Sgomberato il Circolo Poligrafico. Il sociale? Servito a 250 euro a tavolo

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di Pierfrancesco Demilito

Oggi torniamo sulla vicenda del Circolo Poligrafico, ci torniamo perché le quasi novecento condivisioni sui social network dell’articolo pubblicato la scorsa settimana hanno trasformato quella storia in un caso ed è anche grazie a questo che venerdì mattina le forze dell’ordine sono intervenute per sgomberare i locali del ex dopolavoro dell’Istituto Poligrafico a Roma, in Lungotevere Acqua Acetosa. Ma ci torniamo soprattutto perché sentiamo l’esigenza di fare chiarezza su alcuni punti.

LA MANCATA TRASPARENZA – Il titolo dell’articolo pubblicato la scorsa settimana, ovvero “Cosa lega La Destra e il Circolo Poligrafico di Roma”, non era certamente casuale. Con la nostra inchiesta non volevamo capire se il posto fosse occupato o meno, che fosse occupato era più che un’evidenza e non era certo questo a scandalizzarci. Volevamo capire quali fossero i legami tra Castellino e i gestori del “locale”, legami tutt’altro che trasparenti. Se oggi Castellino parla di “nostro avamposto”, la scorsa settimana il famigerato Andrea, e non solo lui, aveva negato più volte qualsiasi collegamento con il partito di cui Castellino è dirigente nazionale. E dunque perché per così tanto tempo si è voluta tenere celata la reale natura di quel luogo?

PERCHE’ SI E’ ATTESA LA NOSTRA INCHIESTA? – La scorsa settimana avevamo chiuso con delle domande e visto che, nonostante un confuso comunicato stampa diffuso dal Circolo Poligrafico qualche giorno dopo la pubblicazione del nostro articolo, le risposte non sono arrivate, ricominciamo con le domande. Mediapolitika ha visionato un esposto che Giampaolo Scagliola, Coordinatore Nazionale Commissione Abusivismo del Silb (Associazione Italiana Imprese di Intrattenimento da Ballo e di Spettacolo), il 13 giugno scorso (solo 6 giorni dopo l’inaugurazione della discoteca) aveva inviato per segnalare l’attività abusiva del Circolo Poligrafico al Sindaco di Roma, al Prefetto della Capitale, al Questore, al Comandante della Polizia Municipale, al Comandante della Stazione dei Carabinieri di Roma, al Responsabile del Servizio attività economiche e commerciali del Comune di Roma e, per conoscenza, al Procuratore della Repubblica di Roma. Nell’esposto del Silb leggiamo: “La struttura del locale è di notevoli dimensioni ed è arredata e attrezzata con ingente investimento di capitali, tant’è che in nulla è diversa dai migliori locali pubblici della provincia; i prezzi praticati nei bar presenti all’interno del cosiddetto “circolo” sono elevati e pertanto incompatibili con la pretesa natura associativa e priva di fine di lucro del locale”. Tuttavia Scagliola, sentito da Mediapolitika, ci ha confermato che dopo il suo esposto non ha ricevuto nessuna risposta dalle autorità interpellate. Ci chiediamo, allora, perché per oltre un mese, nonostante una puntuale segnalazione, si è permesso al Circolo Poligrafico di continuare la sua attività?

IL SOCIALE CON SPESA MINIMA DI 250 EURO A TAVOLO – Nell’esposto del Silb si parla  di attività lucrativa e concorrenza sleale. Di diverso parere l’occupante, Giuliano Castellino, che in una nota stampa diffusa dopo lo sgombero parla di uno spazio che “da mesi forniva alla cittadinanza un grande servizio sociale. Un palinsesto culturale a 360 gradi, una ludoteca, una palestra popolare, un centro di aggregazione a costo zero”. Inoltre Castellino, sentito da Il Fatto Quotidiano, ha definito “falsa e tendenziosa” la tesi che ipotizza l’esistenza di una srl creata per gestire i guadagni del locale. A smentire Castellino non siamo noi, ma lo stesso Circolo Poligrafico, che in un comunicato stampa pubblicato sulla propria pagina Facebook scrive: “Chi promuove le varie iniziative? Diverse associazioni ed aziende operanti sul territorio, nonché giovani in grado di creare situazioni di sano intrattenimento con l’unico scopo di passare una bella serata all’aria aperta. Spazio occupato da esponenti della destra? “ Si, è vero …” dice uno dei rappresentanti e promotori delle associazioni e aziende che utilizzano lo spazio per la realizzazione dei vari eventi”. La presenza di srl nella gestione delle attività, dunque, non è affatto celata, anzi, è candidamente ammessa. Che le attività del circolo fossero a costo zero per gli utenti, come sostiene Giuliano Castellino, a noi proprio non risulta. Sul sito della società di organizzazione eventi Avec Moi Style, infatti, sono promosse numerose serate del Circolo Poligrafico con prezzi che non potremmo certamente definire popolari. Chissà se Castellino per sociale intende una spesa minima di 250 euro per tavolo.

LE AZIENDE CHE HANNO COLLABORATO CON IL POLIGRAFICO – Abbiamo provato a sentire alcune delle aziende che durante questo mese hanno collaborato con il Circolo Poligrafico. L’Avec Moi Style non ci ha degnato neanche di una risposta, mentre con la Tramp (srl che si occupa di promozione eventi) siamo stati più fortunati e ci è stata concessa un’intervista. Alla Tramp abbiamo chiesto chiarimenti su come fosse possibile per una srl avere rapporti commerciali con una realtà occupata e loro ci hanno spiegato che “c’è stato un rapporto commerciale con il Circolo Poligrafico, commissionatoci da soggetti privati a mezzo di regolare contratto. In ossequio a tale accordo abbiamo svolto un servizio di promozione e comunicazione allo scopo di dare visibilità ad alcuni degli eventi organizzati dal Circolo. La giustificazione fiscale di tale rapporto commerciale è costituita dal rilascio di fattura, a fronte del pagamento pattuito, e dell’erogazione della prestazione richiesta”. Hanno precisato, inoltre, che la loro società è “del tutto estranea alle dinamiche politiche e le occupazioni abusive menzionate nei vostri articoli. Ogni volta che siamo stati chiamati per un lavoro, da un’azienda o da un privato, ci è bastato accertare che il committente avesse la piena ed esclusiva disponibilità dello spazio e dei locali dove venivano pubblicizzati gli eventi per dare avvio alla collaborazione”. Poco chiaro è come sia stato possibile appurare questo nel caso del Poligrafico. Ma i collegamenti tra la Tramp e Castellino non si limitano al Circolo Poligrafico, visto che già in passato questa società aveva curato la promozione di serate organizzate all’Augustus, ex cinema occupato dallo stesso gruppo di estrema destra. Dalla Tramp, però, negano ogni legame: “Non conosciamo il signor Castellino, né abbiamo avuto rapporti di alcun genere con partiti politici o qualsivoglia realtà ad esso collegati. L’inverno scorso Tramp ha promosso alcuni eventi al Cinema Augustus, ma non sappiamo dire se il Sig. Castellino ne sia stato l’occupante. Di certo non è stato committente dei servizi svolti dalla nostra società, per i quali abbiamo ovviamente emesso fattura. Che uno spazio sia “occupato” oppure di proprietà di chi lo occupa, o se sia in affitto o comodato, non ci riguarda. Occupante, comodatario, affittuario o proprietario, chi commissiona a Tramp una prestazione o un servizio, quando poi paga, riceve una fattura a lui intestata [Ndr dalla società non ci hanno fatto sapere a chi è stata intestata la fattura, né nel caso del Poligrafico né in quello dell’Augustus]. Il resto va oltre la prestazione lavorativa che siamo chiamati a svolgere, perciò non è di nostra competenza. In percentuale le “realtà occupate” (ammesso che Tramp sia al corrente dell’occupazione) sono un’infima minoranza, rispetto alle collaborazioni aziendali sviluppate. In passato ci è capitato di collaborare anche con il Teatro Valle Occupato. L’occupazione in generale può anche essere un modo per smuovere le cose, in un sistema bloccato e senza prospettive”.

GOOD NEWS – Nella nota stampa Castellino parla di uno spazio recuperato dal degrado e dall’abbandono. Durante la nostra visita al Circolo Poligrafico abbiamo sentito più volte i gestori della struttura pronunciare questa frase, quasi come se il semplice recupero di un luogo autorizzasse poi ad organizzare qualsiasi tipo di attività all’interno di quella struttura. Una delle ragazze incontrate al Poligrafico ci ha detto: “in questo Paese i giovani o fanno così o non avranno mai un’opportunità”. A quella ragazza vogliamo dire che si sbagliava, che fare le cose in un altro modo è possibile, è più difficile, costa più lavoro, ci vuole più tempo ma si può fare. Se non si fida di noi, vada a chiedere ai ragazzi del “Sessantotto arprato” a Montesacro. Noi ci siamo stati la scorsa settimana e lì abbiamo potuto intervistare Francesco, uno dei titolari del locale. Francesco è molto disponibile e risponde con precisione ad ogni nostra domanda, un’altra musica rispetto a quella che abbiamo trovato al Poligrafico. Anche lui e i suoi amici hanno recuperato uno spazio abbandonato (un’area verde da cui hanno rimosso oltre tremila siringhe), ma per poterlo utilizzare a luglio hanno dovuto presentare il progetto di recupero lo scorso novembre. Francesco ci snocciola come un rosario tutte le autorizzazioni che hanno dovuto attendere dopo aver ottenuto il Patrocinio del Comune di Roma: “abbiamo dovuto avere l’autorizzazione dei Vigili Urbani, del IV Municipio, dell’Ama e di Roma Giardini. Pareri che dovrebbero arrivare entro quindici giorni, ma in realtà abbiamo dovuto attendere due mesi”. Poi arrivano le spese e parte un altro rosario: “Abbiamo dovuto pagare anticipatamente tre mesi di affitto del suolo pubblico, tre di luce, tre di acqua e tre di spazzatura. E‘ stata dura ma alla fine ci siamo riusciti, anche se per contenere le spese ci siamo dovuti accontentare di uno spazio bar di soli 11 metri quadrati e così la sera ci ritroviamo a servire centinaia di persone avendo a disposizione uno spazio bar davvero piccolo”. Ma il recupero di uno spazio pubblico abbandonato non è l’unico merito da riconoscere ai ragazzi del Sessantotto. Francesco ci spiega fiero: “questo è uno spazio pubblico recuperato e a noi interessa molto che resti uno spazio pubblico. Noi permettiamo a chiunque di entrare e di sedersi a un tavolino senza consumare, la sera qui ci trovi i ragazzi che bevono una birra e gli adulti che mangiano un gelato comprato in una gelateria qui vicino. La sera potremmo chiudere quando ci pare, ma abbiamo deciso di non rimanere aperti oltre le due per non dare troppo fastidio ai vicini e a mezzanotte abbassiamo la musica. Sappiamo di creare qualche piccolo disagio al vicinato ma per compensare teniamo lo spazio aperto durante il pomeriggio per permettere al quartiere di usufruire di quest’area del parco rimasta chiusa e abbandonata per anni”. Il locale nel quartiere sta avendo un discreto successo e dunque, cadendo in un stereotipo, immaginiamo che i rapporti con gli altri commercianti siano un po‘ conflittuali. Quando glielo chiediamo, però, Francesco contiene a stento una risata e nega ogni tensione: “Con gli altri commercianti del quartiere facciamo rete, c’è un ottimo rapporto e cerchiamo di non pestarci i piedi a vicenda, abbiamo capito che se lavoriamo insieme lavoriamo tutti”.

Saremo pazzi, ma dopo essere stati al Sessantotto arprato torniamo a casa iniziando a pensare che anche in questo Paese si possa fare contemporaneamente imprenditoria, interesse pubblico e socialità. Ma a furia di ripensare alle parole di Francesco abbiamo capito che i pazzi non siamo noi, come direbbero i ragazzi del Sessantotto, “i pazzi siete voi!”

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One thought on “Sgomberato il Circolo Poligrafico. Il sociale? Servito a 250 euro a tavolo

  1. A più di sei mesi dallo sgombero del Circolo Poligrafico, che ne è di quell’area?
    Si riuscirà a recuperarla, per un uso “sociale” o almeno per renderla fruibile al pubblico, oppure rimarrà abbandonata?
    Sarebbe bello sapere se ci sono iniziative da parte del Municipio.

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