NBA. primo turno dei Playoff 2016
Dopo la solita infinita stagione (81 partite di regular season), siamo finalmente arrivati ai playoff, 8 team per conference si disputano le finali per guadagnarsi il tanto desiderato anello. Ma c’è qualcuno che può impensierire i Golden State di questa stagione, che sono già entrati nella storia per il record di vittorie in stagione regolare (73 come loro nessuno mai nella storia). Andiamo a vedere serie per serie cosa è accaduto in questo primo turno:
EASTERN CONFERENCE
Cleveland Cavaliers-Detroit Pistons (4-0)
Che dire riguardo questa serie? I Pistons che dopo sei anni tornano a disputare un turno di post season, curiosamente anche in quell’occasione vennero eliminati al primo turno dalla squadra dell’Ohio, non spaventano minimamente LeBron James & co. Rimanendo a contatto con la migliore squadra ad East sono in gara 1 (106-101) ed in gara 4 dove a dire il vero la sconfitta è arrivata veramente con un distacco minimo (100-98). Da sottolineare la personalità del rookie Stanley Johnson della squadra del Michigan che a fine serie ha detto che i Cavaliers sono composti da 3 campioni e cheerleader di quei 3.
Atlanta Hawks-Boston Celtics (4-2)
Questa invece è stata una bella serie dove il fattore fondamentale è stato quello dell’arena di casa. Nelle prime due partite in Georgia gli Hawks si sono portati sul 2-0, poi la serie si è spostata a Boston e lì i Celtics sono riusciti ad impattare vincendo gara 4 ai supplementari dopo una lunga maratona in campo (104-95). Due giorni dopo questa grande prestazione gli Hawks si sono nuovamente imposti in casa alla Phillips Arena. Così si è tornati nel Massachusetts dove i padroni di casa erano costretti alla vittoria per non essere eliminati, così però non è stato perché Atlanta nella sesta gara della serie ha colto l’unica, ma decisiva vittoria esterna della serie (104-92).
Miami Heat-Charlotte Hornets (4-3)
La serie più lunga è quella che ha coinvolto Miami Heat e Charlotte Hornets, i primi squadra di grande esperienza, guidati da Wade, ma orfani di Bosh per infortunio (per dei coaguli di sangue nel polmone) per tutta la stagione. I secondi invece sono molto giovani con tanti giocatori in grado di dar spettacolo. Gli Heat nelle prime 2 partite giocate in casa si erano portati sul 2-0, ma in Nord Carolina c’è stata tutta un’altra musica Lin e Kemba Walker hanno guidato gli Hornets sul 2-2. Con la serie impattata si è tornati in Florida, ma anche li si sono imposti gli Charlotte grazie ad un Williams da 17 punti. Miami ha quindi affrontato gara 6 alla Time Warner Cable Arena con le spalle al muro, Dwyane Wade però ha giocato una partita definita da molti alla Kobe Bryant per i movimenti del capitano degli Heat molto simili a quelli di quello dei Lakers portando così la serie fino a gara 7. Nell’ultima e decisiva partita alla American Airlines Arena la grande esperienza dei padroni di casa è risultata decisiva, i rosso neri hanno vinto 106-73 con un super Dragic da 25 punti.
Toronto Raptors-Indiana Pacers (4-3)
Anche nella serie che ha come protagonista l’unica squadra canadese della NBA c’è stato bisogno di ricorrere a gara 7. I Raptors hanno iniziato la post season come sempre è successo nella loro storia con una sconfitta (8 match persi su 8 disputati nella prima partita del primo turno dei playoffs nella storia della squadra di Toronto). Ma poi si sono subito ripresi vincendo gara 2 e gara 3 in Indiana. Da quel momento in poi però il campo è diventato un fattore ed una vittoria in Canada per i padroni di casa ed un’altra negli USA sempre per chi giocava tra le mura amiche e ciò ha reso necessaria l’ultima sfida all’Air Canada Center. A Toronto è grande protagonista la stella più scintillante dei Raptors, Demar DeRozan che con i suoi 30 punti più 5 assist guida la sua squadra alle semifinali di conference, nella notte tra il primo ed il due Maggio.
WESTERN CONFERENCE
Golden State Warriors-Houston Rockets (4-1)
Passano i Warriors, ma per certi versi si tratta di una vittoria di Pirro. L’MVP della passata stagione (e probabilmente anche di questa) Steph Curry si infortuna in gara 1 ed è costretto ad uscire, ma Golden State è ormai una squadra collaudata e vince anche senza di lui, quando la serie si sposta in texas però una grande partita di Harden mette in crisi i Warrios che perdono, così per gara 4 viene riproposto Curry che si infortuna nuovamente, questa volta il problema al ginocchio è qualcosa di grave, ma fortunatamente non gravissimo, la guardia potrebbe rientrare se i Warriors conquistassero la finale di conference. In sua assenza ha fatto gli straordinari Klay Thompson che a suon di triple ha fatto passare il turno alla squadra che ha concluso prima il campionato.
Los Angeles Clippers-Portland Trail Blazers (2-4)
Anche questa serie è stata condizionata dagli infortuni. I Clippers erano favoriti ed allo Staples Center avevano vinto i primi 2 match. In Oregon però la coppia Lillard McCollum, ha riportato in parità la serie, ma mentre festeggiavano i Blazers in casa Clippers si abbatteva la sfortuna, con il giocatore più importante, Chris Paul infortunato gravemente e nella gara successiva con il secondo giocatore più importante Griffin che subiva il medesimo destino. Così Portland contro i Clippers B ha avuto vita facile in una serie molto dura di cui rimangono immagini molto dure come quella di Austin Rivers dopo gara 6 con il sopracciglio spaccato.
Oklahoma City Thunder-Dallas Mavericks (4-1)
Nessuna speranza per Dallas contro i Thunder guidati dalla coppia Westbrook-Durant. Serie mai in bilico, nonostante i Mavs espugnino in gara 2 la Chesapeake Energy Arena. Ma se si esclude quel match le partite hanno sempre uno scarto molto ampio +38 in gara 1, +29 in gara 3, +11 in gara 4 ed infine +14 in gara 5.
San Antonio Spurs-Memphis Grizzlies (4-0)
Anche in questa serie c’è davvero poco equilibrio, gli Spurs sembrano, causa infortunio di Curry, la vera squadra accreditata al titolo. Nulla possono i Grizzlies che nonostante abbiano disputato la loro stagione più sfortunata in termini di infortuni, a causa degli stessi infatti la franchigia del Tennesse è stata costretta a mettere sotto contratto 28 giocatori, più di tutti nella storia di questo sport e mai una squadra che giocato in una singola stagione con 24 uomini diversi aveva ottenuto l’accesso ai playoffs. Comprensibilissime allora le lacrime di coach David Joerger che al termine di gara 4 non ha potuto che ringraziare i suoi per la stagione.
di Flavio Sarrocco