Amarcord: Ruud Gullit ed una rivincita chiamata Sampdoria
Fu l’acquisto dell’anno, ne parlarono giornali e televisioni, sembrò la fine di un’epoca e, in parte, lo fu davvero. Ma il trasferimento di Ruud Gullit alla Sampdoria generò anche scetticismo e interrogativi, perplessità e domande, tutte fugate dal fuoriclasse olandese che divenne il nuovo re della Genova blucerchiata.
La stagione 92-93 era stata trionfale a metà per il Milan di Fabio Capello che aveva vinto il suo 13° scudetto (il secondo consecutivo), ma aveva perso a Monaco di Baviera la finale di Coppa dei Campioni contro l’Olympique Marsiglia dopo aver vinto tutte le partite europee disputate. E proprio l’epilogo in Germania aveva reso insanabile la frattura tra l’allenatore rossonero e Ruud Gullit, escluso dalla finale nonostante una buona seconda parte di annata con gol decisivo nel derby contro l’Inter, ad esempio, ed ormai ai ferri corti con Capello. L’addio in estate sembra ormai scontato, anche perché l’allenatore gode della piena fiducia della società dopo i due scudetti in due anni e non si opporrebbe alla partenza di un campione come Gullit che, peraltro, ha già deciso di lasciare Milano dopo 6 stagioni, tanti successi e anche tanta pressione. Nella stessa estate del 1993, inoltre, dal Milan va via anche Frank Rijkaard e, con Van Basten ancora ai box per i problemi (che purtroppo non risolverà mai) con la caviglia, si sta così per chiudere la dinastia del Milan degli olandesi.
Si apre il toto-Gullit: che l’attaccante se ne vada da Milano è ormai certo, ma resta ancora da capire chi lo acquisterà. In lizza c’è il Parma che si defila quasi subito, così in pole position si piazza il Torino che già ad inizio luglio sembra ormai pronto ad annunciare l’olandese. I tifosi granata, ancora ebbri di felicità dopo la conquista della Coppa Italia, attendono con ansia l’ufficialità di Gullit per tornare a competere per lo scudetto dopo quasi dieci anni e perfino una stagione in serie B. Ma, con il passare dei giorni, qualcosa inizia a non tornare nel capoluogo piemontese: Gullit ha l’accordo col Torino ma non firma, qualcuno incomincia a sussurrare che dietro questo rallentamento ci sia l’inserimento di un altro club e, in effetti, è proprio così: l’olandese è stato contattato da Sven Goran Eriksson, allenatore della Sampdoria, che lo sta convincendo a rifiutare il Torino per scegliere i blucerchiati, aiutato pure da Gianluca Vialli che durante le vacanze ha parlato proprio con Gullit e gli ha detto: “La Samp è come una famiglia“. E poi c’è il Milan che vorrebbe Attilio Lombardo dai genovesi per l’estate del 1994 e preferirebbe fare affari con Mantovani per addolcirlo con un anno di anticipo.
Il 13 luglio, dunque, Ruud Gullit volta le spalle al Torino e si accorda con la Sampdoria dove ritrova il compagno di mille battaglie milaniste Evani e dove va a comporre con Roberto Mancini una delle coppie più ambiziose della serie A. La Sampdoria si candida quasi di diritto a partecipare alla lotta scudetto assieme alle milanesi, alla Juventus e ad almeno una fra Parma e Torino. La sponda blucerchiata di Genova è felice, l’addio di Gianluca Vialli può essere parzialmente colmato dall’arrivo di Gullit che porta alla Samp tecnica, fisico, mentalità e carisma. Le prime parole dell’olandese sono al miele per la sua nuova squadra: “Sono felice – afferma – e avevo bisogno di cambiare dopo 6 anni vincenti ma pieni di pressioni e Genova è il posto giusto, Mantovani è la persona migliore per farmi tornare quell’amore per il calcio che ho un po’ perso“. La Sampdoria versa nelle casse del Milan 1 miliardo appena, sconto che Berlusconi applica, come detto, sperando in una maggior indulgenza l’anno dopo quando i rossoneri vorrebbero sferrare l’attacco decisivo a Lombardo che, per inciso, finirà invece alla Juventus ma solo nel 1995.
Il campionato inizia e la Sampdoria parte fortissimo vincendo addirittura 5 delle prime 7 partite, perdendo in casa della Juventus e pareggiando col Parma. Gullit va di pari passo con la squadra: segna al debutto al San Paolo contro il Napoli, si ripete con la Juve e poi sigla una doppietta a Bergamo contro l’Atalanta. Sono gli ultimi gol a cui assisterà Paolo Mantovani che scompare improvvisamente il 14 ottobre 1993 lasciando un vuoto incolmabile nell’intero ambiente sampdoriano. Tre giorni dopo, ancora funestata dalla morte del suo presidente-papà, la Samp perde in casa con la Roma, poi vince 3-2 al Delle Alpi contro il Torino quando Gullit, fischiatissimo, segna anche un gol. Il 31 ottobre è in programma a Marassi Sampdoria-Milan: in appena una settimana Gullit si ritrova ad affrontare prima quel Torino a cui ha voltato le spalle in estate, poi il suo Milan, amato e coccolato, ma ancora allenato da Capello che l’olandese non vede certo di buon occhio. Piove quel pomeriggio a Genova e sulla Sampdoria cade addirittura la grandine perché il Milan dopo neanche mezz’ora vince già 2-0. Ma i blucerchiati hanno dentro lo stesso fuoco che anima pure Gullit, il quale si sbatte come un forsennato e sprona i compagni alla rimonta; Katanec fa 1-2, Mancini nella ripresa pareggia i conti su rigore, poi al 78′ Gullit completa la sua rivincita contro Capello segnando un gol stupendo che fissa il risultato sul 3-2.
Titoli a nove colonne per l’olandese che ha sconfitto il suo Milan e il suo nemico Capello, esultando peraltro come un matto dopo il gol, ma anche per la Sampdoria che sembra ora in piena lotta per il titolo. I doriani chiudono il girone d’andata al terzo posto, Gullit dopo 17 giornate ha segnato già 10 reti, inoltre sono in semifinale di Coppa Italia proprio grazie ad una rete dell’olandese che ha evitato i supplementari a San Siro contro l’Inter. Il girone di ritorno della Sampdoria sarà più altalenante, i genovesi alterneranno grandi partite come il 6-0 rifilato al Foggia o il 6-2 all’Udinese, ad altre più deludenti come il ko di Piacenza. Il 6 marzo un gol di Gullit piega il Torino e resta seconda dietro al Milan, ma una setimana più tardi la Sampdoria perde proprio in casa dei rossoneri consegnando loro, in pratica, il terzo scudetto di fila. Gullit, comunque, chiuderà il campionato con 15 reti che valgono il terzo posto finale dei blucerchiati, ed alzerà comunque un trofeo vincendo la Coppa Italia: una rete dell’olandese, infatti, elimina il Parma in semifinale, poi la squadra di Eriksson porta a casa la coppa sconfiggendo la sorprendente Ancona (militante in serie B) accontentandosi dello 0-0 nelle Marche e stravincendo 6-1 a Marassi.
Nell’estate del 1994, però, Gullit torna al Milan, forse convinto da Capello che, appianate le ruggini del passato, vuol fare dell’olandese il perno dell’attacco rossonero, ormai orfano di Van Basten ma anche di Jean Pierre Papin, ceduto al Bayern Monaco. Gullit rientra a Milano e la sua seconda vita milanista parte in quarta perché già ad agosto il calciatore segna proprio alla sua ex Sampdoria il gol del pari nella Supercoppa Italiana poi vinta dai rossoneri ai rigori. Anche il campionato inizia bene: Gullit, ormai sempre in campo con la maglia numero 4 come aveva fatto alla Samp, segna a Cagliari, poi una sua doppietta nel finale decide Milan-Lazio, ma qualcosa non va, in lui e nella squadra. Capello si lamenta, i movimenti dell’olandese non gli piacciono, inoltre il Milan inizia a stentare, perde sia a Cremona che a Padova, poi il 30 ottobre 1994 cade anche in casa della Juventus, Capello richiama Gullit per tutta la partita, l’olandese fa scoppiare il caos in sala stampa quando dichiara: “Forse non sono l’attaccante giusto per questo Milan, forse cercano altro“. La rottura è definitiva, il calciatore capisce che tornare a Milano è stato un errore e chiede a Galliani di essere ceduto nel mercato di novembre.
Il 10 novembre Gullit dichiara pubblicamente: “Al Milan non rimango“, poche ore dopo viene ufficializzato lo scambio fra i rossoneri e la Sampdoria: Alessandro Melli sbarca a Milano, Ruud Gullit percorre la tratta inversa tornando a Genova appena 6 mesi dopo essersene andato. L’olandese guiderà i blucerchiati in campionato, poiché in Coppa delle Coppe non può essere impiegato avendo già giocato col Milan la Coppa Campioni nella stessa annata. Il 27 novembre Gullit segna il suo primo gol con la Sampdoria nella stagione 94-95 nel 2-2 di Firenze, poi si ripete con una doppietta tre settimane dopo quando i genovesi seppelliscono a Marassi il Cagliari 5-0. Nel girone di ritorno, l’olandese segnerà altre 6 reti fra cui due doppiette, una alla Roma e una alla Fiorentina, chiudendo il campionato con 9 gol, più i 3 con la maglia del Milan. La Sampdoria si classifica solamente ottava, la stagione è assai più deludente di quella precedente, Gullit capisce che il suo periodo italiano è ormai ai titoli di coda, vuole provare un’esperienza diversa e in estate si accorda con il Chelsea dove chiuderà poi la carriera.
Ruud Gullit ha giocato per una stagione e mezzo alla Sampdoria, forse poco di più, ha messo a segno 26 reti, 24 in campionato e 2 in Coppa Italia, ha contribuito alla vittoria della coppa nazionale e ad un terzo posto che rimane il miglior piazzamento dei blucerchiati negli ultimi 30 anni, così come quella Coppa Italia è ad oggi l’ultimo trofeo vinto dai genovesi. Non è arrivato lo scudetto, come per la Samp di Vialli e Mancini, ma sono arrivate comunque belle soddisfazioni, per il calciatore, tornato decisivo nonostante lo scetticismo, e per il popolo doriano che ancora oggi chiude gli occhi e rivede quelle treccine danzare sulla maglia numero 4.
di Marco Milan