Acquisizione Telecom: chi è Telefonica?
di Francesco Galati
La vicenda Telecom è apparsa un po’ ovunque, favorevoli e contrari hanno cercato di far valere le loro ragioni nei telegiornali, nei talk show e nelle aule parlamentari, dimenticando alle volte di introdurre come dovuto il partner in questione – per altro già azionista Telecom – Telefonica.
Il più grande gruppo di comunicazioni spagnolo ha investito circa 860 milioni di euro in azioni Telecom, questo permetterà a Telefonica di avvicinarsi al 22% di azioni all’interno del gruppo Telco lasciando così anche un’opportunità aperta agli altri investitori (Generali, Intesa San Paolo e Mediobanca) di lasciare le loro partecipazioni nell’azienda italiana, visto l’annuncio della società Iberica di una futura ulteriore iniezione di capitali sino ad arrivare a circa il 66% di azioni Telco.
Il gruppo Telefonica ha un debito di circa 50 miliardi di euro, il gruppo italiano si “ferma” a quota 30 miliardi ma con un outlook terribilmente negativo da alcuni anni a questa parte, inoltre la maggiore solidità del gruppo spagnolo è attestata dal valore di borsa 11.40€ per azione, contro i 0.60 € per le azioni del gruppo Telecom.
Ma veniamo al motivo principale che sta dietro all’investimento di Telefonica: gli assets brasiliani del gruppo Telco, malamente sfruttati dal gruppo stesso.
E’ probabilmente qui che risiede il maggior interesse della compagnia spagnola, anche se non poche criticità seguiranno in questa vicenda, visto che diversi accordi internazionali potrebbero rallentare il processo di acquisizione e controllo degli asset brasiliani.
Molto probabilmente nei prossimi mesi Telefonica porterà il suo share in Telco al 66% prima di raggiungere la fatidica quota 70% (che richiede l’approvazione) e quindi l’acquisizione di azioni privilegiate (quelle nel portafoglio dei vertici aziendali).
La questione passa quindi alle regole di acquisizione e al potere decisionale all’interno del CDA, un’offerta dei vertici Telco (controllante di Telecom) vorrebbe il pagamento delle azioni Telecom ad 1.08€ (quasi il doppio del valore attuale) con in cambio una trasformazione delle azioni privilegiate ad azioni ordinarie, la quota di maggioranza passerebbe così a Telefonica.
La partita è ancora aperta e gli “ostruzionismi” politici lasciano in parte perplessi, certamente l’interesse di Telefonica non può risiedere solamente negli asset brasiliani, del resto Telecom è sempre il primo gruppo italiano di comunicazioni. Ostruzionismi di questo genere sono, in un mercato globale, un rallentamento e poco più, difatti il mantenimento di società “pubbliche” a conduzione privata tra l’altro in passivo perenne, rappresentano soltanto un tentativo di nazionalismo, tutto sommato evitabile quando ben altre dovrebbero essere le questioni, economiche e non solo, da affrontare con serietà e precisione, peccato che in questi casi non ci si possa avvalere di un aiuto.