Tor Vergata apre l’anno accademico. Il Rettore: “Più soldi per gioco d’azzardo che per Università”
Lunedì 17 novembre, presso l’Aula Magna della facoltà di Economia si è svolta la cerimonia di inaugurazione dell’anno accademico dell’Università di Roma Tor Vergata. Oltre ai rappresentatnti dell’Ateneo, tra cui il Rettore Giuseppe Novelli, era presente anche una folta rappresentanza di altri atenei italiani. Tra i relatori anche la Presidente della Camera, Laura Boldrini e il vicepresidente della Regione Lazio, Massimiliano Smeriglio.
L’ateneo apre così il suo trentaduesimo anno di attività, con dati estremamente positivi circa l’anno 2013/2014: 5.000 immatricolati, un pari numero di laureati, 112 corsi di studi, di cui 11 in inglese, oltre 2.000 tra professori, ricercatori e personale amministrativo.
Dati che rappresentano un percorso di constante tentativo di crescita e miglioramento, come sottolineato dal rettore Novelli, parlando di quella da lui considerata come vocazione primaria dell’Università italiana: “produrre e trasferire conoscenza per innescare quell’indispensabile circolo virtuoso tra sapere, cultura, ricerca e sviluppo, di cui l’Italia ha bisogno per tornare a crescere”.
Missione che non è facile svolgere nel nostro Paese oggi: nonostante l’alta qualità della formazione offerta negli atenei italiani, i finanziamenti sono tra i più bassi nell’Unione Europea: tra i dati presentati nella relazione introduttiva anche la spesa media a persona per finanziare l’università, 100 €, contro i 300 € a persona spesi per finanziare il gioco di azzardo.
A fronte di questi dati, il rettore ha anche citato la proposta avanzata dalla Conferenza dei Rettori al Presidente del Consiglio, ovvero di legare il finanziamento delle Università al Pil. Una scelta che mostra pieno sostegno e fiducia nel futuro dell’Italia: “Se il Pil mondiale è costituito per il 50% dalla cultura e dalla formazione, noi non siamo preoccupati, anzi”.
In questo clima di fiducia, però è necessario continuare a innovare: proprio la parola innovazione è uno dei termini chiave per rappresentare il futuro e lo sviluppo dell’Ateneo romano. Sempre più attenzione verrà posta alle nuove sfide che un’università moderna deve affrontare, con uno sguardo attento all’internazionalizzazione, all’interdisciplinarietà e all’intersettorialità. Molteplici sono i progetti avviati da Tor Vergata in queste direzioni, non solo per offrire più opportunità ai propri studenti, professori e ricercatori, ma anche per mantenere quella vivacità intellettuale che dovrebbe contraddistinguere ogni luogo di formazione e diffusione della conoscenza.
Lo sguardo al futuro ha anche caratterizzato l’intervento di Laura Boldrini, che si è rivolta direttamente agli studenti ricordando loro che ogni generazione ha un compito da portare a termine, a seconda del periodo storico e delle problematiche. I giovani di oggi, di missioni ne hanno ben due: realizzare il sogno degli Stati Uniti d’Europa e portare l’Italia fuori dalla crisi. Come ha poi precisato la Presidente della Camera, “il vostro compito è prendere l’Italia per mano e liberarla dalla crisi economica che sta soffocando il Paese e che è anche crisi di politica, di valori e di prospettiva. Dovete ragionare, farvi delle domande e darvi delle risposte che siano di visione”. Visione che è stata il tema centrale anche degli interventi delle relatrici successive, Giorgia Matteucci e Giulia Cara.
La prima è dottoranda di ricerca in Biologia, Vincitrice del Bando Regionale Lazio “Torno Subito”, un finanziamento di ricerca. La ricercatrice è stata uno dei pochi vincitori del bando che ha deciso di rimanere in Italia, nonostante offerte vantaggiose ricevute dall’estero: una scelta coraggiosa, dettata dalla fiducia . “Sono convinta, ha poi aggiunto, che il mio Paese abbia bisogno di giovani ricercatori che continuino a tenere alte le eccellenze della ricerca e che diano quella spinta innovativa di cui il Paese ha bisogno, riuscendo magari a colmare il gap tra ricerca e imprese”.
Giulia Cara, invece, è una studentessa dell’Ateneo, addetta stampa di una start up nata e formata da studenti di Tor Vergata, Easy Dinner. “Oggi noi giovani, ha dichiarato, ci troviamo a un bivio: arrenderci ai disagi provocati dal mutamento del paradigma università-lavoro, oppure trasformare questo momento difficile in un’opportunità da sfruttare in maniera produttiva, grazie ai nuovi mezzi che la modernità ci offre”.
Due storie che rappresentano due atteggiamenti non solo positivi, ma propositivi, che concretizzano tutto quello che l’Università di Roma Tor Vergata vuole offrire e realizzare per gli Studenti e per il Paese.
(di Francesca Parlati)