Tennis. L’Italia si aggiudica la quarta Fed Cup della sua storia
di Giovanni Fabbri
Il 2013 così si aggiunge ai successi del 2006, 2009, 2010. Tutte vittorie che hanno un comune denominatore: Corrado Barazzutti. Il capitano azzurro ha eguagliato il record del canadese Berner e della leggenda Billie Jean King, entrambi condottieri della nazionale statunitense, e dello spagnolo Miguel Margets. Gli ultimi due punti, quelli che hanno definitivamente chiuso la finale contro la Russia, sono arrivati rispettivamente da Sara Errani e dal doppio di Flavia Pennetta e Karin Knapp. Sarita ha portato le azzurre sul 3-0 con una vittoria annunciata, sconfiggendo la ventiquattrenne Kleybanova con un nettissimo 6-1 6-1. Mai a rischio la partita della nostra giocatrice che, con rotazioni letali e delle percentuali altissime al servizio, non ha mai permesso all’avversaria di entrare in partita ed espoldere il suo dritto molto potente. Il doppio di Flavia e Karin ha poi fatto esplodere la festa italiana. Le due sovietiche Khromacheva e Gasparyan hanno potuto solo assistere all’esibizione azzurra e sono state sconfitte con il punteggio di 4-6 6-2 10-4. Dopo la gara, al centrale del Tennis Club di Cagliari è scoccata l’ora dei festeggiamenti ai quali si è aggiunta anche la non convocata Francesca Schiavone. Il risultato di 4-0 però non rende merito alla tanto grande quanto sofferta impresa italiana.
Le difficoltà per le nostre tenniste si sono concentrate infatti nei primi due incontri. Il primo punto, portato a casa sabato da Roberta Vinci ai danni di Alexandra Panova, è stato il risultato finale di una vera e propria battaglia. Fin dalle prime battute l’azzurra non è sembrata quella dei tempi migliori, anche a causa di un forte torcicollo che non le dava la possibilità di spingere. Un gioco da ragazzi allora per la russa portarsi in vantaggio di un set con il punteggio di 7-5. Nel secondo parziale il copione non è sembrato cambiare, la Panova si è ritrovata sul 5-2 in pochi minuti, ma proprio sul più bello la russa ha sbagliato tre match point, perso il servizio e permesso alla Vinci di rientrare clamorosamente in partita. Naturalmente a quel punto la sfida è cambiata, la nostra tennista ha infilato cinque giochi consecutivi ed è riuscita a riportare la sfida in parità aggiudicandosi il secondo set per 7-5. Nei pensieri di tutti gli spettatori presenti la terza partita sarebbe dovuta essere più in discesa rispetto alle prime due, una previsione rigorosamente sbagliata. La Vinci ha continuato a giocare un tennis opaco, senza comunque mollare mai per impegno. La sua avversaria si è trovata a servire per il match sul risultato di 5-4, l’azzurra ha però prima annullato un altro match point e poi ottenuto il break. Il quattordicesimo game è stato quello decisivo, la nostra atleta ha messo pressione al servizio della sua avversaria e ha finalmente sfruttato il secondo match point. Grande soddisfazione e lacrime di gioia dopo una lotta di 3 ore e 13 minuti. Una passeggiata di salute in confronto il punto del 2-0 di Sara Errani che in un’ora e 25 minuti di gioco si è sbarazzata della giovane Khromacheva, nonostante abbia dovuto controllare una pericolosa reazione sovietica nel corso del secondo set. Il resto lo abbiamo già detto, non resta che rinnovare i nostri complimenti a delle atlete che ieri hanno finito di scrivere un altro capitolo di storia del tennis.
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