Amarcord: la delusione svedese ad Euro 2000
Era stata una delle grandi sorprese dei mondiali americani del 1994, con quel terzo posto conquistato e la semifinale persa con il Brasile solo nelle battute finali della partita. Dalla nazionale svedese, dopo quell’impresa, ci si aspettava tanto e invece gli scandinavi di fine anni novanta hanno mancato traguardi ed obiettivi, deludendo le attese.
Dopo il terzo posto ad Usa ’94, la Svezia fallisce l’approdo agli Europei del 1996 e ai mondiali francesi del 1998. Molti dei mostri sacri della squadra, come il portiere Ravelli, lasciano spazio ad elementi più giovani, la nazionale viene affidata al commissario tecnico Soderberg con il chiaro intento di centrare la qualificazione ad Euro 2000, appuntamento a cui stavolta gli svedesi non possono assolutamente mancare. In squadra c’è sempre il centravanti Kennet Andersson, che milita in Italia nel Bologna, e l’altra punta Henrik Larsson, mentre subito dietro inizia a farsi largo il talento di Ljungberg che, capigliatura punk a parte, ha talento e qualità da vendere. Che sia tutta un’altra Svezia rispetto a quella che ha inevitabilmente subìto il ricambio generazionale a metà anni novanta, lo si capisce sin dalle qualificazioni ad Euro 2000, perché i gialloblu vincono 7 partite su 8 e rimangono imbattuti, stravincendo il proprio raggruppamento con Inghilterra, Polonia, Lussemburgo e Bulgaria. La Svezia è tornata, tuona l’Europa del calcio, e dalla nazionale scandinava tutti si attendono buoni risultati agli Europei di Belgio e Olanda.
Il sorteggio piazza la Svezia nel gruppo B, uno dei più equilibrati del torneo, con i padroni di casa del Belgio, l’Italia e la Turchia. Non sembra esserci una formazione tanto più debole delle altre, perché i turchi, che non hanno una grande tradizione, da qualche anno stanno emergendo e la squadra più rappresentativa del paese, il Galatasaray, ha appena vinto la Coppa Uefa. La Svezia si candida come possibile mina vagante del girone, alle spalle dell’Italia che appare favorita e del Belgio che ha voglia di ben figurare giocando in casa, ma che sembra una squadra per la maggior parte anziana e con poco talento rispetto al recente passato. L’esordio degli svedesi a Euro 2000 coincide con la gara inaugurale della manifestazione, il 10 giugno 2000 a Bruxelles contro i belgi. La partita non viene certo ricordata per spettacolo e giocate memorabili, ma a sorprendere è la lentezza di una Svezia che non ha mordente; tra la fine del primo tempo e l’inizio della ripresa, il Belgio si porta sul 2-0 e gli scandinavi sembrano al tappeto, mentre sugli spalti impazzano le feste in rigoroso color rosso. Prima del quarto d’ora del secondo tempo, però, un goffo pasticcio del portiere belga De Wilde consente a Mjallby di riaprire l’incontro con la rete dell’1-2 che, comunque, non avrà alcun seguito.
La Svezia esce sconfitta dalla prima gara e il suo cammino verso i quarti di finale è già tutto in salita, anche perché nell’altra gara del raggruppamento l’Italia piega la Turchia e dunque nella seconda partita i gialloblu dovranno per forza fare bottino pieno proprio contro i turchi. Il 15 giugno ad Eindhoven, Svezia e Turchia danno vita ad una delle sfide più noiose dell’intera rassegna: poche emozioni, la paura a prevalere sulla volontà di vincere, per gli svedesi la conferma di un gioco lento e di una cronica incapacità di produrre azioni offensive nonostante un attacco di tutto rispetto. Lo 0-0 finale ed il parallelo 2-0 dell’Italia sul Belgio, pone la Svezia sull’orlo del baratro perché dopo due giornate la classifica recita: Italia 6, Belgio 3, Svezia e Turchia 1. Gli scandinavi sono obbligati a battere gli italiani già qualificati, sperare nel successo della Turchia sul Belgio e mettere poi mano a taccuini e calcolatrici per determinare la seconda classificata. Con qualsiasi altra combinazione, la nazionale gialloblu sarebbe comunque aritmeticamente eliminata. Le speranze, va chiarito, sono poche e in Svezia si fanno poche illusioni, tanto che la stampa si porta già avanti col lavoro ed inizia a stilare approfondimenti su cosa abbia portato ad un torneo così deludente.
Tuttavia, Italia e Svezia scendono in campo ad Eindhoven la sera del 19 giugno 2000 per una partita che conta solo per gli svedesi, mentre gli azzurri sono già qualificati e sicuri pure del primo posto. Ben presto si capisce che la Svezia crede poco nell’impresa, nonostante da Bruxelles arrivino notizie di un dominio turco e, proprio alla fine del primo tempo, anche il vantaggio degli uomini di Terim grazie al centravanti Hakan Sukur. Quasi in contemporanea, però, segna pure l’Italia con Di Biagio e i sogni svedesi terminano del tutto. Il secondo tempo vede una Svezia più coraggiosa, anche perché l’Italia sembra sazia e con la testa ormai al turno successivo, così al 77′ Larsson pareggia segnando anche la prima rete svedese ad Euro 2000, la prima dopo 8 anni dagli Europei casalinghi del 1992. La Turchia, intanto, ha raddoppiato contro il Belgio e si sta involando verso un’inattesa ma meritata qualificazione, da certificare solo con la non vittoria della Svezia; a Istanbul e dintorni faranno presto baldoria, perché al minuto 88 Alessandro Del Piero firma in contropiede il 2-1 dell’Italia e la conseguente eliminazione di una Svezia brutta e inconcludente, ultima nel girone con appena 1 punto in cassaforte.
Dopo i bagordi di Usa ’94 e le delusioni successive, in Svezia si aspettavano molto da una rassegna che ha invece portato altra negatività. Il terzo posto ai mondiali americani sembra aver creato un sortilegio maligno attorno ad una nazionale che si presentava pure discretamente attrezzata in Belgio e Olanda. E invece, né il commissario tecnico né la squadra hanno fornito le risposte attese. Hanno deluso tutti e solo la qualificazione per i mondiali del 2002 attenuerà in parte il rammarico per una spedizione simile a quella di Italia ’90, ovvero tanto rumore per nulla.
di Marco Milan