Palermo, riconosciuto il diritto al segreto professionale ad una pubblicista
di Pierfrancesco Demilito
Ad un giornalista pubblicista viene riconosciuto il diritto al segreto professionale? Secondo la terza sezione del Tribunale di Palermo sì. Lo scorso 9 gennaio, infatti, la Corte ha riconosciuto alla giornalista pubblicista Maria Letizia Affronti il diritto di avvalersi del segreto professionale sulla fonte di una notizia. Avventure differenti, invece, sono capitate a Giulia Martorana e a Josè Trovato. La prima è stata condannata, per essersi rifiutata di rivelare una fonte, a 20 giorni di reclusione con il beneficio della sospensione condizionale della pena. Il secondo, invece, è ancora sotto processo.
La decisione del Tribunale di Palermo, annunciata dal sito Ossigeno per l’informazione, appare come una rilevante novità visto che il riconoscimento del segreto professionale ai pubblicisti non è affatto pacifico, anzi. L’articolo 200 del codice di procedura penale prevede, infatti, che se ne possano avvalere solo i giornalisti professionisti.
La decisione è stata presa durante il processo per abuso d’ufficio e truffa che vede imputato il sindaco Diego Cammarata e lo skipper Franco Alioto, per una vicenda denunciata dal Tg satirico Striscia la notizia. Maria Letizia Affronti è una collaboratrice della cronista, Stefania Petyx, e nel corso del processo ha rifiutato di dire alla Corte chi le aveva fornito le informazioni alla base dell’inchiesta giornalistica da cui è nata l’indagine giudiziaria che ha portato al processo ora in corso.
Sulla vicenda è intervenuto anche il presidente dell’Ordine dei giornalisti di Sicilia, Riccardo Arena, che ha definito il riconoscimento del segreto professionale alla collega Maria Letizia Affronti “un passaggio molto importante e ribadisce quanto abbiamo sempre sostenuto, e cioè che chiunque svolge attività giornalistica in forma professionale ha diritto alla tutela del segreto sulle informazioni di carattere fiduciario”.
“Ci auguriamo – aggiunge Arena – che la importante decisione del tribunale di Palermo possa essere presa a modello anche da altre autorità giudiziarie, prima fra tutte quella di Enna, che nei mesi scorsi ha condannato la collega pubblicista Giulia Martorana e che sta ancora processando l’altro pubblicista Josè Trovato, per essersi comportati allo stesso modo di Maria Letizia Affronti, il cui atteggiamento è stato ritenuto legittimo dai giudici palermitani”.