Idonei ai concorsi e invisibili per lo Stato
Lo scorso 11 febbraio Piazza Montecitorio è stata teatro di una protesta contro l’ennesima beffa italiana. A scendere in piazza questa volta è stata una rappresentanza degli idonei ai concorsi pubblici, per far sentire la propria voce contro le norme della nuova Legge di Stabilità che annunciano il blocco delle assunzioni fino al 2016 e annullano la possibilità di assunzione per gli oltre 80mila nomi presenti nelle graduatorie a rischio cancellazione.
Sono giovani donne e uomini che hanno studiato, hanno delle competenze e si sono impegnate per superare al meglio le prove concorsuali. Sono un popolo di fatto invisibile, perché rimasto fuori dalla macchina statale e oggi il rischio di restare immobili in un’attesa senza speranza di assunzione è sempre più vicino e minaccioso.
Infatti, se con la nuova Legge di Stabilità il governo Renzi è convinto di creare 800 mila nuovi posti di lavoro, non è stata trovata una soluzione per il blocco delle assunzioni statali che resta attivo fino al 31 dicembre 2016. Se l’unica conseguenza di questa situazione fosse dover aspettare tempi più lunghi per raggiungere la certezza dell’assunzione, il problema non sarebbe così grave come invece si presenta: attendere più del dovuto è una condizione purtroppo abitudinaria negli ultimi anni e non sarebbe stato quell’anno in più a piegare tutti quegli aspiranti lavoratori sfiniti, demotivati ed esausti per l’interminabile blocco del turn-over. Come dire, se si tratta di un problema di attesa, si può anche portar pazienza . Ma, se il rischio è l’annullamento definitivo delle graduatorie di coloro che hanno superato un regolare concorso e aspettano soltanto di poter esercitare il loro sacrosanto diritto al lavoro, la situazione diventa ben più complessa.
Bloccando le assunzioni fino al 31 dicembre 2016,infatti, la Legge di Stabilità invalida le graduatorie degli idonei ai concorsi statali, la cui scadenza è stata prorogata a dicembre 2016 dalla legge D’Alia. Scadenza che coincide, guarda caso, con il termine del blocco delle assunzioni. Ciò significa che dal 1 gennaio 2017 le liste d’attesa degli idonei non saranno più valide e, per riaprire il regolare e salutare meccanismo del ricambio generazionale, bisognerà bandire nuovi concorsi e procedere ad assunzioni ex novo. Risultato? Porte chiuse alle oltre 80 mila persone che hanno superato le selezioni per diventare dipendenti statali e alle loro speranze di un futuro inserimento.
Non c’è dubbio che il mondo del pubblico impiego necessita di una giusta revisione: tanti sono gli enti in cui cinque dipendenti smaltiscono una “mole” di lavoro che potrebbe essere svolta da una sola persona; tante sono le situazioni, invece, in cui grava l’assenza di personale determinata dal blocco delle assunzioni, come accade, per esempio, nel campo della sanità pubblica. Tuttavia, riorganizzare una macchina così complessa non significa annullare il diritto di veder concretizzati sacrifici e studio; non significa vanificare il concetto stesso di “idoneo”. “Idonei” sono coloro che nei concorsi pubblici non hanno ottenuto un risultato tale da garantire l’imminente inserimento lavorativo ma, forti delle garanzie dell’Articolo 97 della Costituzione e della promessa di un posto, attendono un’occupazione non appena le condizioni permettano l’entrata di nuovi lavoratori. Il problema è che, da una parte, il numero di idonei è cresciuto vertiginosamente (si parla di 84.040, di cui 36.127 nelle liste degli enti locali e 31.277 nella sanità, secondo le stime del Formez – Centro servizi, assistenza, studi e formazione per l’ammodernamento delle P.A. ) e, dall’altra, il panorama lavorativo risulta tutt’altro che confortante.
Tale situazione ha gettato nel panico tutte quelle persone intrappolate nel limbo delle graduatorie-senza-uscita e rappresentate dal Il Comitato XXVII Ottobre, che lo scorso 11 febbraio si sono riunite in piazza Montecitorio, mobilitando anche il popolo social grazie al lancio degli hashtag #idoneiinpiazza2015, #piùsicurezza e #nobloccoassunzioneidonei. La giornata di mobilitazione sembrava aver aperto uno spiraglio, dopo un incontro il deputato Aniello Formisano, presidente del Comitato per la Legislazione e Alessio Mercanti, presidente del Comitato nazionale XVII ottobre. Tuttavia, è giunta ben presto la replica del Ministro della Pa Madia, che ha nuovamente evidenziato la priorità riservata ai vincitori di concorsi e l’assenza di garanzie per gli idonei.
Lungi dall’arrendersi e forte dei numerosi segnali di solidarietà provenienti dal mondo politico, il popolo “invisibile” degli idonei si dice pronto a utilizzare nuovamente l’arma della piazza per reclamare un diritto che, in situazioni normali, non avrebbe bisogno di alcuna manifestazione di difesa.
(di Giulia Cara)
Fonte immagine: omniamagazine.it