Libri – The Giver. Chi vuole una vita perfetta?
In The Giver, Jonas ha dodici anni e vive in un mondo perfetto. Nella sua Comunità non esistono più guerre, differenze sociali o sofferenze. Tutto quello che può causare dolore o disturbo è stato abolito, compresi gli impulsi sessuali, le stagioni e i colori. Le regole da rispettare sono ferree ma tutti i membri della Comunità si adeguano al modello di controllo governativo che non lascia spazio a scelte o profondità emotive, ma neppure a incertezze o rischi. Ogni unità familiare è formata da un uomo e una donna a cui vengono assegnati un figlio maschio e una femmina. Ogni membro della Comunità svolge la professione che gli viene affidata dal Consiglio degli Anziani nella Cerimonia annuale di dicembre. E per Jonas quel momento sta arrivando…
The Giver è un romanzo distopico molto particolare. Pur se simile ad Hunger Games e Divergent, non c’è un presidente o un dittatore da combattere. Al contrario, tutti sono felici seppure conducendo una vita priva di amore, odio e libertà.
Certo, vivono tutti una vita tranquilla e felice, ma cosa succede se una persona esce da questa campana di vetro? E proprio qui troviamo Jonas, un bambino che sarà incaricato del compito di Accoglitore di memorie, che grazie al suo mentore e predecessore, verrà a conoscenza del mondo delle sensazioni, dei sentimenti, dell’amore, dell’odio e del dolore – persino della fame e della guerra – fino a raggiungere il punto in cui comprende quanto sia futile e falsa la società in cui vive.
Se vi mettete nei panni del protagonista, potete immaginare quanto sia difficile passare dal nulla più assoluto alla conoscenza del mondo intero e delle sue memorie passate. Non è di certo un compito piacevole, né tanto meno un peso facile da reggere per le spalle di un bambino di dodici anni. Insieme alle cose amare della vita, però Jonas imparerà anche cosa sono i colori, cos’è la musica, cos’è l’amore verso bambini indifesi e anche cos’è la neve e la gioia che una cosa semplice, come la festività di Natale, può portare. Jonas sarà dunque costretto, incoraggiato dal Donatore – il suo predecessore – a prendere una decisione estrema.
Scritto come se fosse un racconto per bambini, questo volume racchiude in sé, invece, molte domande etiche e morali. Fa mettere in dubbio ciò che conosciamo e che non conosciamo, chiedendoci se le decisioni che la società a volte ci impone sono giuste, o se tante volte sia meglio commettere degli errori.
Un libro che nella sua semplicità riesce a carpire e porre in dubbio tematiche forti come l’eutanasia e l’infanticidio.
Me ne occuperò subito, signore. La ringrazio per le sue istruzioni- disse la voce
“Me ne occuperò subito, signore. Me ne occuperò subito signore” ripeté Jonas con feroce sarcasmo “Farò tutto quello che vuole, signore. Ucciderò, signore, Anziani? Neonati? sarò lieto di ucciderli, signore. La ringrazio per le sue istruzioni, signore. In cosa posso esserle u…”
Il Donatore lo afferrò fermamente per le spalle, costringendolo al silenzio.
“Ascoltami, Jonas. Non possono comportarsi diversamente. Loro non sanno niente.”
“Questo me lo ha già detto”
“Te l’ho detto perché è vero. È la loro vita. La vita che è stata creata per loro. La stessa che avresti avuto tu, se non fossi stato scelto come mio successore.”
Questo libro ci ricorda che la vita che viviamo non ci è dovuta, ma è qualcosa che abbiamo la grandissima fortuna di avere. E’ un libro che non solo fa pensare, ma anche ricordare chi siamo, da dove veniamo e cosa potremmo diventare.
Un libro dal finale aperto che lascia spazio a più domande che risposte, ma che sicuramente provoca forte reazioni nella mente dei lettori.
Come dice nella prefazione Tommaso Pincio si rischia di invogliare i piccoli a ribellarsi così come ha fatto Jonas benché questi abbia ragione. Ma Pincio ci fà anche notare che solo parlare ad un ragazzo è un rischio in tal senso, perché potrebbe interpretare male le nostre parole o scegliere di interpretarle a modo suo. Ma cos’è questa se non la libertà?
(di Arianna Catti De Gasperi)
Note sull’autrice, Lois Lowry:
Nata a Oahu (Hawaii, USA) da Robert e Katherine Landis Hammersberg, il cognome mostra le origini norvegesi della discendenza paterna. Prima di dedicarsi alla letteratura per ragazzi è stata una fotografa e giornalista freelance nel corso degli anni settanta. Il suo stile giornalistico attirò l’attenzione della casa editrice Houghton Mifflin, che dopo un po’ di pressione riuscì nell’intento di farle scrivere il suo primo libro, A Summer to Die, pubblicato nel 1977.
Nella sua carriera da scrittrice ha vinto due volte la prestigiosa Medaglia John Newbery, la prima volta nel 1990 per Conta le stelle (Number the Stars) e successivamente per The Giver (1993).
Tra i temi preferiti di Lowry nelle sue opere vi sono il razzismo, l’Olocausto, l’omicidio e le malattie terminali. Le sue opere sono presenti in molti istituti statunitensi e sono parte integrante di test curricolari.
La maggior parte delle opere della scrittrice sono inedite in italiano.