Gli italiani a pochi giorni dal 2012 tra crisi, statistiche e profezie Maya
di Lucia Grazia Varasano
L’ anno scorso davamo l’ addio al sacchetto di plastica non biodegradabile, 10 anni fa salutavamo la lira e il viso rassicurante di Maria Montessori. Alla soglia del 2012 gli italiani salutano Cita, lo scimpanzé amico di Tarzan morto per insufficienza renale, la lampadina ad incandescenza e i 150 anni dell’ Unità con la penisola governata dalla tecnocrazia che ha rimpiazzato Silvio Berlusconi.
L’ Italia saluta anche olgettinopoli, affittopoli, parentopoli, appaltopoli, vallettopoli, calciopoli, e paperopoli, portandosi dietro gli strascichi degli scandali che l’ hanno tormentata. L’ Italia alla soglia del 2012 è “fragile, isolata, eterodiretta” con una bed reputation internazionale, con l’ Europa che ci detta l’ agenda e i comuni sull’ orlo del default sociale. Dominata dagli indici della Borsa, dallo spread btp/ bund- il verso dell’ Eurolandia che fa eco in tutto il mondo- dal braccio di ferro tra finanza ed economia reale, tra tecnici e sindacati, e da un nuovo ballo che in classifica ha già superato finanche l’ alligalli. Si chiama “OlaDaGru”, i movimenti sono tipici dell’ onda da stadio, ma questa è fatta dai lavoratori sulle gru da cui ci salutano penzoloni.
L’ Italia alle soglie del 2012 è l’ Italia delle statistiche e delle contraddizioni. È l’ Italia delle lacrime e sangue, del bianco e del nero, della mancanza d’ alternativa politica, dei partiti frastagliati e della fine del bipolarismo, dell’ eterna lotta tra polenta e pajata. È l’ Italia di Lampedusa, dei campi rom, delle carceri lager, dei casi irrisolti.
Gli italiani del 2012 hanno tutti in garage una carriola con cui poter portare le banconote di euro- nell’ utopico caso della sua fine- per comprare 1 kg di pane, come l’ Argentina dicono. Anche perchè tra i beni di lusso bisogna annoverare la benzina, che sale in prima posizione con il suo 1,70 al litro, superando la cioccolata, che sembra sia in via d’ estinzione a causa del surriscaldamento globale.
Ah! E poi c’è lui l’ inquinamento. E se le domeniche a piedi non sono servite a frenare lo smog, ecco intervenuta lei, la nostra amica “crisi”. Un italiano su 5 ha infatti ridotto l’ uso del proprio veicolo prediligendo i mezzi di traporto, ma tempo di registrare le nuove tendenze “gli italiani scendono dall’ automobile“e in quasi tutte le città d’ Italia si registra un aumento dei costi per l’ uso dei messi di trasporto. Colpa dell’ anno passato, chiamato l’ anno dei tagli, tagli ai ai fondi per il trasporto pubblico locale, ai treni pendolari, alle lunghe tratte di “trenitaglia”. E poi non fai in tempo ad aggiudicarti il primato italiano dal titolo “l’ amore per i contanti“, che arriva la tracciabilità dei pagamenti. Colpa degli evasori fiscali, parassiti della società su cui si è addirittura mossa un’ efficacissima campagna istituzionale con una fine alquanto bizzarra “chiedi sempre scontrino o ricevuta fiscale”.
Gli italiani sfiduciati che non sembrano reagire alla crisi divisi tra pessimisti, attendisti, ottimisti, “uno su due- pensate – ha paura del futuro”. Nonostante i dati Eurostat sulla stagnante dinamica della popolazione l’ Istat prevede che nel 2065 la popolazione italiana sarà di 61 milioni, e l’ età media di 43 anni del 2011, si allungherà fino a quasi 50 nel 2065. Cioè a 78 anni, avrò da ritenermi un dinosauro, uscita dalla fascia nera della disoccupazione giovanile e in pantofole da un anno a godermi una misera pensioncina (e qui mi rifugio tra gli ottimisti).
Ai poveri nati che verranno dopo di noi, dovremmo spiegare che se nasci entro questi confini sei già segnato “a rischio” nell’ Italia dei rischi: rischio sismico, rischio idrogeologico, “a rischio povertà ed esclusione sociale”. E se sei immigrato o nato al sud rischi più del nord, la parte bella e ricca del Paese secondo i secessionisti, dove la mafia è un’ invenzione come la storia. E se è il consumo pro- capite ad indicare il livello di benessere anche più del PIL, bisognerebbe spiegare ai signur che la crescita Nord- Sud sono strettamente correlate. E la prova sono io e il mio amico Omar, e di chi come noi appartiene al meridione o viene da oltremare, ma consuma i risparmi al centro-nord.
E poi c’è lui “12”, il numero tristemente famoso, anno in cui i maya hanno annunciato la fine del mondo. Nulla di scientificamente provato, ma sta succedendo qualcosa in questi giorni che ha dell’ incredibile. La trasmissione del Grande Fratello sta per chiudere i battenti, e proprio alla dodicesima edizione, dopo 12 anni di instancabili successi. Molti tuttologi hanno visto nel calo dell’ indice d’ ascolto un dato rivelatore che il processo è in atto. Si è destato subito un immenso sconcerto alla diffusione dell’ indiscrezione che ha richiamato l’ attenzione del mondo scientifico, tanto che finanche lo scettico Alessandro Cecchi Paone, sembra stia rivisitando il suo “2012: Manuale contro la fine del mondo”. Altri invece, hanno visto nell’ evento la prova inconfutabile che una nuova evoluzione si stia affacciando all’ orizzonte, merito delle nuove teorie antropologiche su quanto sia il cambiamento delle pratiche culturali- connesso ai cambiamenti comportamentali ed ambientali che determinano- il vero motore dell’ evoluzione.
Qualunque cosa ci aspetti, non ci resta che augurarvi: Buon 2012!