I dati AlmaLaurea smentiscono i pregiudizi su Scienze della Comunicazione
di Tiziano Aceti
Alcuni giorni fa è stato pubblicato un articolo di Giovanna Cosenza docente di Semiotica presso l’Università di Bologna; l’articolo de Linkiesta.it, cercava, dati alla mano, di rovesciare quel luogo comune che tutti o quasi tutti gli studenti di Scienze della Comunicazione conoscono bene: quel pregiudizio che ritiene il suddetto corso di studio un corso facile e inutile.
Ovviamente ognuno è libero di pensarla come vuole, ma pregiudizi così duri nei confronti di questo corso di laurea sembrano alquanto eccessivi. I dati in questione, che non rappresentano certo verità assoluta, ma sono indicatori di un certo andamento, smentiscono in parte questi luoghi comuni. Con ciò non si vuol dire che fare Scienze della Comunicazione assicuri un posto di lavoro (come potrebbe sembrare dal titolo dell’articolo della professoressa Cosenza: Fai Scienze della Comunicazione e troverai lavoro), ma soltanto che vi è un’andamento differente da quello espresso dalle voci in questione.
ALCUNI DATI – L’indagine sulla condizione occupazionale dei laureati è fornita dal rapporto di AlmaLaurea che ha visto coinvolti 400.000 laureati, di cui 178.000 laureati post-riforma, 38.000 laureati di secondo livello e 29.000 laureati pre-riforma. Inoltre altre due studi hanno riguardato 92.000 laureati di primo livello dell’anno 2007 (quindi a tre anni dalla laurea) e 61.000 laureati del 2005 (a 5 anni dal conseguimento del titolo). I dati, tra gli altri, mostrano come nel 2010 a un anno dal conseguimento del titolo, dei laureati triennali in Scienze della Comunicazione lavorava il 46,5% non di meno rispetto ad altri laureati di tutti gli altri corsi che si attestano al 46%.
I COMMENTI – Testimonianze in tal senso provengono dagli stessi commenti rilasciati all’articolo di Giovanna Cosenza: Sono laureata in Scienze e tecnologie della comunicazione da 5 anni e ne lavoro da altrettanti. I miei colleghi di corso lavorano presso: Google, Peroni, 9REN Group, e altre multinazionali. Che dire, fortuna?Non credo. Chi ha scelto SDC per interesse oggi lavora e cerca di far carriera, anche se con molte difficoltà e penalizzazioni. Chi ha scelto, invece, questo corso di laurea per regalarsi un pezzo di carta probabilmente oggi o non ha lavoro o fa tutt’altra cosa. Così commenta Cristina Yang. Ma non sono tutte rose e fiori, infatti, in altri commenti il punto di vista è completamente opposto: Io ho due lauree, una in chimica, conseguita dieci anni fa e una in scienze della comunicazione che ho conseguito pochi mesi fa e che ho voluto fare visto che nel mio lavoro mi occupo di comunicazione. Il punto è che è vero che scienze della comunicazione è facile: davvero, è una laurea veloce che possono prendere tutti. Non c’entrano i voti, se la materia è facile si prendono un sacco di 30, ma è ovvio che questi 30 non valgono come un 30 in altre discipline. Questo, invece, è il commento di Paola B.
Al di là dei commenti di chi riporta le proprie esperienze e dei dati, che comunque restano importanti, la volontà di scegliere o meno un corso di laurea non dovrebbe lasciarsi influenzare da facili e superficiali pregiudizi. Seguire le proprie passioni, credere in quello che si fa è sicuramente la strada migliore da seguire.