Amarcord: Axel Konan, i gol del barbaro
Si fa presto ad accomunare un nome ad un appellativo: un calciatore che di cognome fa Konan diventa immediatamente il barbaro, anche se in realtà è timido, anche se è giovane, anche se non si conosce niente di lui. Poi la carriera si sviluppa, l’appellativo resta, ma non tutto viene mantenuto come le premesse avrebbero voluto.
La Costa d’Avorio ha dato i natali ad uno dei centravanti migliori della storia recente del calcio internazionale, Didier Drogba, uno che in patria è stato idolo, mito ed esempio per tanti ragazzi che ne imitavano le gesta sognando di poter essere un giorno come lui. Axel Konan, che come Drogba è ivoriano, avrà certamente avuto in Drogba un’icona, nonostante le caratteristiche differenti. Classe 1983, Konan cresce in Italia, più precisamente a Lecce dove inizia la trafila nel settore giovanile dei giallorossi salentini nel 1999. Alto ed atletico, il giovane attaccante è una delle punte di diamante della Primavera leccese, uno di quei ragazzi di cui si parla un gran bene sia a livello tecnico che comportamentale, anche se il rigore tattico non sembra esattamente il suo forte. Konan si fa valere ed apprezzare, nell’estate del 2000 si allena spesso con la prima squadra, impressiona il tecnico Alberto Cavasin che lo fa esordire in serie A a soli 16 anni il 17 dicembre 2000 nella sconfitta del Lecce al Via del Mare per 4-1 con la Juventus.
E’ un sogno che si avvera per il ragazzo africano che chiude il campionato 2000-01 con una presenza in serie A quando perfino la maggior età è ancora discretamente lontana. Nella stagione 2001-02 è in pianta stabile con i grandi, gioca 9 partite ed arricchisce i suoi precoci record con la prima rete in massima serie e che vale al Lecce l’1-1 in casa del Venezia il 25 novembre 2001. I pugliesi non riusciranno ad evitare la retrocessione in serie B, ma Konan viene confermato e contribuisce l’anno successivo alla promozione in serie A con 2 reti che lo fanno ancor di più apprezzare in tutto l’ambiente grazie al suo carattere semplice e alla sua bravura in campo. Sui giornali, naturalmente, il suo nome incomincia a figurare non solo nei tabellini, ma anche nei pezzi di approfondimento che vanno alla scoperta del ragazzo prodigio del settore giovanile leccese. Ci mettono pochissimo, i cronisti, a procedere con l’associazione Konan il barbaro, un po’ scontata ma tutto sommato efficace, soprattutto nei titoli.
Stagione 2003-04: il Lecce è una buona squadra che gioca un calcio ottimo ed appare subito in grado di centrare la salvezza. Konan è ormai un titolare, gioca quasi sempre e, pur non essendo un bomber di razza, si ritaglia i suoi spazi in zona gol, è pericoloso, ha un buon tiro e gioca spesso anche a favore dei compagni. Il 25 aprile 2004 l’attaccante ivoriano si prende le luci della ribalta realizzando due gol in casa della Juventus nel rocambolesco 4-3 con cui il Lecce sbanca lo stadio Delle Alpi. E giù col barbaro che ha razziato il campo della Vecchia Signora, per quello che è il risultato più incredibile della giornata, uno dei più inattesi dell’intero campionato che Konan chiude con 32 presenze e 6 reti, un bottino che a 21 anni acerbi è tutt’altro che da disprezzare. Il Lecce si salva sia quell’anno che il successivo quando la punta africana realizza altre 6 reti, mentre la stagione 2005-06 sarà avara di soddisfazioni per i giallorossi, anche se Konan (autore nuovamente di 6 gol) si toglie quella di segnare al Milan sia all’andata a San Siro (partita persa per 2-1 dai pugliesi) e sia al ritorno quando in casa il Lecce si impone per 1-0 contro lo squadrone di Ancelotti il 1 aprile 2006.
In quella stessa estate, Konan passa in prestito al Torino neo promosso in serie A, ma una serie di guai fisici ne limitano per due anni l’apporto: sia nella stagione 2006-07 in Piemonte che in quella successiva quando torna a Lecce, l’ivoriano ha lo stesso rendimento, ovvero 5 presenze e nessun gol. Risolti i problemi, Konan si ripresenta al calcio nell’annata 2008-09 in cui gioca poco (appena 13 presenze) ma va nuovamente in gol in casa della Juventus. Sono le sue ultime tracce ad alti livelli perché dopo aver saltato l’intera stagione 2009-10 a causa di problemi familiari mai del tutto chiariti, l’attaccante africano emigra in Svizzera dove gioca col Bellinzona (16 partite e 2 gol), prima di chiudere la carriera nel 2013 ad appena 30 anni dopo una breve parentesi a Sorrento in serie C, condita da poche apparizioni e nessuna rete. L’annuncio del suo ritiro coglie gran parte degli appassionati di sorpresa, anche se da tempo si erano ormai spenti i riflettori su quell’attaccante che da giovanissimo giocava in serie A come fosse un veterano.
Axel Konan è tornato a giocare nel 2017 in Estonia, senza però far parlare particolarmente di sé e lasciando definitivamente il calcio l’anno dopo. Complessivamente ha totalizzato 100 partite e 19 gol in serie A, guadagnandosi (oltre a quello scontato di barbaro) l’appellativo di punisci grandi, vista la frequenza di reti realizzate in particolar modo al Milan e alla Juventus. Una storia semplice di un ragazzo semplice, partito forte e costretto a rallentare a causa di problematiche particolari proprio all’apice di una carriera che si è improvvisamente spenta. Barbaro di nome, assai più tenero nei fatti.
di Marco Milan