Erasmus Plus: varcare i confini europei è più facile
12 milioni di euro extra stanziati dall’Italia per garantire la mobilità a una platea più ampia di studenti universitari (ma anche a personale accademico e docenti): è un dato che rincuora e fa tirare un respiro di sollievo dopo le continue minacce di tagli al progetto Erasmus, divenuto “Erasmus Plus” dal 1 gennaio 2014. Tale budget si aggiunge ai 121 milioni di euro in più provenienti dall’Europa per assicurare la partecipazione a 20mila studenti e insieme confluiscono nei 14,7 miliardi che la Commissione europea ha destinato ai programmi di istruzione, formazione e volontariato per il periodo 2014-2020.
La novità più consistente riguarda le mete di studio. I confini di Erasmus Plus, infatti, si allargano e considerano anche destinazioni extra europee. Il progetto, dunque, acquisisce una dimensione globale, non più continentale. L’opportunità di varcare le barriere territoriali era già stata offerta dai master di Erasmus Mundus, confluiti da un anno nell’enorme universo Erasmus Plus, che contiene, tra gli altri progetti, anche il Comenius e il Leonardo Da Vinci.
Il messaggio lanciato durante la presentazione dal titolo «Erasmus+ 2015: la Dimensione Internazionale dell’Istruzione Superiore», avvenuta a Milano il 15 e 16 gennaio, è chiaro: le borse di studio saranno più consistenti per gli studenti “globe trotter”. I giovani che arriveranno in Italia da paesi extra continentali riceveranno incentivi economici più consistenti e così anche i colleghi italiani che sceglieranno di studiare oltre i confini europei: si parla, in media, di 650 euro al mese contro i 250. La strategia del nuovo programma Erasmus è ben delineata e segue un duplice obiettivo: attrarre studenti stranieri negli atenei europei, favorendo, dunque, un aumento di prestigio per le università del continente e garantire, allo stesso tempo, una maggiore mobilità ai giovani che intendono sperimentare un periodo di studio in strutture extra Ue. In tal modo si intende evidenziare l’importanza di conoscere altre realtà e di usufruire dei vantaggi che possono provenire da tale scoperta. Aderire al progetto Erasmus Plus, infatti, significa varcare confini non soltanto fisici ma anche mentali: uscire dalle consuete aule universitarie, cimentarsi con una nuova lingua, incontrare persone provenienti da ogni parte del mondo sono elementi che rappresentano un momento formante e necessario, soprattutto per il futuro lavorativo.
Secondo uno studio condotto dalla Commissione europea, infatti, i giovani che hanno maturato un’esperienza Erasmus hanno maggiori possibilità occupazionali e soltanto il 23% di loro risulta essere senza lavoro: circa la metà dei coetanei che non sono usciti dai confini nazionali a scopi formativi.
Il 92% dei datori di lavoro ricerca nei dipendenti proprio le competenze che possono derivare soltanto da un periodo di studio all’estero e il 64% di chi ricopre ruoli importanti nelle risorse umane afferma che il soggiorno di studi oltre i confini nazionali è indispensabile per velocizzare gli avanzamenti di carriera. Senza contare i vantaggi personali che possono derivare dall’adesione al programma Erasmus: il contatto con persone appartenenti a culture diverse, la necessità di contare soltanto sulle proprie forze, sono condizioni essenziali per sviluppare una maggiore coscienza di sé e ampliare le proprie prospettive relazionali. Conoscere e apprezzare luoghi, tradizioni e pensieri diversi influisce in modo determinante sul bagaglio culturale e sulla personalità di ogni individuo.
Il rinnovato Erasmus Plus continua dunque a seguire l’ obiettivo tracciato dal suo antenato fin dal 1987: curare la formazione e la crescita delle nuove generazioni, anello principale del mondo di domani.
(di Giulia Cara)