Ti ricordi di me? La seconda volta alla regia di Rolando Ravello

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di Azzurra Petrungaro

ti-ricordi-di-me-locandina-lowC’erano una volta un principe cleptomane e una principessa narcolettica. Dopo faticose prove e incessanti peripezie il principe riesce a far innamorare la principessa. A questo punto in ogni favola che si rispetti i due dovrebbero vivere per sempre felici e contenti. Nel nuovo film di Rolando Ravello succede più o meno così. C’è da dire che il principe non ha nessun certificato che ne sancisca il titolo, in compenso ha un posto da magazziniere in un grande ipermercato romano e un animo, quello si, piuttosto nobile. E ha la sua principessa. Che riesce a conquistare combattendo la diffidenza e la rigidezza di lei, ma che perde ciclicamente la memoria. Allora il principe è costretto a cercarla e a farla innamorare di nuovo, ogni volta.

È una fiaba, in senso moderno certo, ma ne conserva intatta la morfologia: troviamo gli aiutanti, interpretati da Paolo Calabresi e Susy Laude e l’antagonista, che ha il volto di Ennio Fantastichini. La trama è ingarbugliata, spassosa e accattivante. Gli stravolgimenti narrativi permettono a una commedia leggera di procedere spedita e lontana dalla banalità, lasciando gli spettatori costantemente con il sorriso sulle labbra e regalando anche attimi di romantica commozione.

Ti ricordi di me? è la seconda opera cinematografica di Ravello, che dopo una ricca carriera d’attore esordisce alla regia nel 2013 con Tutti contro tutti, dove veste anche i panni di attore al fianco di Marco Giallini e Kasia Smutniak. In quest’occasione però la sceneggiatura è opera di Paolo Genovese e il tocco dell’autore di Immaturi è evidente, ma i movimenti di macchina orchestrati da Ravello avvicinano il film alla più classica delle commedie americane degli ultimi anni. Ottima la fotografia di Vittorio Omodei Zorini, che regala colori accesi e dipinge una Roma soleggiata e primaverile, al massimo del suo incanto fiabesco.

In gran forma gli attori. La Angiolini sembra ormai essere diventata una garanzia per le commedie italiane degli ultimi anni, la sua recitazione riesce a far sognare e a non distaccarsi troppo dalla realtà e dal contesto italiano, in modo da non risultare mai sopra le righe e fuori luogo. Sembrano davvero lontani i tempi de “Un medico in famiglia” per Edoardo Leo, membro del collettivo L’Orchestraccia. L’attore che in questo momento è presente nelle sale italiane con La mossa del pinguino, diretto da Claudio Amendola, è anche un attivo sceneggiatore che ha collaborato alla stesura di questi due suoi ultimi film. La sua interpretazione convince e si amalgama perfettamente ai ritmi della sua partner femminile e a quelli comici di Paolo Calabresi.

L’ultima fatica di Ravello rischiava molto in termini di tematica, quello dell’amnesia è un filone piuttosto sfruttato nel cinema e nella letteratura, per citare solo un paio di esempi recenti come 50 volte il primo bacio del 2004 diretto da Peter Segal e interpretato da Adam Sandler e Drew Barrymore e Ti ricordi di me? il romanzo chick lit di Sophie Kinsella, edito nel 2008 e di cui il film in questione è omonimo, almeno nella traduzione italiana del testo della scrittrice londinese. Tuttavia l’ottima resa dei dialoghi e ottime tecniche di narrazione utilizzate, scongiurano il rischio di eventuali scopiazzature e scimmiottature, regalando al pubblico una piacevole commedia dalle tinte accese.

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