Basket, NBA. Definiti i roster dell’All Star Game

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Tutto definito per la grande notte del mondo NBA, il roseter dell’All Star Game sono pronti. Ecco tutto quello che c’è da sapere sulla notte di San Valentino… 

ASGCi eravamo lasciati con le nomine dei quintetti base per l’All Star game, che vi ricordiamo. Ad East: Wade, Lowry, James, George e Anthony. Ad Ovest: Curry, Westbrook, Durant, Leonard e Bryant. Da qualche giorno sappiamo anche i nomi dei componenti delle panchine delle squadre in questione.

Allenatori – Ad oriente il record migliore lo hanno i Cleveland Cavaliers (34-12) proprio per questo siederà sulla panchina della Eastern Conference Tyronn Lue, anche se c’è da dire che il merito del record principalmente è di coach David Blett esonerato probabilmente per via di un rapporto non troppo idilliaco con la stella dell’Ohio LeBron James. Ad occidente invece primi in classifica sono i Golden State Warriors (43-4), per cui dovrebbe sedere sulla panchina della Western Conference Steve Kerr, tutta via il regolamento NBA vieta allo stesso allenatore di sedere per due anni di fila sulla stessa panchina durante il match delle stelle. Sarà quindi Gregg Popovich l’allenatore della Western Conference, il coach è secondo in classifica ad Ovest con gli intramontabili San Antonio Spurs (39-8), questo ci permetterà di vedere almeno un italiano alla partita delle stelle, perché anche se Gallinari non ce l’ha fatta, nello staff dell’allenatore nativo dell’Indiana c’è Ettore Messina, allenatore della nazionale italiana ed assistant coach ai San Antonio Spurs.

ButlerEastern Conference – Ricordiamo che se i quintetti base vengono scelti con pubblica votazione, i 7 panchinari per squadra sono selezionati dagli allenatori NBA che per conference di appartenenza danno 7 preferenze, ma senza poter votare atleti della propria squadra. In panchina ad East ci sarà John Wall dei Washington Wizards, nonostante il brutto inizio stagione della squadra della capitale. Jimmy Butler ormai uomo simbolo dei Chicago Bulls terzi in classifica ad Est. Paul Millsap degli Atlanta Hawks quinti in classifica, unico di questa franchigia nonostante la scorsa stagione furono addirittura 4 i convocati della squadra della città della Coca Cola. DeMar De Rozan uomo simbolo dei Toronto Raptors, con il secondo miglior record ad Est, che hanno riniziato a sognare dopo i fasti dei tempi di Vince Carter, in un All Star Game che i due capitani di Toronto (lui e Lowry), vivranno in maniera particolare, disputandosi questo all’Air Canada Centre casa dei Raptors. Undicesima convocazione per Chris Bosh ed in questo modo si andrà a ricreare il terzetto dei Big Three (con Wade e James) che vinse due titoli a Miami. Ci saranno inoltre due esordienti per la Eastern Conference, Andre Drummond centro possente che sta portando i Detroit Pistons in zona playoff ed unico centro di ruolo nella squadra delle stelle orientali ed Isaiah Thomas, folletto alto 1.75 m che sta facendo innamorare i tifosi dei Boston Celtics ora quarti in classifica a suon di punti.

HardenWestern Conference – Anche nella Western Conference si formerà come accade nello loro squadre di club un terzetto micidiale, si tratta ovviamente dei big three della squadra del momento i Golden State Warriors. In tanti si chiedono se questa squadra possa essere migliore dei Bulls di Jordan intanto appariranno alla partita delle stelle oltre a Curry anche Klay Thompson e Draymond Green, il secondo all’esordio in questa competizione. Causa età invece sono scomparsi dal radar i big threee di San Antonio (Duncan, Parker, Ginobili) ci sarà però LaMarcus Aldridge per la squadra texana nonostante in maglia nero grigia l’ala stia giocando meno di 30 minuti a partita. Nel reparto piccoli la Western Conference potrà schierare ogni minuto della partita giocatori dal talento smisurato, oltre a Curry e Westbrook nel quintetto base, a sedersi in panchina, ma pronti a far vedere di che pasta sono fatti ci saranno Chris Paul dei Los Angeles Clippers e James Harden degli Houston Rockets. Nel reparto lunghi invece, completano il roster Anthony Davis dei Pellicans, nonostante la sua squadra sia molto lontana dalla zona playoff e DeMarcus Cousins dei Sacramento Kings, per lui vale lo stesso discorso di Drummond, si tratta dell’unico centro puro inserito in questo roster.

Le squadre possono cambiare? – Manca poco all’All Star Game che sappiamo verrà disputato la sera di San Valentino, ma con un calendario fitto di partite come quello dell’NBA tutto può accadere e gli infortuni sono dietro l’angolo. Dovesse capitare quello che non ci auguriamo a qualcuno dei 14 atleti, potranno essere sostituiti, presenzieranno comunque all’evento e la convocazione rimarrà conteggiata permettendogli a tutti gli effetti di essere un’All Star. A scegliere il sostituto per un eventuale indisponibile sarà il commissioner David Silver, lo scorso anno per esempio ci furono 4 sostituzioni.

Annunciati anche i convocati per il Rising Stars Challenge – Vi avevamo anticipato la scorsa settimana che questa è la partita del Venerdì che in passato si giocava tra atleti al primo anno contro atleti al secondo anno di militanza nella lega. Oggi il formato è cambiato e giocano i migliori americani contro i migliori cestisti del resto del mondo, ovviamente sempre al primo e secondo anno NBA. In questo modo si darà un tocco internazionale a questo All Star Game che da anni non era così americano, poiché per la partita delle stelle non è stato selezionato nessun giocatore che non sia di nazionalità USA, evento che non si verificava da 20 anni. Le squadre saranno così composte, Team USA Jordan Clarkson e D’Angelo Russell (Los Angeles Lakers), Rodney Hood (Utah Jazz), Zach LaVine e Karl-Anthony Towns (Minnesota Timberwolves), Nerlens Noel e Jahlil Okafor (Philadelphia’76ers), Jabari Parker (Milwaukee Bucks), Elfrid Payton (Orlando Magic) e Marcus Smart (Boston Celtics), 3 rookies e 7 sophmores. Per il World All-Stars: i croati Bojan Bogdanovic (Brooklyn Nets) e Mario Hezonja (Orlando Magic), lo svizzero Clint Capela (Houston Rockets), il serbo Nikola Jokic (Denver Nuggets), lo spagnolo campione europeo in carica Nikola Mirotic (Chicago Bulls), il congolese Emmanuel Mudiay (Denver Nuggets), il brasiliano Raul Neto (Utah Jazz), il lettone Kristaps Porzingis (New York Knights) ed il duetto canadese composto da Dwight Powell (Dallas Mavericks) e da Andrew Wiggins (Minnesota Timberwolves), una squadra più equilibrata per anni NBA con 5 rookies e 5 sophmores.

(di Flavio Sarrocco)

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