Giornata Mondiale del Rene, intervista al Dottor Quintaliani

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Il rene. Piccolo, ma importantissimo organo del nostro corpo, il protagonista dello scorso 12 marzo. Grande afflusso alle strutture. Partecipazione attiva alle attività promosse. Anche video e foto virali sui social. Ma non parliamo solo dell’Italia. La Giornata, infatti, si è svolta a livello mondiale. Parola d’ordine: sensibilizzazione dell’opinione pubblica. I numeri, infatti, inesorabili, ci raccontano di patologie in continuo aumento a carico di questo apparato. Ma azioni di controllo e prevenzione potrebbero arginate la situazione. Non si tratta di terrorismo psicologico. Ma di informazione. Prevenzione. Diagnosi precoce. Tramite esami molto semplici, quali quello delle urine e quello del dosaggio della creatinina nel sangue. Abbiamo incontrato il Dottor Giuseppe Quintaliani, Coordinatore del Governo Clinico della SIN, Società Italiana di Nefrologia, per un approfondimento su questo delicato tema. Ma anche per parlare di costi sanitari e sociali, conseguenti le malattie renali, di formazione dei giovani, già nelle scuole, e di donazione di organi e molto altro ancora.

 

Dottor Quintaliani, si è da poco conclusa la Giornata Mondiale del Rene 2015. Certamente, i sempre crescenti numeri di nuovi malati e di necessitanti di dialisi, sembrano parlar chiaro. Ma il “quadro clinico”, nazionale e internazionale, è veramente così grave?
La diagnosi di IRC, ovvero insufficienza renale cronica, viene posta quando si ha una stima del filtrato glomerulare inferiore a 60 mil/min con prognosi peggiore se è presente albuminuria. In Italia si stima che circa il 4% della popolazione ne sia affetta. Parliamo, quindi, di circa 2 milioni e mezzo di persone. Questa patologia, se non trattata, può portare a complicazioni importanti come: l’ingresso in dialisi, una maggiore morbilità cardiovascolare, l’insorgere di gravi complicazioni a livello del metabolismo osseo, del quadro ematologico, dell’equilibrio acido base, oltre a gravi alterazioni del quadro biochimico che spesso richiedono terapie precoci appropriate. Proprio per tutte queste gravi complicazioni cliniche, oltre ai non sottovalutabili costi, l’insufficienza renale, sta riscuotendo così tanta attenzione in tutto il mondo.

A proposito di costi, alcuni anni fa, uno studio Censis effettuato in collaborazione con la Società italiana di nefrologia, tra cui era presente il Dottor Battaglia, specialista nefrologo siciliano, ha evidenziato che i costi della dialisi si aggirano intorno a 50.000€  all’anno per ogni paziente. Se si moltiplica questa cifra per circa 38.000 pazienti, solo in Italia, si ottiene una cifra veramente esorbitante. A preoccupare, non solo l’aspetto prettamente economico per il Servizio Sanitario Nazionale, con ricoveri, visite, complicanze e necessità di farmaci, ma soprattutto un incredibile costo di tipo sociale, a carico dei malati e delle loro famiglie. Solo un anno fa, finalmente, dopo anni d’indifferenza, è stato licenziato un decreto ministeriale avente per oggetto la malattia renale cronica. Che così ha avuto, finalmente, la giusta attenzione. Sfociata, tra l’altro, nell’inserimento nei LEA, sia della malattia sia di molti esami che prima erano a carico del portafoglio del paziente.

La malattia renale cronica è un’entità subdola, occorre dirlo chiaramente. La sua sintomatologia spesso sfugge. E non risulta evidente se non a livelli molto alti di perdita della funzione renale. Per tale motivo è necessario porre sempre molta attenzione agli “indizi”, seppur piccoli. Quindi, nel momento in cui si effettuano esami periodici, è necessario far sempre inserire l’esame delle urine e della creatinina. In soggetti ipertesi, diabetici, obesi e sopra i 65 anni, è necessario, poi, almeno una volta all’anno, eseguire una valutazione nefrologica. A chi si trovasse affetto da una IRC, tra le raccomandazioni più importanti, si devono annoverare: il trattamento dietetico e il controllo dell’ipertensione. Un corretto trattamento nutrizionale è in grado  non solo di apportare poche proteine e, quindi, non sovraccaricare il rene di lavoro inutile, ma di modificare e normalizzare diversi parametri come la fosforemia, l’acidosi, la colesterolemia, la potassiemia, le fibre etc. Il trattamento dietetico nutrizionale è in grado soprattutto di ritardare l’ingresso in dialisi  e quindi ha anche un notevole effetto di risparmio, dei costi di cui parlavo prima.

 

Dottor Quintaliani, insomma, ci racconti. Quali le reazioni che ha potuto raccogliere tra colleghi e gente comune durante la Giornata Mondiale del Rene 2015? Si può ritenere soddisfatto o si può fare ancora molto di più?
Quest’anno si è voluto dare molta importanza alla prevenzione. In particolare alla prevenzione della IRC. Si è pensato ad una delle abitudini spesso negletta: la necessità di bere. L’acqua è il motore fondamentale del rene. E quindi si è deciso di invitare la gente a bere. Non solo le persone colpite da malattia renale, ma tutti devono cercare di comprendere quanto sia importante far arrivare “questa benzina” al rene stesso. Si raccomanda di bere non più di 1,5 litri di liquidi al giorno. Ricordiamo che i liquidi sono dappertutto: vino, frutta, brodo, tisane etc. Quest’anno, in particolare, abbiamo avuto tantissime persone che si sono fatte fotografare bevendo. Tra questi, in Umbria, hanno partecipato il rettore e il prorettore, che si sono fotografati nelle auliche stanze del rettorato, e anche la Presidenza della Regione Umbria. La partecipazione è stata molto ampia e convinta e spesso è divenuta un gioco: bere e selfie! Selfie e bere!

 

Dottor Quintaliani, perdoni la domanda. Ma quando si parla di medicina e salute siamo tutti piuttosto profani. Ci può spiegare brevemente come funziona e perché questo organo così piccolo è così importante?
Il rene svolge numerose funzioni: controllo dell’equilibrio della componente idrica e dei sali dell’organismo; elimina le scorie del metabolismo dovute alla introduzione delle proteine; svolge numerose funzioni nel controllo di numerosi ormoni; controlla il metabolismo del calcio; la formazione di globuli rossi; controlla la pressione arteriosa etc. Il rene, se sofferente, contrariamente ad altri organi (come cuore, polmoni, fegato, intestino ed altri) non riserva la maggior parte dei sintomi a se stesso. Ma determina una serie di alterazioni metaboliche praticamente in tutto l’organismo. Questi sintomi, tra l’altro, sono spesso presenti in fase molto  precoci della malattia e spesso assolutamente ignorati perché del tutto asintomatici. Un tipico esempio è l’iperparatiroidismo che si sviluppa come meccanismo di protezione nei confronti della ipocalcemia e iperfosforemia. Si può arrivare a gravi alterazioni generali come l’anemia, causata dalla mancata produzione di eritropoietina a livello del rene, le alterazioni del metabolismo calcio fosforo con l’osteoporosi e l’osteomalacia, dovute all’innesco di complessi meccanismi che portano un aumento del fosforo e del paratormone fin da fasi molto precoci della malattia, alterazioni dell’equilibrio acido base con acidosi che spesso viene ad interferire con molti processi metabolici. Senza dimenticare il ruolo fondamentale che il rene ha nell’ipertensione e nei confronti dell’apparato cardiovascolare.

 

Dottor Quintaliani, quindi, concretamente: cosa fare, nella vita quotidiana per mantenere i nostri reni in salute? E quali possono essere i primi sintomi che occorre riconoscere di un malessere di questo organo? Cosa fare, quindi, subito, senza attendere neanche un attimo?
Fortunatamente o sfortunatamente, l’insufficienza renale non comporta segni o sintomi particolari a meno che non si arrivi a livelli molto avanzati di malattia. Circa due anni fa in letteratura si è avuto un grosso dibattito se effettivamente sia giusto effettuare uno screening massivo della malattia renale cronica oppure limitare l’esame ad alcuni tipi di soggetti a rischio. Attualmente si preferisce consigliare questi esami a soggetti  con età superiore a 65 anni o ipertesi,  diabetici, sovrappeso  o con familiarità di malattia renale. Per fare diagnosi, però, non servono sofisticate apparecchiature, ma due semplici ed economici esami: la creatinina e l’albumina nelle urine. In effetti si è visto che questi  esami sono estremamente utili nell’individuare soggetti che abbiano una insufficienza renale anche se modesta. È necessario tuttavia procedere ad alcune elaborazioni, che permettano di valutare il grado di insufficienza partendo dalla sola creatinina, inserendone il valore nel sistema (equazioni) insieme ad età, sesso e alle volte anche il peso del paziente. Molti laboratori si sono attrezzati per fornire in automatico la stima della funzione renale ottenuta da questi semplici parametri che, escludendo il peso, sono comunemente disponibili al momento dell’esame. In ogni caso sia formule in rete, che molte applicazioni per smartphone, sono attualmente in grado di fornire automaticamente il grado di insufficienza renale inteso come millilitri al minuto a partire dai parametri che abbiamo indicato. Questo è un punto fondamentale in quanto è ormai chiaro da tempo che non esiste in pratica un valore normale della creatinina, ma questa deve essere rapportata all’età e al sesso del paziente. Continuare a valutare il grado di insufficienza renale con la sola creatinina senza un’ulteriore elaborazione è un grave errore che spesso può portare ad  ignorare una insufficienza renale proprio nella fase in cui potrebbe essere più facile e più utile intervenire. Alla creatinina è necessario, come detto, aggiungere anche l’albuminuria per una valutazione più aderente alle linee guida.

 

Dottor Quintaliani, parliamo del delicato tema del trapianto di organi. È vero che si può vivere benissimo con un rene solo e che, potenzialmente, ciascuno di noi potrebbe donarne uno risolvendo così questo problema? Inoltre, secondo la sua esperienza, dove si crea il cortocircuito informativo-disinformativo rispetto a queste tematiche?
Tutti i report scientifici ci dicono che non c’è nessun danno dal rimanere con un solo rene, sia nel caso di donazione, sia nel caso di nefrectomia chirurgica (trauma, tumore) o per  monorene alla nascita. In realtà, però, se la natura ha deciso di darci due reni un motivo ci deve essere, come succede per i polmoni, gli occhi etc. Quindi la donazione deve venire da un atto di amore, solidarietà e disponibilità verso gli altri. La donazione deve essere un atto consapevole e maturo e non può essere un obbligo. Tuttavia, alcune cose possono esser fatte, con l’obiettivo di far diventare la donazione un atto consapevole e non una richiesta nel momento del dramma. Ad esempio, si sta provando a manifestare il proprio dissenso alla donazione, ovvero si da per scontata la disponibilità, invece che la negazione. In altre parole, tutti si considerano donatori tranne quelli che abbiano chiaramente manifestato il dissenso. Ciò riduce di molto il numero di rifiuti sia alla donazione da vivente, sia da cadavere. In Umbria, ad esempio, al momento del rinnovo della carta di identità, si invita l’utente ad esprimere la propria posizione nei confronti della donazione. Una misura che sicuramente potrà aumentare di molto le donazioni. In ogni caso in Italia il numero di donazioni e trapianti è in continuo aumento e rapidamente ci siamo portati da fanalino di coda al terzo posto in Europa. Negli ultimi 20 anni  infatti il numero dei trapianti è triplicato, passando da circa 1000 nel 1992 a quasi 3000 nel 2014. Siamo quindi preceduti, in Europa, solo da Spagna e Francia, con una percentuale di sopravvivenza del paziente che, nel caso dei trapianti di rene, supera il 96%. L’Italia aveva il tasso di donazione tra i più bassi dell’Europa occidentale. Ma tutto è cambiato con la morte del piccolo Nicholas Green, il bimbo americano ucciso sull’autostrada Salerno Reggio Calabria. I genitori decisero infatti di donare i suoi organi. Il gesto colpì ed emozionò l’opinione pubblica italiana. E sin da subito, dopo la morte di Nicholas, le donazioni s’impennarono e, nei successivi dieci anni, sono cresciute fino a triplicare.

 

Dottor Quintaliani, chiudiamo in bellezza. Cosa si sente di dire per incentivare alla prevenzione e alla donazione?
Come abbiamo detto la donazione deve essere un atto consapevole frutto di amore e disponibilità. Ma bisogna anche capire ed informare. Donare un rene ad un amico, un coniuge, un fidanzato è un atto di amore che non porta danni se non nel maledettissimo caso sfortunato nel quale, poi, si danneggi l’altro rene rimasto. Ma questo non è preventivabile e prevedibile in nessun caso. A mio modo di vedere, fondamentale risultano gli spot pubblicitari che spieghino come la morte sia la morte. Parlo di spot pubblicitari perché con la pubblicità’, fatta da bravi pubblicitari, si possono ottenere grandi risultati. Altro aspetto che mi sembra importante è andare nelle scuole, portando informazione e formazione. Le nuove generazioni daranno sicuramente i migliori risultati se adeguatamente informate e formate. Il mio sogno sarebbe proprio quello di poter sapere che, ogni anno, nell’ultimo anno del ciclo superiore, ci sia una lezione obbligatoria sulla cultura della donazione che magari frutti un punto, prezioso, nel concorso per le ammissioni universitarie a  specializzazioni scientifiche. Infine, per chi volesse saperne di più vorrei segnalare tre link. Il primo, per capire l’importanza del rene, come organo: https://www.youtube.com/watch?v=jqlbkxggvA0&list=PL94FC52CF116447A4&index=5. Il secondo inerente l’importanza di fare test per la malattia renale: https://www.youtube.com/watch?v=_mO-wItME-E&list=PL94FC52CF116447A4&index=1. E l’ultimo sull’importanza del bere, per la conservazione dell’organo: https://www.youtube.com/watch?v=KYWJ8fUaOY0&list=PL94FC52CF116447A4&index=12

(di Eloisa De Felice)

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One thought on “Giornata Mondiale del Rene, intervista al Dottor Quintaliani

  1. Ciao,

    Siamo qui ancora una volta a comprare rene per i nostri pazienti e hanno accettato di pagare una buona somma di denaro a tutti coloro che desiderano donare un rene per salvare loro e quindi se siete interessati ad essere un donatore o se si vuole salvare una vita, si sta per scrivere sul l’e-mail qui sotto.

    Questa è un’opportunità per voi di essere ricco va bene, vi assicuriamo e Gurantee si del 100% delle transazioni al sicuro con noi, tutto sarà fatto secondo la legge guilding donatori di rene.
    Quindi, non perdere altro tempo, gentilmente scrivere noi su irruaspecialisthospital20@gmail.com

    Irrua ospedale specializzato di insegnamento.

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