Apple acquisisce Beats – Cook muove la mela verso nuovi orizzonti
di Francesco Galati
Questo mercoledì appena trascorso rappresenta per la Apple una svolta, l’acquisizione di Beats Music e Beats Electronics per un totale di 3 miliardi di dollari è il segno del tempo, il CEO Tim Cook sta ora assumendo davvero il controllo di un’azienda che è sempre difficile scindere dal personaggio geniale che le ha dato i natali: Steve Jobs.
Si perché il 28 maggio Cook si è fatto carico della più onerosa acquisizione nella storia della Apple, Jobs l’innovatore forse non avrebbe dato il nulla osta per una simile operazione ma si sa, i tempi cambiano e forse anche un colosso come la Apple aveva la necessità di cambiare, e non come ha sempre fatto nella sua storia di ricercare ed innovare per creare nuove opportunità.
Per il colosso di Cupertino il segno del tempo comincia a mostrarsi, l’innovazione portata dall’ iTunes Store comincia a scemare e anche se la musica digitale acquistabile tiene abbastanza bene il mercato, al contempo la diffusione di musica ascoltabile gratuitamente con programmi come Spotify o con numerose webapp che permettono l’ascolto di musica in streaming, sta mettendo in discussione il modello di business musicale di Apple.
La mossa di Cook va perciò letta in questo senso, l’acquisizione di uno dei protagonisti del mercato musicale (anche e soprattutto con due produttori d’eccezione) come Beats Eletronics e di conseguenza del marchio Beats Music con le oramai celebri cuffie ideate dal rapper Dr. Dre e dal produttore musicale Jimmy Iovine.
Nell’acquisizione di Beats entrano a far parte del team musicale di Apple i due ideatori di Beats Dr. Dre e Iovine che diventeranno a tutti gli effetti dei collaboratori di Apple, che non si limita ad acquisire un marchio importante e famoso come Beats ma che riesce anche ad accaparrarsi due dei più innovativi e celebrati produttori del panorama musicale nella speranza di poter aumentare la propria competitività in questa nuova forma di business, lo streaming appunto.
La mossa di Tim Cook è quindi molto chiara, il modello “Jobsiano” di innovazione e ricerca quasi maniacale per proporre prodotti di altissima fascia sia qualitativa che di prezzo non viene certamente abbandonato, ma viene affiancato in maniera molto forte a delle incursioni – come società – anche in altri settori e business, cambiando ed adattando il proprio modello, anche se sempre con un occhio puntato all’innovazione come con il futuro iCar e con le presumibili future applicazioni nel campo della domotica, quando forse con un iPhone sarà possibile controllare tutti i parametri di casa dalla temperatura all’illuminazione passando per la visione remota di sistemi d’allarme, ma la sfida qui si fa dura poiché un altro colosso è già pronto a dare battaglia: Google.
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