Il Festival Rendez-vous presenta Tutta colpa del vulcano. Un altro successo per la Francia
di Sabrina Innocenti
All’interno della quarta edizione del Festival Rendez-vous – appuntamento con il nuovo cinema francese, iniziativa dell’Institut Français Italia e dell’Ambasciata di Francia, che si è svolto a Roma dal 2 al 6 aprile e proseguirà a Napoli, Bologna, Palermo, Torino e Milano fino al 10 maggio, è stata presentata in anteprima in Italia la commedia dal titolo Eyjafjallajökull – Tutta colpa del vulcano.
Una commedia francese del 2013, in uscita nelle sale italiane il 5 giugno 2014, che si inserisce alla perfezione in quel percorso che ormai da qualche anno il cinema francese sta intraprendendo per imporre i suoi piccoli gioielli cinematografici, specialmente quando poi si parla di commedie appunto, all’infuori dei loro confini. Anche in questo caso l’obiettivo potrebbe essere raggiunto con questa brillante commedia che ha tutte le carte in regola per riscontrare buoni consensi nelle nostre sale. Dai produttori di Quasi amici, diretto da Alexandre Coffre e con Danny Boon, volto ormai noto anche al pubblico nostrano grazie alle sue ottime interpretazioni in film come Supercondriaco, da poco apparso nelle sale, ma soprattutto grazie all’incredibile successo di critica e di pubblico ottenuto con Giù al Nord, a interpretare il protagonista maschile di questa divertente commedia.
Passando alla storia probabilmente la trama in sé e per sé non spicca per originalità, trattandosi essenzialmente di un road-movie in cui i due protagonisti, Alain e Valerie, divorziati ormai da anni, si ritrovano ad affrontare un viaggio che da Parigi li condurrà a Corfù per assistere al matrimonio della figlia Cécile, attraversando situazioni, spesso al limite, che li porteranno a riscoprire l’affiatamento e la passione dei tempi migliori. A rendere questa commedia un altro esempio del genio francese sono invece le situazioni, e soprattutto i dialoghi, che caratterizzeranno questo viaggio. Il via alla storia è dato dal vulcano islandese Eyjafjallajökull, di cui praticamente nessuno conosceva l’esistenza fino a quando nell’aprile del 2010 con la sua eruzione non ha paralizzato il traffico aereo di tutta Europa. I due protagonisti si trovano difatti inconsapevolmente sullo stesso aereo quando questo è costretto a un atterraggio di emergenza a Monaco a causa proprio della nube di povere. In una situazione disperata, raggiungere la figlia in Greca in soli tre giorni, condita da una (in)sana competitività genitoriale, i due si ritrovano così in viaggio insieme, un viaggio che li condurrà attraverso litigi, ripicche, recriminazioni, ferite, interne ed esterne, incidenti e divertenti guai con la legge verso la meta.
A colorire viaggio e film innanzitutto troviamo l’odio smisurato che queste due persone provano l’uno per l’altra, causa delle situazioni più paradossali, divertenti e a volte grottesche che si susseguono in 90 minuti di viaggi improvvisati e spericolati attraverso il Vecchio Continente. Ma il vero fiore all’occhiello del film sono sicuramente i dialoghi tra i due ex coniugi, divertenti, intelligenti, spigliati, dei botta e risposta con quella particolare vena ironica a cui la commedia francese, e non solo, ci sta ormai abituando.
I due protagonisti non potrebbero sembrare più differenti all’apparenza. Valerie è una donna facoltosa, affermata professionalmente, che ha sacrificato la sua vita, e in particolare i rapporti con la famiglia, per raggiungere la sua posizione; Alain invece rappresenta l’uomo medio, senza particolari aspirazioni lavorative, se non quella che gli ha consentito di aprire una piccola autoscuola, riversa tutte le sue attenzioni e il suo amore su sua figlia e sulla famiglia ricostruita con la nuova compagna. Due simili identità non potevano quindi che scontrarsi, ma ciò avviene con un equilibrio e una sinergia tale che durante tutta la narrazione non c’è mai un vincitore, ma la palla della vittoria viene costantemente e repentinamente rinviata dall’uno all’altra, realizzando così due personaggi diversi e complementari, in costante lotta ma essenzialmente complici, che non potevano che portare alla realizzazione di un viaggio esilarante ma a tratti anche molto interiore e intimo.