Chi racconterà alla nonna che con la laurea non si lavora?
Il Natale si avvicina e le nonna, che solitamente non si lascia scappare mai nulla e che ha un fiuto da vero investigatore privato, è pronta a tempestare di domande i suoi adorati nipoti. Ce l’hai il/la fidanzato/a? Quando ti sposi? E poi le due più temute di questi ultimi anni: Quando ti laurei? Hai trovato il posto fisso? Ecco che lì insorge l’imbarazzo. Perché in Italia se a laurearsi sono in tanti, a trovare un lavoro stabile sono sempre meno.
Le università italiane continuano a “sfornare” laureati, ma il lavoro? Dov’è quel bellissimo impiego dei sogni, quello che si pensava fosse semplice trovare dopo la laurea? Le qualifiche ci sono, le competenze non mancano, magari c’è anche una bella esperienza. Eppure spesso i curriculum restano dei semplici pezzi di carta che finiranno con l’essere immediatamente cestinati.
Certo, in realtà, navigando nel web e leggendo i giornali, capita di imbattersi in annunci apparentemente interessanti e in linea con le proprie aspettative. Peccato però che spesso si tratti di annunci volti ad un solo obiettivo: lo sfruttamento. E peccato che i dettagli si vengano a scoprire solo in seguito ad un primo colloquio conoscitivo.
Come quanto accaduto ad alcuni ragazzi che, dopo aver letto l’annuncio di un’azienda che cercava segretari e altre figure qualificate, in cui si promettevano ottimi guadagni, hanno scoperto che dovevano invece trascorrere un’intera giornata per strada, cercando di convincere i negozianti a stipulare ambigui contratti relativi all’energia elettrica.
C’è poi il caso dei promoter che devono lavorare sei giorni su sette full time e che il guadagno lo vedono con il binocolo perché a loro spetta il compito di convincere i passanti a firmare contratti e se i contratti non sono abbastanza, il guadagno è pari a zero.
Gli stage o tirocini sono poi la forma di sfruttamento più alta perché talvolta si lavora per mesi gratuitamente o con un rimborso spese pari a 400 euro con l’illusione di una futura assunzione (che ovviamente non arriverà mai). Ora 400 euro per nove ore lavorative cosa sono? Senza contare che spesso tocca fare anche gli straordinari e che quegli straordinari non saranno mai pagati. Ma oggi, dopotutto, quei 400 euro sono diventati quasi un lusso. Meglio averli che non averli. C’è chi accetta di “lavorare” gratis solo per fare esperienza, per quale motivo rifiutare 400 euro?
I più fortunati un impiego lo trovano, magari anche bello. Si percepisce un buono stipendio però si lavora giorno e notte, sabati e domeniche, talvolta senza nemmeno un contratto, ossia in nero. E questo tipo di lavoro è uno dei più denigranti che esistano poiché di fatto si lavora come gli altri, con impegno e costanza, si raggiungono anche importanti risultati, ma di fatto il lavoratore non c’è sul luogo di lavoro. E’ un fantasma.
Il capitolo dei concorsi pubblici è un capitolo a parte. Qualcuno a vincere un concorso ce la fa, purtroppo però la maggioranza dei candidati resta fuori con l’amaro in bocca. Colpa delle raccomandazioni e di un paese dove la meritocrazia non esiste.
Così si va avanti tra lavori saltuari e si prova ad accontentarsi. Si cercano lavori di ogni tipo, mettendo da parte le lauree e i master, in fondo quelli non servono a molto. Si fa domanda per fare le badanti, i commessi, i camerieri. Ma anche lì la maggior parte delle volte i laureati non sono visti bene. Troppo qualificati.
Chi glielo dirà ora alla nonna che il posto fisso non esiste più, che non ci sarà una pensione, che i giovani non riescono più a lavorare? Chi le racconterà che sposarsi, prendere una casa, avere una famiglia, sono diventati solo dei sogni? Forse la soluzione c’è: fare le valige e andare via. Ma la nonna sarà felice di veder partire i suoi nipoti con gli occhi bassi, per colpa di un lavoro che non c’è?