bianconeri dopo lo 0-0 della partita. La sfida ha perso fascino, il calcio è cambiato, i tifosi anche, probabilmente sono imborghesiti ed annoiati dall’overdose di pallone propinato in televisione e il Trofeo Berlusconi torna ad essere nell’intimo della gente una semplice amichevole estiva, come le altre di prestigio che le due squadre giocano a partire dai primi giorni di luglio. Negli anni novanta c’erano le sgambate in ritiro contro avversari improponibili, poi sfide a squadre di serie C e B, e il Trofeo Berlusconi era una delle poche gare avvincenti dell’estate; nel calcio moderno, invece, si parte immediatamente con tournée in America o in Asia contro Real Madrid, Bayern Monaco, Manchester United e chi più ne ha più ne metta. Logico che un Milan-Juventus a fine agosto arrivi come il bis della torta ad un matrimonio: pesante e impossibile da mandar giù. Il 21 agosto 2011 il Milan vince 2-1 (reti di Boateng, Seedorf e Vucinic), il 19 agosto 2012 con la tifoseria milanista in piena contestazione per le cessioni di Ibrahimovic e Thiago Silva, nonché spiazzati dai ritiri di Nesta, Seedorf, Inzaghi, Zambrotta, Van Bommel e Gattuso, la Juve vince 3-2 quello che resta l’ultimo confronto tra le due squadre. L’accordo Milan-Juve, infatti, scade e nel 2013 addirittura il trofeo non viene organizzato. Il 5 novembre 2014, senza copertura televisiva, 5.000 spettatori assistono a Milan-San Lorenzo 2-0, partita decisa dai gol di Pazzini e Bonaventura, quando ormai l’evento si ritaglia appena qualche trafiletto sui giornali e un paio di articoli sui siti internet. Il 21 ottobre 2015, infine, l’Inter torna a giocare il Trofeo Berlusconi e lo vince per 1-0 grazie ad una rete del centrocampista della Repubblica Centrafricana Geoffrey Kondogbia che in estate era stato ad un passo dal Milan, beffato in extremis dai nerazzurri. E’ l’ultimo atto di una manifestazione che chiude i battenti definitivamente, anche perché nell’aprile del 2017 Silvio Berlusconi cede il Milan ad un gruppo imprenditoriale cinese e il trofeo non ha più senso di esistere.
Le statistiche dicono che in 24 edizioni il Milan ha vinto 13 volte, la Juventus 10 e l’Inter una. Il capocannoniere è stato Filippo Inzaghi con 7 reti, di cui 4 con la maglia del Milan e 3 con quella della Juve. Del Trofeo Luigi Berlusconi, però, al di là dei freddi numeri restano i ricordi, quelli che almeno fino all’inizio degli anni duemila hanno accompagnato i tifosi italiani sotto gli ombrelloni, a far credere loro che il vincitore della partita avrebbe poi perso lo scudetto. Per anni il Trofeo Berlusconi ha rappresentato lo spartiacque del calcio italiano fra le amichevoli e l’inizio della nuova stagione, facendo parlare di sé per un po’ e fino all’avvio del campionato, svanendo dolcemente col passare delle settimane e del ritorno alla routine, esattamente come tutti gli amori estivi.
di Marco Milan