Ciclismo: Giro d’Italia, Nibali in rosa, Wiggins e Hesyedal abbandonano
Il Giro d’Italia perde due tra i protagonisti più attesi alla vigilia. Per Nibali la strada per la conquista del primo Giro d’Italia sembra spianata, ma dovrà prestare attenzione ad Evans ed Uran, diventato capitano della Sky, dopo il ritiro dell’inglese. Dopo questo week end che prevede due tappa di alta montagna, si avrà un quadro più chiaro della situazione.
ALTOPIANO DEL MONTASIO – Il primo vero arrivo in salita tradizionalmente non dice chi vincerà il Giro, ma chi non lo potrà vincere. Quest’anno l’amaro verdetto riguarda Ryder Hesyedal, vincitore della scorsa edizione della corsa rosa. Il canadese è andato in difficoltà sulle rampe delle prima salita di giornata di Passo di Cason di Lanza ed è arrivato al traguardo con un ritardo superiore ai 23 minuti. Un’eternità.
Nibali ha corso con grande sicurezza: il siciliano ha guidato il gruppetto dei big, resistendo alle menate di Evans che invece hanno fatto male a Wiggins e Scarponi, staccati di una ventina di secondi, per poi chiudere al terzo posto e conquistare otto secondi preziosi di abbuoni. L’ennesima giornata infelice di Wiggins ha dato il via libera ad Uran, che scattato a 8 km dalla conclusione, è arrivato solitario al traguardo. Per il colombiano terzo posto in classifica e grande rammarico per aver perso oltre un minuto nella tappa di Pescara per aiutare il proprio (ex?) capitano.
VAJONT – La tappa dedicata alle vittime della catastrofe del Vajont purtroppo inizia macchiata dal primo caso di doping del Giro d’Italia. Si tratta di Sylvain Georges, 28 anni dell’Ag2r La Mondiale, risultato positivo ad un controllo subito dopo la tappa di Pescara. Nelle sue urine sono state trovate tracce di epitamol, una sostanza che viene utilizzata per allargare i vasi sanguigni.
La tappa è stata vinta dal lituano Navardauskas, già in maglia rosa nel 2012 al termine della cronometro a squadre di Verona. Il corridore della Garmin è riuscito a staccare uno ad uno i suoi compagni di fuga nella salita finale verso Vajont, centrando il suo secondo successo stagionale. Piazza d’onore per Davide Oss, l’ultimo a mollare al ritmo del lituano in salita. Immutata la classifica generale con Nibali sempre in rosa.
TREVISO – Nella tappa più corte del Giro d’Italia, solo 134 km, poi ridotti a 129 per motivi di sicurezza, Mark Cavendish centra la vittoria numero 100 della sua carriera. Nelle voltate di gruppo a ranghi completi non c’è né per nessuno: il velocista dell’Isola di Man è una spanna superiore alla concorrenza. Il treno della treno dell’Omega Pharma Quick Step è perfetto: Trentin e Steegmans fanno un lavoro incredibile nei chilometri finale. Per Cavendish, che parte ai 200 metri dall’arrivo, è quasi più facile del solito andare a prendersi anche il traguardo di Treviso, il terzo di questo Giro d’Italia dopo l’esordio di Napoli e la volata di Margherita di Savoia. Agli avversari, Bouhanni secondo e Mezgec terzo, solo le briciole.
CHERASCO – La 13° tappa non vede al via Ryder Hesjedal e Bradley Wiggins che protagonisti di un Giro sottotono decidono di ritirarsi dalla corsa rosa. Il canadese si era presentato in grande forma, ma non è riuscito a ripetere le performance dello scorso anno, perdendo tanto nella crono di Saltara e sprofondando in salita nella tappa dell’Altopiano di Montasio.
Decisamente più sfortunato l’inglese, venuto al Giro d’Italia con i favori del pronostico. Wiggins si è dovuto ritirare causa il peggioramento di un’infezione polmonare, i cui sintomi sono iniziati a manifestarsi nella sfortunata tappa di Pescara. Fuori classifica e giù di morale, continuare non avrebbe avuto alcun senso.
Chi invece non ha nessuna intenzione di fermarsi è Mark Cavendish, che bissa il successo del giorno precedente, cogliendo la vittoria numero 101 in carriera. L’inglese promette di arrivare fino a Brescia con l’intento di conquistare la maglia a punti che manca alla sua straordinaria carriera. Obiettivo possibilissimo se supererà indenne le Alpi.
di Giuliano Corridori