Bowie, l’addio è il lascito di un grande artista
Ogni volta che si scrivono pezzi di questo genere è impossibile trattenere una lacrima; di artisti del calibro di David Bowie, purtroppo, se ne vedono sempre meno, vuoi perché la società ha virato verso altri generi musicali, vuoi perché i “personaggi” godono di celebrità per ragioni – troppo spesso – lontane dal semplice merito musicale.
Bowie è stato negli anni personaggio camaleontico, affascinato dalla musica di cui è stato cultore e in molti casi precursore col suo Pop non troppo pop, con i suoi alter ego quali Lo smilzo Duca Bianco, Il Major Tom – per altro protagonista di svariate canzoni – o ancora di Ziggy Stardust, tutti personaggi specchio del momento in cui Bowie si è confrontato con diverse realtà, musicali ma non solo.
Come una vera star ha segnato gli anni in cui ha fatto musica, certamente con i suoi album ma altrettanto con i personaggi da lui interpretati, certamente non estranei agli eccessi, ma al contempo “equilibrati” rispetto al periodo musicale in cui Bowie è nato (1967) e considerando l’influenza – su molti generi – che è stato in grado di offrire in quasi 50 anni di carriera una musica sempre diversa e sempre su altissimi livelli.
David Bowie, alias di David Robert Jones, nacque a Londra l’8 gennaio del 1947 e nei suoi 69 anni non ha mai smesso di essere una star, il suo ultimo disco “Blackstar” è per certi versi un ultimo saluto ai suoi fan, a distanza di tre anni dal suo ultimo lavoro The Next Day, a sorpresa, Bowie ha fatto di tutto per far uscire un ultimo album prima della sua dipartita.
Blackstar è l’ultima opera di un grande artista, e così lo descrive il suo producer storico, Tony Visconti: “He always did what he wanted to do. And he wanted to do it his way and he wanted to do it the best way. His death was no different from his life — a work of art. He made Blackstar for us, his parting gift. I knew for a year this was the way it would be. I wasn’t, however, prepared for it. He was an extraordinary man, full of love and life. He will always be with us. For now, it is appropriate to cry” (Ha fatto sempre ciò che voleva. E voleva farlo a modo suo e al contempo voleva farlo nel modo migliore. La sua morte non è differente dal modo in cui ha vissuto – un’opera d’arte. Io, comunque, non vi ero preparato. Era un uomo straordinario, pieno di vita e amore. Sarà sempre con noi. Questo è il momento giusto per piangere NdT).
Emblematico in questo senso il video di Lazarus, in cui due Bowie si confrontano e “lottano” tra la vita e la morte, tutto questo però prima che il mondo venisse a conoscenza della sua malattia e della gravità della stessa. Questo estremo saluto a Bowie è soltanto un passaggio obbligato, ma la sua musica resterà sempre come un faro – anzi – come una beer light a guidarci…
(di Francesco Galati)