Ciclismo: Giro d’Italia, Nibali domina la corsa rosa, Di Luca positivo la macchia
Il Giro d’Italia è di Vincenzo Nibali. Il siciliano dell’Astana ha stravinto la corsa rosa, mostrando una superiorità imbarazzante. I ritiri di Wiggins ed Hesjdal lo hanno senz’altro agevolato, ma gli assenti hanno sempre torto. Il suo è un Giro d’Italia corso ad altissimo livello ed impreziosito da due vittorie di tappa, nella cronoscalata della Polsa e nell’ arrivo in salita alle Tre Cime di Lavaredo. Audace in discesa, armonico a cronometro e scattante in salita, Nibali ha spazzato via la concorrenza degli avversarsi, a cui ha inflitto distacchi abissali, specie se consideriamo che a causa del maltempo, il Giro è stato privato di 8000 metri di dislivello. Contro il suo strapotere non ha potuto nulla Rigoberto Uran, ottimo secondo, lui che era partito per fare il gregario a Wiggins, n’è Cadel Evans, che comunque aggiunge un podio al Giro alla sua straordinaria carriera. Un successo, quello di Nibali che rida credibilità al ciclismo. Il siciliano si è sempre schierato contro il doping ed è uno dei pochi corridori su cui non è mai circolato un sospetto. Per quanto fatto vedere a questo Giro d’Italia c’è solo da ringraziarlo.
VALLE MARTELLO – La tappa più difficile del Giro, che prevedeva le ascese del Gavia e dello Stelvio prima di arrivare in cima a Valle Martello viene annullata. Il maltempo stavolta vince contro gli organizzatori che devono rinunciare anche al piano B, che manteneva inalterato l’arrivo di tappa e sostituiva le due salite oltre i 2000 metri con i più morbidi Passo del Tonale e Castrin. La giornata grigia del Giro diventa nera, quando si viene a sapere della positività all’Epo di Danilo Di Luca. Il ciclista abruzzese è stato pizzicato in un controllo antidoping a sorpresa lo scorso 29 aprile ed è stato costretto ad abbandonare la corsa rosa. Il killer di Spoltore era caduto nella trappola dell’antidoping già nel 2009, quando era stato trovato positivo al Cera. Licenziato in tronco dalla sua squadra, ora rischia la radiazione.
TRE CIME DI LAVAREDO – E’ la tappa che incorona Vincenzo Nibali. Lo squalo dello Stretto ci teneva a dimostrare la sua superiorità in salita e per farlo ha scelto una tappa dal sapore epico. Un’autentica tempesta di neve si è infatti imbattuta sui corridori, che hanno dato vita ad una tappa da tregenda. L’unico a non risentire delle condizioni meteo impossibili è stato proprio il capitano dell’Astana, scattata a tre chilometri dall’arrivo, sul tratto più duro. Nessuno è riuscito a tenere il passo di Nibali che ha tagliato il traguardo stringendo il pugno. Dietro di lui il terzetto dei colombiani Duarte, Uran e Betancour, mentre a Scarponi non è riuscita l’impresa di spodestare dal podio Evans.
BRESCIA – La passarella finale incorona l’altro uomo copertina di questo Giro d’Italia: Mark Cavendish. L’inglese della Omega Farma Lotto centra la quinta vittoria in questa edizione della corsa rosa, confermando di essere imbattibile nella volate di gruppo. Quando ha potuto disputare lo sprint, l’inglese ha sempre vinto. La sua giornata perfetta è stata coronata dalla conquista della maglia rossa, assegnata al vincitore della classifica a punti. L’hanno scorso Cannonball, l’aveva persa di un solo punto da Joaquim Rodriguez, la sua voglia di fregiarsi di questo ulteriore titolo l’ha spinto a portare al termine il Giro, tacciando le malelingue che lo volevano ritirato all’inizio delle prime montagne.
Giuliano Corridori