Giornalisti precari: EdS chiede a Lei di stracciare contratti ultraleggeri e clausola di gravidanza.

0 0
Read Time4 Minute, 15 Second

Di Chiara Baldi

Non si arresta la lotta alla precarietà giornalistica avviata da Errori di Stampa e che già giovedì scorso ha illustrato i dati, drammatici, dei giornalisti precari a Roma. Infatti ieri il coordinamento romano, nato a dicembre 2009 da un gruppo di giornalisti che non si sentono più rappresentati dal sindacato unitario (Fnsi), ha scritto, sul proprio blog (http://erroridistamparm.blogspot.com/), una lettera alla Direttrice Generale della Rai Lorenza Lei. Di seguito riportiamo la lettera integrale di Errori di Stampa:

Cara direttrice,

a scriverle è un gruppo di giornalisti precari riuniti nel coordinamento “Errori di stampa”.

Quando è stata nominata come direttore generale della Rai abbiamo sperato che questo cambio al vertice nella più grande azienda editoriale italiana potesse essere il segno di una volontà di miglioramento rispetto al passato. Più precisamente, abbiamo sperato che la sua nomina fosse l’inizio di un’inversione di rotta nelle politiche interne all’azienda, anche e soprattutto nei confronti di chi, di questa azienda, è l’anima e lo scheletro insieme: i suoi lavoratori. Molti dei quali, circa 1600, sono precari.

Sappiamo che più della metà dei “precaRAI” sono giornalisti, ma è impossibile conoscere il numero esatto. La politica di via Mazzini, infatti, da anni, è quella di assumere i giornalisti che lavorano per i programmi di rete e non di testata con contratti-truffa come quelli da “consulente”, “presentatore-regista” o “programmista-regista”. Etichette dietro alle quali, nella gran parte dei casi, si celano redattori che svolgono attività puramente giornalistica. Assunti però senza uno straccio di tutela, pagati a partita iva e a puntata, a fronte di fatture in cui è vietata inserire la voce Inpgi, l’istituto di previdenza sociale giornalistica.

Non dimentichiamo la sua firma sull’accordo sindacale che stabiizza i bacini A e B di precari interni, segnale in sè positivo e rivoluzionario rispetto al passato. Ma crediamo che per parlare davvero di miglioramento nel servizio pubblico nazionale qualcosa in più debba essere fatto.

Per questo le chiediamo di porre fine al proliferare di contratti “ultraleggeri”, di sostituirli con scritture più serie, realisticamente rispondenti alle mansioni del lavoratore. E di stralciare dal testo la penosa “clausola gravidanza” contenuta al punto 10 del contratto di consulenza.

Sull’interpretazione di quel punto non ci sono dubbi: se una donna rimane incinta la Rai potrà valutare l’incidenza della gravidanza sulla produttività della lavoratrice e, se questa ne risultasse compromessa, si riserva sostanzialmente di risolvere il contratto. In Rai, quindi, l’azienda editoriale che lei dirige, non solo i giornalisti sono “consulenti”, pagati a cottimo e costretti a versare Inps o Enpals al posto dell’Inpgi. Ma hanno anche l’umiliazione di sapere che scegliere un figlio potrebbe implicare la rinuncia coatta al lavoro.

Noi riteniamo che quella clausola sia retrograda e illegale. È un ostacolo formale vergognoso al raggiungimento di condizioni di reale eguaglianza fra lavoratori (precari) e lavoratrici (precarie): una palese violazione dell’articolo 3 della Costituzione. Siamo convinti che lei non può non essere d’accordo con noi.

Per questo, Direttrice Lei, le chiediamo non solo di eliminare i contratti-truffa di consulenza, ma anche di cancellare da tutti i contratti Rai l’insopportabile “clausola gravidanza”. Sarebbe un gesto di civiltà concreto e tangibile di un direttore-donna nei confronti delle tante lavoratrici già sufficientemente umiliate da un’azienda che le paga a gettone.

Direttrice Lei, in riferimento ad Adriano Celentano presente sul palco dell’Ariston, lei ha chiesto che l’ultima sera del Festival prevalessero “buon senso e correttezza”. Noi crediamo che buon senso e correttezza debbano prevalere non solo in una serata, ma in tutte le trasmissioni e per tutti i contratti della Rai.

Restiamo in attesa di un suo positivo riscontro.

I giornalisti del coordinamento “Errori di stampa”.

La lettera è figlia dei dati pubblicati qualche giorno fa, da cui emerge una situazione drammatica anche all’interno della stessa Rai, azienda pubblica. In particolare, EdS vuole che la Lei elimini i contratti cosidetti “ultraleggeri” (cioè quelli che prevedono l’assunzione, per giornalisti, anche per mansioni che sulla carta non dovrebbero essere giornalistiche, salvo poi lavorare effettivamente da giornalisti) e soprattutto annulli la “clausola di gravidanza”. Con essa, la Rai si preserva di non rinnovare il contratto alle collaboratrici esterne a partita Iva nel caso in cui queste dovessero rimanere incinta e le loro condizioni, assimilate a «malattia, infortunio, causa di forza maggiore o altre cause di impedimento», dovessero incidere sulla produttività stessa della lavoratrice, compremettendola.

A poche ore dalla pubblicazione della lettera, è già scoppiata la bufera tra l’azienda di Stato e gli stessi precari: per la Rai, infatti, tale clausola è inesistente. Ma le storie che in questi mesi hanno raccolto ad EdS e che nei vari blog e testate minori sono state raccontate, delineano una profilo preciso: quello di un’azienda che sfrutta i lavoratori e che non li tutela neanche quando questi ne hanno davvero bisogno. L’aggravante di questa situazione è che l’azienda in questione non è una piccola azienda privata, quanto la più grande e famosa azienda pubblica. Dov’è, dunque, lo Stato da “prendere come esempio”?

Fonte foto:

http://www.lanostratv.it/wp-content/uploads/2012/02/lorenza-lei-sanremo-2012.jpg


Happy
Happy
0 %
Sad
Sad
0 %
Excited
Excited
0 %
Sleppy
Sleppy
0 %
Angry
Angry
0 %
Surprise
Surprise
0 %

Average Rating

5 Star
0%
4 Star
0%
3 Star
0%
2 Star
0%
1 Star
0%

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *