Santoro-Travaglio: storia e precedenti di un rapporto in costante declino
Ancora non si spegne la polemica tra Marco Travaglio e Michele Santoro, una scintilla divampata nella serata di giovedì scorso durante la puntata di Servizio Pubblico che si è trasformata in un vero e proprio incendio mediatico. A far imbestialire il giornalista de Il Fatto Quotidiano erano state le parole di un angelo del fango di Genova, invitato da Santoro in trasmissione per parlare della tragica alluvione del capoluogo ligure.
Il giovane ragazzo si era permesso di far notare a Travaglio che il contenuto delle sue critiche rivolte a Claudio Burlando, governatore della Liguria, non era completamente esatto. Idea malsana evidentemente. “Qui mi sembrano tutti matti”, le parole di Travaglio a Santoro. A Burlando invece: “non ho voglia di stare ad ascoltare le sue porcherie”. Il conduttore allora, non potendo rimanere inerme davanti a tanto nervosismo, lo aveva invitato a non insultare gli ospiti e ascoltare le altrui posizioni. Una soluzione che evidentemente non fa parte del codice comportamentale di Travaglio che aveva preso appunti e cappello abbandonando il Teatro 3 di Cinecittà anzitempo.
Un gesto che ha provocato reazioni di stupore su tutta la stampa nazionale. Che il rapporto tra Santoro e Travaglio sia davvero arrivato al capolinea dopo tanti anni di grandi successi? Difficile dirlo. Certo è che non si può parlare di episodio del tutto inedito. Nel lontano febbraio del 2010 accadde infatti qualcosa di simile. Durante la trasmissione Annozero, il giornalista torinese dovette subire gli attacchi personali di Nicola Porro e Maurizio Belpietro. Argomento: le frequentazioni con persone poco raccomandabili di Travaglio stesso che nel frattempo stava attaccando Maurizio Formigoni, governatore della Lombardia, per gli stessi motivi. Travaglio minacciò di lasciare lo studio e il giorno successivo chiese a Santoro di non invitare più certi personaggi in trasmissione. Le parole di risposta del conduttore non furono poi così diverse da quelle pronunciate giovedì scorso: “Gli ospiti non devono mai essere messi in discussione, anche loro rappresentano un pezzo di Italia”. Un’incomprensione che non impedì ai due di continuare il rapporto professionale e alla trasmissione di Rai Due di ottenere altri grandi successi in termini di ascolto.
Questa volta invece la frattura sembra più grave del previsto. I rapporti tra Santoro e Travaglio sono forse ai minimi storici da qualche mese a questa parte. Frizioni causate dai pochi ascolti del programma e dall’orario di intervento di Travaglio stesso, molto vicino alla mezzanotte: una soluzione che lo stesso giornalista non gradirebbe particolarmente. Il conduttore invece avrebbe pensato di posticipare il più possibile lo spazio dedicato al condirettore de Il Fatto perché il suo atteggiamento critico, a volte quasi intimidatorio, stava spingendo molti ospiti a declinare gli inviti di partecipazione a Servizio Pubblico. L’episodio di giovedì sera sottolinea probabilmente che il pensiero di Santoro non sia poi così privo di fondamenti e che i talk show possono continuare ad avere successo solo se fondati sulla libertà di pensiero. L’Italia è probabilmente esausta delle liti e degli attacchi sistematici nei confronti di chi ha idee differenti dalle proprie. Il successo di Renzi e il lento declino di consensi di Grillo lo dimostrano in pieno. A Travaglio non rimane che adattarsi.
(di Giovanni Fabbri)