“Tattoo Motel”: il realismo lirico di Davide Cortese

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tattoocopertina2Un alone mitico pervade la lettura di Tattoo Motel (Lepisma Edizioni), esordio narrativo del poeta Davide Cortese. Una favola neo-orfica, così mi piace definire gli sprazzi di vita creati e fissati sulla pagina dalla penna di Cortese, proprio come l’ago di un tatuatore segna per sempre la pelle dell’essere umano. Le parole in fondo non sono altro che segni, simboli, che stanno a significare qualcos’altro. Parole che arrancano la vita. Le parole come onde percuotono la riva. Riva e vita. Nell’umana illusione di lasciare qualcosa di sé oltre l’eterno.
Le parole avvolgono da subito il lettore trasportandolo nella realtà di un tattoo motel: un’atmosfera atipica per essere lo studio di un tatuatore: un ovale di Rimbaud, due candelabri antichi, una statua raffigurante Ganesh, un grammofono, una poltrona. Le pagine sembrano emanare una luce calda e precisa che delinea i corpi dei due protagonisti, Eva e Dan, che proprio nel tattoo motel s’incontrano e si amano.
Un viaggio che parte dal corpo -quello di Eva che decide di farsi tatuare per stabilire un contatto innanzitutto fisico con il tatuatore- e finisce su un altro corpo- quello di Dan, il tatuatore che diventa passivo all’ago di Eva. Un ribaltamento di ruoli che porta i due amanti ad amarsi oltre il corpo, oltre il confine labile della pelle. La paura di Dan di non riuscire più ad amare dopo la morte di sua moglie Diana e l’insopportabile follia di tatuare corpi appena morti vengono affrontate grazie al piccolo Nico, figlio di Dan e anello che congiunge i due protagonisti.
Necessaria la resa quando il bisogno d’amore urla (come in un quadro di Munch) e pretende di essere ascoltato. Un eros delicato e forte celebrato da un linguaggio sensuale, immacolato, aleatorio.
Il tutto inserito in una narrazione che procede per flash descritti con uno stile paratattico che incalza gli eventi. Un climax ascendente che culmina in una profonda ricerca d’amore. Pagina dopo pagina, prosa e poesia convergono nell’alveo immaginifico del racconto, in omaggio al prosimetrum, genere letterario della tradizione letteraria nostrana, dalla Vita Nova di Dante ai Canti Orfici di Dino Campana.
Ma la struttura narrativa abbozzata con sapienza da Cortese si rivela anche nell’originale uso della seconda persona quando si parla della protagonista femminile, come se l’autore volesse raccontare ad Eva -personaggio immaginario- la sua stessa storia o, probabilmente, per distaccarsi da quella figura femminile con la quale teme di identificarsi.
A ben guardare Tattoo Motel si presta ad una trasposizione in chiave cinematografica; la capacità di descrivere visivamente gli eventi in progressione non necessariamente temporale ricorda la sensibilità artistica di Pier Paolo Pasolini, in particolare quella di Teorema (1968), in cui la costante ricerca d’amore (e quindi di senso) trascende il corpo e giunge dritta all’anima.
Dunque, amore, follia e morte si intrecciano e provengono da un’unica radice: la passione, intesa nel senso etimologico del termine, patior cioè soffrire. Talvolta è necessaria una catabasi, una discesa nei meandri dei propri ricordi per poi risalire e farsi accogliere da una luce nuova.
Come Orfeo scende negli Inferi cercando di riportare la moglie Euridice in vita, ma senza riuscirci, così Dan sulla soglia dell’Ade comprende di aver perso sua moglie, per sempre. Ma oltre il varco che separa la solitudine e la possibilità di salvezza, un’altra donna attende il tatuatore: Eva.
E da questa nuova consapevolezza muove l’espressione viva e rivelatrice di Davide Cortese.
Ecco i versi di chiusura dell’opera:
Vorrei poter accarezzare i tuoi demoni,
due dita, a scivolargli sul volto.
Vorrei scendere nel tuo inferno
e bruciarmi nel tuo fuoco di dolore.
Vorrei guardarti dentro agli occhi
e cercare nell’iride una pace.
Mutino i segni sul volto dei demoni:
accarezzàti sapranno sorridere,
e il fuoco impuro che ti divora
potrà salvarti tornando a scaldare.
L’alto è la volontà della fiamma,
passione la sua danza di luce.
L’inferno ti illumina il volto
perché mai possa conoscere il buio
il tuo ineffabile sorriso di dio.

www.lepismabooks.com
http://www.ibs.it/code/9788875372286/cortese-davide/tattoo-motel.html

(di Anna Piscopo)

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