Spagna. L’ascesa di Podemos

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podemos cuadradoÈ una delle maggiori novità offerte dal panorama politico europeo e alle elezioni amministrative spagnole dello scorso 24 maggio ha messo in seria crisi il sistema politico spagnolo e il suo tradizionale bipartitismo, avanzando in tutto il Paese e conquistando la guida di Barcellona con Ada Colau.

“Podemos”, il partito iberico di accademici e attivisti sta mettendo sotto sopra l’assetto della politica spagnola. Le sue origini affondano nel movimento degli Indignados, nato nel 2011 per protestare contro le politiche di austerity causate dalla crisi economica in Spagna. Il 12 gennaio 2014 alcuni intellettuali e accademici spagnoli redigono e presentano un manifesto affinché il movimento si trasformasse in una lista elettorale da presentare alle elezioni europee previste per il maggio successivo. Alla sua costruzione partecipano anche alcuni partiti minori di sinistra, come “Izquerda Anticapitalista” e viene scelto il termine che definirà questa nuova forza politica: “podemos”. Due giorni più tardi dopo lista e nome viene scelto anche il portavoce: Pablo Iglesias, che il 16 gennaio viene presentato al Teatro del Barrio a Madrid, nel distretto di Lavapiés.

Pablo Iglesias. Nato a Madrid nel 1978, è un giovane professore di scienze politiche presso l’Università Complutense di Madrid. Ha spiccate doti comunicative che mette in pratica dal 2003 conducendo la trasmissione televisiva “La Tuerka”, in onda sull’emittente del digitale terrestre Tele K e sul web e attraverso numerose comparizioni televisive come opinionista in diversi programmi televisivi spagnoli. L’anticapitalismo ha sempre contraddistinto le sue azioni, nella sua trasmissione TV ha ospitato leader come l’ecuadoriano Rafael Correa o il boliviano Evo Morales. Nel maggio 2014 dopo esser stato eletto portavoce di Podemos, viene eletto europarlamentare per la stessa forza partitica.

Podemos. Tra i principali cardini del movimento di sinistra nato dal basso compare l’ambientalismo, in termini di investimento in energie rinnovabili, nella riduzione drastica del consumo di combustibili fossili e nell’incentivare la produzione locale di cibo, soprattutto da parte delle piccole e medie imprese. Non meno importante il rinnovamento della classe politica spagnola, considerata “casta”, (anche se per Podemos il concetto di casta si estende a quelle aree di controllo in cui il potere politico ed economico si intreccia e coincide, alle élite del Paese che sono tali per patrimonio e reddito), la nazionalizzazione di numerosi servizi del Paese, l’introduzione di un salario minimo garantito e la limitazione dell’intervento sull’economia spagnola da parte di lobby, banche e organizzazioni internazionali.

Sono evidenti molti punti in comune con il M5S ma altrettanto evidenti sono le differenze. In Podemos infatti la catena di comando è chiara e determinata da altrettanto chiari meccanismi elettivi, la gestione e la verifica delle votazioni on line è stata affidata a società esterne e indipendenti, consentendo un uso trasparente della democrazia diretta, le alleanze politiche vengono ritenute possibili e auspicabili, da concordare e da sottoporre a votazione degli iscritti tramite la Rete, inoltre Podemos è contraddistinto da un orientamento decisamente europeista e fa un uso massiccio della comunicazione televisiva attraverso una presenza massiccia del suo portavoce nei talk show e nei salotti catodici.

L’ascesa. Dopo le elezioni europee del maggio 2014, il consenso conquistato da Podemos è continuato a crescere secondo tutti i sondaggi, superando addirittura popolari e socialisti nel novembre dello stesso anno. L’ultimo giorno di gennaio del 2015 il partito riesce a portare alla Puerta del Sol a Madrid, centocinquantamila persone, per manifestare contro il governo. Le ultime elezioni amministrative dello scorso 24 maggio hanno registrato un netto successo dei candidati sostenuti da Podemos, Ada Colau, eletta sindaco di Barcellona, ne è divenuta il simbolo. A Madrid, roccaforte dei popolari da circa un ventennio, Manuela Carmela candidata di Podemos, anche se non ha vinto le elezioni, è comunque riuscita a far perdere la maggioranza dei seggi al partito di Mariano Rajoy.

Ora si corre verso le politiche del prossimo dicembre, staremo a vedere se la tendenza della parabola di Podemos e del suo leader Iglesias, continuerà ad essere ascendente e se questo basterà a regalare alla Spagna un governo di Indignados.

di Azzurra Petrungaro 

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