Amarcord: l’entusiasmante volo del Modena di De Biasi
Nella fredda, nebbiosa e poetica via Emilia si fa largo il calcio fra un bicchiere di Lambrusco ed un altro. A Modena, in particolare, la locale squadra gialloblu appassiona i tifosi nonostante la compagine pallavolistica abbia il predominio cittadino grazie ai suoi trionfi in Italia e in Europa. Ma il Modena Calcio di Giovanni De Biasi fra il 2001 e il 2003 ha compiuto un’impresa che forse non vale quanto scudetti e Coppe Campioni della Pallavolo, ma resta ugualmente scolpita a grandi caratteri nella storia della città emiliana.
Nell’estate 2000, alla vigilia della stagione 2000-2001 che il Modena giocherà in Serie C1 per il settimo anno consecutivo, muore all’improvviso il presidente gialloblu Montagnani che aveva promesso di riportare la squadra in serie B e che non vedrà mai compiuto il suo sogno. La formazione emiliana è guidata in panchina da Giovanni De Biasi, giovane tecnico rampante, sulla panchina modenese già da un anno dopo aver condotto la Spal alla promozione dalla C2 alla C1 nel 1998 ed aver conquistato con gli stessi ferraresi la Coppa Italia di categoria l’anno successivo. Il Modena parte fra i favoriti nel campionato 2000-2001, nel girone A ci sono altre compagini costruite per il salto di categoria come Como, Livorno, Pisa e Cesena, ma la formazione di De Biasi prende immediatamente confidenza col campionato, il tecnico veneto capisce che l’organico assemblato da lui e dal direttore generale Doriano Tosi è amalgamato benissimo: l’asse portante della squadra è composta dal ruvido e carismatico difensore centrale Mauro Mayer, dal regista di centrocampo Omar Milanetto (all’occorrenza anche rigorista) e dagli attaccanti Diego Fabbrini e Giacomo Ferrari. L’inizio di stagione è folgorante: il Modena vince le prime 8 partite, sotto i colpi dei gialloblu cadono Spal, Arezzo, Lumezzane, Cesena, Alzano, Spezia, Lucchese e Varese; gli uomini di De Biasi giocano un ottimo calcio, veloce ed organizzato, ognuno svolge il suo compito con attenzione, il pubblico, che attende la serie B dalla stagione 1993-94, fa la sua parte affollando il piccolo ma caldo stadio Braglia. Dopo la sconfitta di Livorno e il successivo 2-0 inflitto alla Reggiana, il Modena cade a Como in una gara dai risvolti drammatici dopo l’aggressione del capitano lombardo Ferrigno che colpisce con un pugno il centrocampista modenese Bertolotti, finito in coma e costretto a vivere da allora in avanti con una placca di metallo nel viso e senza mai più giocare a pallone.
Fra Natale e Capodanno il Modena batte Brescello e Lecco ed è campione d’inverno nonostante il Como resti addosso ai gialloblu. Fino al termine del campionato sarà una lotta acerrima fra le due rivali che giungono alla penultima giornata praticamente attaccate: il Modena, comunque in testa alla classifica, gioca nel piccolissimo stadio di Brescello ed è seguito da quasi 5 mila sostenitori. La gara è durissima e non si sblocca, il Como sogna il sorpasso, gli emiliani non ci credono più. L’arbitro guarda il cronometro al 95′ ma lascia ancora giocare, causa infortuni e perdite di tempo; arriva anche il 96′ e poi il 97′ ma si prosegue. All’alba dell’ottavo minuto di recupero il Modena getta in area l’ennesima palla, forse quella della disperazione: l’attaccante Ciro Ginestra stoppa la sfera e senza starci tanto a pensare la inchioda in rete con violenza. L’esplosione dei tifosi modenesi è impressionante, è una vittoria che virtualmente vale una promozione, certificata una settimana dopo col 2-0 al Lecco in uno stadio Braglia completamente esaurito e che celebra il ritorno del Modena in serie B dopo sette anni. Festa grande in città, ma anche entusiasmo perchè la società è solida e la squadra è stata confezionata alla perfezione dal duo Tosi-De Biasi. Una gioia completata anche dalla vittoria nella Supercoppa di Serie C, vinta nel doppio confronto col Palermo.
Il Modena neoprmosso in serie B affronta il campionato 2001-2002 con l’obiettivo di centrare la salvezza il più presto possibile, ma anche con quello di stupire. De Biasi non cambia il suo credo tattico: squadra corta, ordinata ma propositiva. La rosa viene rinforzata dagli arrivi dell’esperto portiere Marco Ballotta, classe 1964, esperienza da vendere, campione d’Italia con la Lazio nel 2000, avventure in massima serie anche con Cesena, Parma, Brescia, Reggiana ed Inter, ma anche del centrocampista tuttofare Stefano Mauri e del talentuoso fantasista Andrea Rabito. Anche stavolta l’inizio di stagione è eccellente: il Modena batte 2-0 il Bari all’esordio con reti di Pasino e Rabito, ed è una vittoria storica, la prima al debutto in B dopo quasi 8 anni, la prima contro una delle formazioni favorite per la promozione, il Bari appunto, appena sceso dalla serie A. Nel secondo turno la squadra di De Biasi si ripete espugnando 2-1 Crotone, quindi stupisce tutti travolgendo il Napoli 4-1 alla terza giornata: è lì che in molti capiscono che il Modena sarà pure una neopromossa, ma è squadra vera, coriacea e pure spettacolare, i nomi dei calciatori non saranno altisonanti, ma lavorano, sudano e sanno ciò che vogliono, compreso il tecnico che non inventa nessuna filosofia se non quella del sacrificio per ottenere risultati che effettivamente arrivano. La squadra di De Biasi non intende fermarsi: travolge in casa 3-0 sia il Como che il Cagliari e vince sul difficile campo del Cosenza, ma soprattutto, il 28 ottobre 2001, vince 5-0 a Vicenza, al cospetto della favorita numero uno per la promozione ad inizio anno, un’impresa che spaventa la serie B: il Modena, ormai è chiaro, lotterà eccome per la promozione in A, una categoria che manca nella città emiliana da ben 38 anni. Nel girone d’andata i gialloblu perdono solamente due partite, in casa contro l’Empoli e a Palermo, e riaprono il duello col Como, promosso l’anno prima assieme a loro e, alla pari della squadra di De Biasi, capace di primeggiare anche in serie B.
Modena e Como in testa alla classifica anche in B e lanciate verso una doppia promozione che non vogliono farsi sfuggire. De Biasi predica calma, ma è evidente come a questo punto creda fortemente nel salto di categoria: l’annata è perfetta, la struttura della squadra anche, fallire l’obiettivo sarebbe delittuoso. E il Modena non fallisce, gioca tranquillo e sicuro della propria forza, aprile è il mese decisivo: arrivano 4 vittorie consecutive contro Palermo, Reggina, Sampdoria e Cittadella, antipasto di una promozione che non può più sfuggire ai calciatori in maglia gialla e calzoncini blu. Il 12 maggio 2002, con quattro giornate di anticipo, il Modena festeggia il ritorno in serie A dopo 38 anni grazie allo 0-0 in casa del Genoa; è un risultato inatteso alla vigilia ma meritatissimo, perchè gli emiliani hanno veleggiato nelle prime posizioni della classifica per l’intero campionato, mettendo in riga formazioni più blasonate ed economicamente più forti come il Napoli, le due genovesi, il Bari e il Vicenza. Diego Fabbrini, attaccante piemontese dei canarini, è il miglior marcatore della compagine di De Biasi con 16 reti all’attivo. Modena-Salernitana 5-2 del 2 giugno 2002 è una parata di colori gialloblu per salutare una squadra eccezionale e rendere omaggio ad un allenatore preparato, serio, sobrio ma elegante, pronto a giocarsi le carte a sua disposizione anche in serie A.
Pochi ritocchi per il Modena 2002-2003, il primo in massima serie dopo quasi quarant’anni: i nuovi titolari sono l’esperto centrocampista d’ordine Leonardo Colucci e l’attaccante calabrese Giuseppe Sculli, esploso l’anno precedente in serie B al Crotone. Per il debutto in serie A, il 14 settembre 2002, a Modena arriva il Milan di Carlo Ancelotti, costruito per vincere campionato e Coppa dei Campioni, che si presenta al Braglia con tipi del calibro di Nesta, Rivaldo, Inzaghi e Seedorf, tanto per citarne qualcuno. Rispetto alle due annate precedenti, al Modena stavolta treamano gambe e polsi: i gialloblu sono bloccati, nonostante qualche grattacapo allo squadrone milanista lo creino anche, ma non c’è storia, perchè il Milan segna due volte con Inzaghi ed una con Simic per un 3-0 che non ridimensiona le ambizioni di un Modena che vuole fortemente salvarsi. Il pubblico capisce e non fischia, anzi, si stringe attorno alla formazione di De Biasi nonostante il ko, anche perchè nel secondo turno di campionato i gialloblu danno vita ad un’impresa clamorosa che testimonia però come non siano arrivati in serie A per caso: si gioca Roma-Modena, lo stadio Olimpico attende una vittoria dopo la sconfitta dei giallorossi di Capello all’esordio col Bologna. La Roma parte forte e segna con Totti su rigore dopo 5 minuti; il Modena non si scompone, anche se l’avversario che ha di fronte è di altissimo spessore, De Biasi urla ai suoi giocatori di mantenere la calma e alla fine del primo tempo la gara vive la sua svolta: Panucci si fa buttare fuori dopo un’azione che regala al Modena un calcio di rigore, poi trasformato da Milanetto. Nel secondo tempo la Roma, pur ridotta in dieci uomini, si getta all’attacco, Ballotta compie una parata mostruosa su conclusione ravvicinatissima di Totti, quindi a dieci minuti dal termine, Sculli in contropiede beffa i giallorossi e regala al Modena una vittoria storica che cambia forse la stagione degli emiliani, rinfrancati dopo il debutto timoroso col Milan. Il girone d’andata dei gialloblu riserva ancora belle sorprese come il 2-1 sul Parma nel derby emiliano, deciso da un gol del giovane attaccante senegalese a ridosso del 90′, ma anche dell’onorevole sconfitta per 1-0 in casa contro la Juventus futura campione d’Italia, con rete incassata nel finale e dopo una serie di dubbie decisioni arbitrali a favore dei bianconeri. La squadra gira bene attorno ad una buona difesa e ad un centrocampo in cui Milanetto detta i tempi con ottima visione di gioco e con discreta personalità.
Il periodo peggiore arriva fra dicembre e febbraio quando il Modena non vince mai, iniziando a far serpeggiare qualche malumore fra la tifoseria: passi per le sconfitte di San Siro contro Inter e Milan, passi per i pareggi contro Roma e Torino, ma ciò che non va giù ai modenesi sono le gare contro Atalanta e Udinese, perse in casa meritatamente, la sconfitta di Empoli maturata nel finale di partita e l’1-1 al Braglia contro il Como ultimo in classifica, con beffa al 90′ per Ballotta e compagni. Il successo casalingo per 1-0 contro il Chievo (gol di Sculli ad un quarto d’ora dalla fine) del 23 febbraio 2003 è la nuova iniezione d’ossigeno per la truppa di De Biasi, bravo come al solito a mantenere concentrato il gruppo nonostante il momento di crisi. Il pareggio di Parma restituisce vigore al Modena, la vittoria nel derby col Bologna il 19 aprile è epica ed ancora oggi se ne parla nei bar e nei circoli di Modena: Kamara porta in vantaggio i gialloblu dopo un quarto d’ora, ma il Bologna non ci sta e con una doppietta di Signori ribalta la situazione, 1-2; il Modena si innervosisce, il pubblico rumoreggia, il Bologna acquisisce sempre più certezze: poi si scatena Sculli: l’attaccante di Locri realizza una doppietta fra il 73′ e l’86’ capovolgendo la gara, 3-2 per un Modena sempre più vicino alla salvezza. Il pareggio di Como e le due sconfitte di fila contro Udinese ed Inter rimandano la festa che si celebra solo all’ultima giornata quando a Brescia il Modena si accontenta del pareggio (2-2) per stappare lo spumante: la permanenza in serie A arriva al primo anno, la squadra di De Biasi ha ampiamente meritato il traguardo, chiudendo il campionato al dodicesimo posto dopo aver messo in mostra anche calciatori interessanti, da Mauri a Sculli, da Milanetto a Kamara, senza contare nonno Ballotta, il portierone gialloblu, nato nel 1964, anno dell’ultimo Modena in serie A e finito a difendere i pali della porta emiliana proprio al ritorno in massima serie.
La bella storia del Modena termina con la festa di Brescia, città in cui si trasferisce proprio il tecnico De Biasi che chiude la sua esperienza in Emilia, consapevole di aver raggiunto tutti gli obiettivi possibili ed immaginabili e che forse troppo altro non si poteva chidere nè a lui e nè al suo gruppo. In panchina viene chiamato Alberto Malesani, la stagione inizia male con due sconfitte nelle prime due uscite contro Inter e Udinese, quindi il pareggio in casa dell’Ancona e la prima vittoria in campionato contro il Bologna. Sembra l’inizio di una nuova favola anche perchè dopo i felsinei, i gialloblu battono anche Empoli e Lecce raggiungendo così tre successi di fila; ma il nuovo Modena non ingrana, nonostante una rosa non pessima e l’arrivo dell’esperto Nicola Amoruso in attacco. Anche lo spogliatoio non è lo stesso di prima, in particolare il tecnico Malesani ha svariati battibecchi con Ballotta, il senatore del gruppo, tanto che a marzo, col Modena precipitato in classifica e a seguito dell’1-2 casalingo contro la Reggina, l’ex allenatore del Parma viene licenziato e al suo posto arriva Gianfranco Bellotto che in serie A ha poca esperienza come tecnico ma che a Modena è già stato come calciatore negli anni settanta.
Non basta, gli emiliani pagano l’assenza di vittorie negli scontri diretti, specie in quello del Braglia contro il Siena alla penultima giornata quando i toscani vincono 3-1 celebrando la loro prima storica salvezza ed ipotecando la retrocessione degli uomini di Bellotto, ufficializzata una settimana dopo: Lazio-Modena 2-1 del 16 maggio 2004 è ad oggi l’ultima partita dei gialloblu in serie A, perchè nonostante qualche tentativo di risalita, la società emiliana non è stata più in grado di costruire organici di livello. Il Modena 2003-2004 retrocede fra la contestazione del pubblico, deluso da una stagione nata discretamente e gettata via a causa di uno spogliatoio spaccato e della poca concentrazione negli scontri diretti. Il Modena del biennio 2001-2003 resta così la squadra preferita dagli appassionati modenesi: quella scalata dalla C1 alla serie A in soli dodici mesi colloca quella formazione al primo posto nella storia del club, un ricordo impossibile da spegnere, forse impossibile da ripetere e per questo entrato nella leggenda.
di Marco Milan