Amarcord: Fabio Vignaroli, un anno da bomber

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Una delle domande più frequenti poste a Zdenek Zeman nel corso della sua lunga carriera è stata quella di stilare la formazione ideale con i calciatori da lui allenati. Richiesta inutile perché il tecnico ceco si è sempre infastidito, affermando che non avrebbe saputo scegliere fra Signori e Paolo Mandelli o fra la difesa della Roma e quella del Licata. Chissà cosa risponderebbe se gli chiedessimo di Fabio Vignaroli, attaccante da pochi gol in carriera ma con un unico exploit proprio sotto la guida di Zeman.

Fabio Vignaroli, savonese classe 1976, è un attaccante esterno, rapido, abile a giocare soprattutto come seconda punta ma capace anche di fare il centravanti all’occorrenza. Vignaroli ha buone qualità tecniche e sa sacrificarsi moltissimo tatticamente, tanto che a volte viene perfino impiegato come centrocampista esterno, specie in squadre che adottano come modulo il 4-4-2. La sua carriera inizia a Como fra il 1994 ed il 1998 con 7 reti in 78 presenze, prosegue a Monza dove l’attaccante si trasferisce e dove realizza altri 7 gol in 53 presenze in serie B con la maglia dei biancorossi. E’ l’estate del 2000 quando Vignaroli si trasferisce alla Salernitana, ancora fra i cadetti, acquistato non come titolare ma subito bravo a mettere in difficoltà l’allenatore per duttilità, impegno e sacrificio, anche se, come al solito, sotto porta non è un cecchino infallibile, anzi, nella sua prima stagione in Campania segna appena 2 gol in 26 partite di un campionato che la Salernitana, dopo un’interminabile girandola di allenatori, chiude al 15.mo posto. La svolta per Vignaroli è vicina, anche se nessuno (forse nemmeno lui stesso) se la aspetta in quel momento.

Nell’estate del 2001 la Salernitana cambia allenatore e si affida a Zdenek Zeman, reduce da due avventure per nulla positive, prima in Turchia al Fenerbache e poi di nuovo in Italia al Napoli, esperienze chiuse entrambe le volte dopo poche partite. Il presidente campano Aliberti vuole riportare entusiasmo nella piazza di Salerno, delusa dopo la retrocessione dalla serie A nel maggio del 1999 e dalle successive due annate in serie B che non hanno riservato particolari emozioni per i granata, ormai relegati a formazione di centro classifica in seconda serie. Con Zeman, sperano in città, si potrà rivedere quello spettacolo ammirato per anni con Delio Rossi che proprio di Zeman è il naturale erede e che ha fatto vivere alla Salernitana il periodo più florido della sua storia. Sin dai primi allenamenti, l’ex tecnico di Lazio e Roma spreme i suoi calciatori sia dal punto di vista atletico che tattico, il suo 4-3-3 deve diventare il marchio di fabbrica della squadra e i movimenti imparati meccanicamente dai giocatori: pressing, sovrapposizioni, linea difensiva altissima e tanto movimento senza palla. Vignaroli suda, sbuffa, si applica, piace a Zeman per impegno ma anche per doti tecniche, tanto che l’allenatore ne intravede un potenziale bomber, qualità che neanche l’attaccante stesso probabilmente immagina di avere.

Il 12 agosto la Salernitana batte 3-0 il Catania nel primo turno di Coppa Italia e Vignaroli segna un gol, poi inizia il campionato ed i granata partono a mille col 2-0 sulla Sampdoria ed il pirotecnico 4-4 di Cittadella in cui l’attaccante savonese trova la prima rete in campionato. Il 23 settembre i campani battono 2-1 la Pistoiese all’Arechi e il gol decisivo lo mette a segno ancora Vignaroli che dopo appena un mese di campionato ha già eguagliato il suo bottino personale dell’anno precedente. Zeman lo sprona, lui segna anche la settimana successiva a Siena, poi si ripete nel 2-1 casalingo contro il Cosenza e nel 2-0 sull’Ancona. Un bomber inatteso ma che sembra non volersi fermare più, anche perché il tecnico ceco fa muovere la squadra in modo tale da favorire la velocità e gli inserimenti della punta ligure che è diventata pure il rigorista della formazione granata. Vignaroli va in gol a Terni, poi nel 2-1 della Salernitana sul Palermo e nel 2-2 di Bari, chiudendo il girone d’andata a quota 8 reti. La Salernitana gioca per lui, ma è chiaro che il calciatore sia in uno stato di grazia che lo manda in rete anche nella prima di ritorno a Genova con la Sampdoria, nella seconda contro il Cittadella, nella terza a Cosenza, nella quarta col Como, nella quinta a Pistoia, nella sesta col Siena, nella settima a Messina, nell’ottava col Napoli e nella nona a Cosenza dove la sua zampata al 94′ regala ai campani il successo per 3-2, prima di fermarsi nello 0-1 casalingo contro il Genoa. 9 partite di fila in gol (dal 13 gennaio al 17 marzo) che lo portano a quota 17 nella classifica marcatori, impensabile ad inizio stagione.

Vignaroli è uno dei bomber più prolifici del campionato, nonostante il rendimento della Salernitana resti altalenante e la squadra non riesca ad inserirsi concretamente in zona promozione. Dopo le 9 gare consecutive in gol, però, la punta si ferma per 8 settimane e ritrova la via della rete alla penultima giornata contro il Bari e poi nell’ultimo turno di campionato a Modena con l’unica doppietta del suo straordinario torneo che lo porta a quota 20 reti e al secondo posto nella classifica dei bomber, a soli 3 centri dal capocannoniere Luis Oliveira del Como. La Salernitana chiude al sesto posto, deludendo leggermente le attese, ma scopre un attaccante in grado di segnare con una regolarità impressionante ed inattesa. Nell’estate del 2002 Zeman e Vignaroli restano a Salerno, ma il campionato inizia male per i campani e pure la punta segna meno della stagione precedente, trovando la prima rete alla quinta giornata con il Livorno, poi sigla una doppietta contro il Palermo, quindi va in gol a Bari a metà novembre. Poi Zeman viene esonerato e la luce si spegne, tanto che a gennaio del 2003 Vignaroli passa in serie A al Modena dove realizzerà 2 reti, stesso bottino dell’anno successivo sempre in Emilia. Da allora, l’attaccante savonese non riesce più a segnare come a Salerno: nessun gol a Parma, a Bari e con la maglia della Lazio, 2 centri a Bologna, poi il passaggio in Australia e il finale di carriera a Monza, a Malta e a Savona con un solo gol siglato con la maglia dei maltesi del Mosta.

Vignaroli finisce così nel libro delle grandi meteore, assieme ai vari Rebonato, Grabbi o, più recentemente, Piovaccari, bomber per una stagione e poi pressoché dispersi. Facendo i proverbiali conti della serva, l’attaccante ligure ha segnato in una stagione 20 reti e nel resto della carriera 30, segno evidente che quel campionato 2001-2002 resta una splendida e rara eccezione, merito di un allenatore come Zeman che ne ha esaltato qualità sino ad allora nascoste ed ignorate, merito dello stesso Vignaroli che ha sfruttato al massimo quella possibilità regalatagli dal tecnico, e merito probabilmente di quella stella che a volte si posa su calciatori più o meno anonimi, restando a vegliare su di loro per qualche mese e trasformandosi poi nella nuvola di Fantozzi o poco meno.

di Marco Milan

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