I Dieci Comandamenti di Roberto Benigni

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Roberto Benigni
Roberto Benigni

“Vederla fa bene al cuore”. Tra i tanti apprezzamenti rivolti a Roberto Benigni per il suo show “I dieci comandamenti”, questo è il più esaustivo e veritiero.  Seguire l’esegesi del Decalogo cristiano  è stata una vera medicina benefica per molti italiani che, nelle serate del 15 e 16 dicembre, hanno aperto le coscienze alla riflessione, allo svelamento, alla conoscenza. Tra questi vi era anche uno spettatore speciale: Papa Francesco, il quale, stando alle indiscrezioni, avrebbe telefonato allo showman toscano per complimentarsi con lui.

Quasi venti milioni di spettatori totali hanno sperimentato, in altre parole, il vero potere del mezzo televisivo: diffondere consapevolezza e cultura, rendendo “democratici” e agevoli argomenti generalmente elitari e difficilmente comprensibili nel loro significato più intrinseco.
Certamente non si presenta tutti i giorni la possibilità di indagare il messaggio più profondo e nascosto dei Dieci Comandamenti donati da Dio a Mosè sul Monte Sinai, come narra la tradizione cristiana. L’operazione compiuta quotidianamente, nella maggioranza dei casi, è indurre i ragazzi vicini a ricevere la Prima Comunione a imparare mnemonicamente questo sacro Decalogo, tralasciando una spiegazione più approfondita sul significato celato dietro le parole “più famose dell’umanità”.
Occorre dedicare uno studio lungo e mirato per dispiegare e svelare il messaggio nascosto tra le pieghe di quelle “regole” che il mondo cristiano conosce per tradizione ed è tenuto a rispettare. Occorre, poi, una grande maestria e una profonda dote comunicativa per trasmettere le conoscenze derivate da questo processo di studio a una platea tanto variegata e multiforme quale quella televisiva.

Analizzando i dati Auditel relativi alle due lezioni condotte da Roberto Benigni, si può affermare che l’attore toscano ha confermato di possedere queste capacità, già dimostrate negli anni passati con gli show sulla Divina Commedia e sulla Costituzione . Le due serate targate Rai 1 hanno ricevuto un grande favore di pubblico: 33% di share nella prima serata con 9,1 milioni di spettatori e il 38.32% di share nella seconda serata e oltre 10 milioni di spettatori.
Grazie al supporto di una equipe di studiosi che ha affiancato l’attore nel precedente processo di approfondimento e ricerca,  Benigni ha saputo intrattenere una vasta platea con lo strumento della cultura e della conoscenza. I numeri lasciano ulteriormente e piacevolmente stupiti se si pensa che dati Auditel di tale livello nel 2014 sono stati raggiunti soltanto durante i Mondiali del Brasile e l’esordio di Sanremo. Segno che il pubblico televisivo necessita di un palinsesto provvisto  sia di programmi di puro intrattenimento, tipici della più antica tradizione italiana quali varietà o match sportivi, sia di show caratterizzati da un alto profilo culturale e conoscitivo. Conseguentemente, ciò significa che quando la televisione si esprime nella sua forma più alta è capace di raggiungere ascolti da capogiro, registrando un alto gradimento di pubblico.

Nel corso delle oltre due ore a serata dedicate all’esegesi dei Dieci Comandamenti non sono certamente mancati momenti satirici, uno tra tutti l’iniziale riferimento ai fatti di Mafia Capitale. Particolarmente apprezzata è stata anche la battuta legata al comandamento “Non rubare”: « È un comandamento per noi italiani, ad personam», così lo ha definito scherzosamente il Premio Oscar, raccogliendo risate amare e applausi desolati da parte di una platea attenta, fremente, assetata di conoscenza.
Una platea che non ha raccolto la provocazione di quanti hanno polemizzato sul compenso esagerato ricevuto da Benigni per queste due lezioni di sana riflessione, dedicate non soltanto ai fedeli cattolici ma a tutti coloro capaci di trascendere dalla dimensione prettamente religiosa per cogliere il significato profondo di un testo che parla innanzitutto di rispetto, etica,amore prima ancora che di fede.

Perché gli italiani non si sono indignati di fronte ai 4 milioni di euro che, stando alle indiscrezioni, Benigni avrebbe guadagnato per il suo show?

Forse, perché sono troppo impegnati a indignarsi per le vicende di malaffare che tutti conosciamo. Forse, perché a fronte dei tanti inutili sprechi, spendere una tale cifra per uno spettacolo illuminante e altamente pedagogico appare equo e giusto.
Oppure perché sono consapevoli dell’importanza di seguire a ogni costo un monito espresso da versi non presenti nella Bibbia ma altrettanto famigliari per Roberto Benigni: Fatti non foste a viver come bruti, ma per seguir virtute e canoscenza” .

(di Giulia Cara)

 Fonte immagine: http://www.termometropolitico.it/1144499_roberto-benigni-raiuno-i-dieci-comandamenti.html

 

 

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