Formula 1, Las Vegas: Verstappen campione del mondo, gara alla Mercedes
Sfrutta il primo match point Max Verstappen per confermarsi campione del mondo e vincere il suo quarto titolo. L’olandese si accontenta del quinto posto a Las Vegas, arriva davanti a Lando Norris che era la condizione per tenersi il numero 1 sulla macchina anche nel 2025.
A Las Vegas, dunque, Max Verstappen scommette su sé stesso e si laurea campione del mondo per la quarta volta, peraltro consecutiva, come Sebastian Vettel, ovvero i due della Red Bull a vincere il titolo. All’olandese è bastato piazzarsi davanti a Lando Norris per conquistare un campionato che, rispetto agli altri tre, è praticamente tutto suo e meno di una vettura micidiale nella prima parte di stagione ma ingolfata nella seconda; Verstappen ha massimizzato i risultati nei momenti difficili, poi ha piazzato il colpo in Brasile con una vittoria epocale che lo colloca fra i più grandi di sempre della Formula 1.
La gara l’ha vinta, anzi, stravinta la Mercedes che ha portato a casa la 60° doppietta della sua storia con George Russell vincitore (terzo successo della carriera) dopo la pole position del sabato e Lewis Hamilton dietro di lui e in rimonta dal decimo posto; e se Hamilton non avesse sbagliato in qualifica, probabilmente, sarebbe partito in prima fila col compagno di squadra e la doppietta anglo-tedesca sarebbe stato forse più agevole. Sul podio la Ferrari di Sainz a precedere Leclerc, con la scuderia italiana in rimonta sulla McLaren nel mondiale costruttori, dal momento che Norris e Piastri a Las Vegas sono apparsi in ombra e con una macchina in costante regressione. Punti mondiali, infine, anche per Hulkenberg, Tsunoda e Perez, ormai perennemente impantanato a centro gruppo.
RESOCONTO: 1. Russell (Mercedes); 2. Hamilton (Mercedes); 3. Sainz (Ferrari); 4. Leclerc (Ferrari); 5. Verstappen (Red Bull); 6. Norris (McLaren); 7. Piastri (McLaren); 8. Hulkenberg (Haas); 9. Tsunoda (Racing Bulls); 10. Perez (Red Bull).
CLASSIFICA: 1. Verstappen 403; 2. Norris 340; 3. Leclerc 319.
di Marco Milan