Letta e lo schiaffo del soldato. Il Pd è quello che picchia più duro
di Fabio Grandinetti
Lo schiaffo del soldato politico sul premier Letta è cominciato ormai da tempo e il suo turno sembra infinito. Certo, seppur violento si tratta pur sempre di un gioco. Nessun compagno vuole assestargli il colpo fatale e, almeno per il momento, il suo governo mantiene l’equilibrio. Ma le “botte” verbali arrivano giorno dopo giorno un po’ da tutte le parti. Al passatempo da caserma non vuole partecipare il Nuovo Centrodestra del ministro dell’interno Alfano, la forza che finora lo ha sostenuto con maggiore lealtà. La nuova Forza Italia, al contrario, non si è mai privata del piacere di qualche sonoro ceffone, pur nascondendo la mano con aria distratta.
Ma sono i compagni di partito i “nonni” da caserma che sembrano divertirsi più di tutti. Ogni scusa è buona: partendo dalle larghe intese, passando per l’Imu, la legge di stabilità, il caso Cancellieri, in ogni occasione è arrivato uno schiaffo che, proprio perché democratico, forse ha fatto più male al presidente Letta. In questi casi il confine tra critiche legittime ad un governo che di sinistra non ha nemmeno la faccia e frecciatine strumentali per le campagne elettorali e congressuali è molto labile.
L’ultimo round dello schiaffo del soldato al premier risale a meno di 24 ore fa, alla Convenzione nazionale del Pd, l’ultimo appuntamento prima delle primarie dell’8 dicembre. «Il governo ha usato molto della nostra lealtà, pazienza e responsabilità – ha dichiarato Matteo Renzi – oggi è il momento per dire che il governo usi la nostra lealtà per poter essere efficaci negli investimenti. Se no le larghe intese diventano solo il passatempo per superare il semestre Ue». Quando Enrico si è girato Matteo ha aggiunto: «vogliamo che il governo arrivi alla fine del suo percorso con convinzione e saremo i più leali di tutti con Letta».
Pippo Civati, partecipante della prima ora, ha rifilato un colpo neppure tanto violento: «Il mio non è un disagio contro Letta e il suo governo ma nei confronti delle larghe intese. Ritengo che sia uno schema troppo impegnativo per un partito di alternativa come il nostro». Rivolgendosi ai compagni di scherzi ha poi suggerito: «A Renzi e Cuperlo io dico che ora bisogna passare all’azione. Che fatta la legge elettorale, si può tornare al voto». Tiè!
L’ultimo schiaffo è arrivato inaspettato. «Il governo adesso non ha più alibi. Deve scuotere l’albero perché i frutti cadano a terra il tempo è scaduto e a noi spetta gridare che l’austerità ogni giorno che passa è piombo nella ripresa». A usare queste parole è stato Cuperlo e dunque – morale della favola – tutti e tre i candidati alla segreteria del partito del premier sparano a zero sul governo.
La settimana che si apre oggi e che passa per il voto sulla decadenza di Berlusconi di mercoledì è un corridoio più che mai angusto per il Pd e per il suo governo. Viste le botte Letta la vivrà con un leggero giramento di testa.
E’ caduta già troppo la pioggia
perché possa cadere il governo.
Vedi Letta che fa il parapioggia
contro i fulmini del Padreterno,
contro Grillo, la Lega e la loggia
che ci vuole piombar nell’Averno
“Cancellieri, di qua non si sloggia!”
Grida Enrico sfidando lo scherno.
Su ‘sta cosa ci mette la faccia
perché deve pararsi il culetto
dal Matteo che gli fiata sul collo.
Il maltempo l’Italia minaccia?
Da un blindato sia tosto protetto
o a Steel-balls l’attributo vien frollo.