Protezione civile: per metà Comuni pochi centesimi o nessuna risorsa a bilancio
Il sistema di protezione civile è complesso e coinvolge tutti i livelli istituzionali. Openpolis ha ricostruito, attraverso i bilanci comunali 2019, il ruolo degli enti locali nel finanziare il sistema locale di protezione civile.
Il servizio nazionale della protezione civile è il sistema che si occupa delle attività di tutela della popolazione da rischi e calamità naturali. Come stabilito dalla legge n. 225/1992 (e successive modifiche), il servizio di protezione civile comprende:
- la previsione dei rischi;
- la prevenzione dei rischi;
- la gestione delle emergenze;
- il superamento delle emergenze.
Operativamente i compiti di protezione civile sono affidati a diverse “strutture operative”, appunto, come i vigili del fuoco, la croce rossa, il sistema sanitario nazionale e il volontariato organizzato di protezione civile. A livello amministrativo, la funzione di protezione civile è esercitata a livelli diversi di competenza da Stato centrale ed enti territoriali (regioni, province, comuni). Il sistema è coordinato dal Dipartimento della protezione civile, una struttura del governo che fa capo alla Presidenza del consiglio dei ministri.
Il ruolo dei Comuni
L’amministrazione comunale è la più vicina al cittadino e quindi la prima a dover intervenire in caso di emergenza. In particolare, il sindaco – prima autorità di protezione civile – deve coordinare i soccorsi e l’assistenza alla popolazione, secondo i piani di emergenza prestabiliti. Nel caso in cui gli strumenti messi in campo dal comune non siano sufficienti per gestire la situazione, sussidiariamente sono chiamati a intervenire la provincia, la regione, lo stato.
La spesa dei comuni per il sistema di protezione civile
Una questione centrale riguarda le risorse finanziare che le amministrazioni locali destinano al servizio locale, attraverso il proprio bilancio. Nel caso dei comuni, la voce di spesa a bilancio per il “sistema di protezione civile” comprende le attività relative a:
- interventi sul territorio;
- programmazione degli interventi;
- monitoraggio e manutenzione del territorio;
- sostegno al volontariato organizzato.
Di seguito riportiamo la “classifica” delle grandi città che più spendono per il proprio sistema locale di protezione civile. In testa Messina, Venezia e Genova che sono città esposte in misura importante a rischio sismico e idrogeologico.
In generale, dal prospetto complessivo comprendente tutti i comuni italiani emergono alcuni dati preoccupanti che dimostrano come per i Comuni italiani la protezione civile sia considerata una voce residuale e non importante negli stanziamenti di bilancio. Sintetizziamo di seguito alcune evidenze:
- la spesa procapite per il sistema di protezione civile è maggiore nei comuni che hanno subito recentemente eventi calamitosi;
- nei bilanci consuntivi del 2019 oltre 3300 comuni su circa 8000 non mettono a bilancio alcuna risorsa per la protezione civile locale;
- solo 1000 comuni spedono più di 10 euro procapite per la protezione civile;
- circa 3700 comuni spendono meno di 3 euro procapite.