XXV Edizione del Festival del Teatro Patologico “Upside Down”
Molti gli eventi e gli spettacoli in programma dal 6 maggio al 3 luglio presso il Teatro Patologico di Dario D’Ambrosi
Dopo il successo del Festival Internazionale del Cinema Patologico, l’associazione presieduta da Dario D’Ambrosi ha presentato la XXV edizione del Festival del Teatro Patologico “Upside Down”, nel corso di una conferenza stampa alla presenza di numerosi ospiti, tra cui l’onorevole Laura Coccia.
Un programma denso di appuntamenti, che impreziosirà i fine settimana tra maggio e luglio con una varietà di incontri e spettacoli incentrati su tematiche sociali e psicologiche, capaci di toccare le corde più profonde e recondite dell’animo umano. Un festival colmo di emozioni e suggestioni, che ha preso il via il 6 maggio scorso con la serata inaugurale dedicata al ricordo di Rita Sala, giornalista e critica teatrale de Il Messaggero recentemente scomparsa, la quale ha sempre sostenuto con tenacia ed entusiasmo le attività del teatro di D’Ambrosi, esprimendo tutta la sua indignazione per l’indifferenza italiana nei confronti della realtà del Teatro Patologico, a fronte dell’esaltazione e ammirazione da parte dei paesi esteri. Un’indifferenza che, negli ultimi tempi, sembra gradualmente lasciare il posto a una maggiore consapevolezza, come testimonia la nascita del primo corso universitario al mondo di “Teatro Integrato dell’emozione”, presso l’Università degli Studi di Roma Tor Vergata.
Quello di venerdì 6 maggio è stato un appuntamento all’insegna del dolce ricordo di un’amica del Teatro Patologico , il cui ritratto è stato tratteggiato dai tanti ospiti intervenuti per lasciare un contributo personale alla memoria della giornalista: tra questi, Giorgio Brugnoli, che ha condiviso con Rita Sala l’impegno in radio per diversi anni, Danila Confalonieri, Giselda Volodi, Francesco Santalucia e i cantanti Giulia Marinelli e Papaceccio. Non ultimo, l’attore Sebastiano Somma, sempre presente agli appuntamenti del teatro di D’Ambrosi, che in questa serata speciale è stato tra i primi a rendere omaggio a Rita Sala, esprimendo la gioia di averla conosciuta e il dolore di averla persa.
Questa XXV edizione del Festival, dunque, è dedicata principalmente alla passione di tutte quelle persone che, proprio come Rita Sala, credono nelle attività dell’associazione presieduta da D’Ambrosi. Dal 6 maggio al 3 luglio, il Teatro Patologico, nella sua sede di Via Cassia, ospiterà performance dall’alto contenuto sociale ed educativo, dedicate all’esplorazione di tematiche psicologiche attraverso linguaggi diversi e drammaturgie talvolta altamente innovative e sperimentali. A partire da Agave di Marco Florio, che il 7 e 8 maggio ha proiettato il pubblico in un percorso sensoriale profondamente personale, nel quale gli spettatori/attori si sono inoltrati liberi dalla tirannia della vista, capacità sensoriale che talvolta fagocita le potenzialità degli altri sensi. Il viaggio del Teatro Patologico continuerà con Cassandra (in scena il 13, 14 e 15 maggio), opera dedicata alle vicende della sacerdotessa di Apollo, autoprodotta dagli attori del “Gruppo della Creta” e diretta da Alessandro di Murro. “Cassandra dice la verità e nessuno le crede; parla di un futuro che tutti si ostinano a non voler vedere. E in questo è molto simile al Teatro Patologico”, così il regista ha raccontato l’essenza dello spettacolo, durante la conferenza stampa di presentazione.
Tutte le proposte inserite nel programma del XXV Festival del Teatro Patologico tracciano il percorso intrapreso e sostenuto da D’Ambrosi: con stili e linguaggi differenti, i testi affrontano il tema della malattia, intesa non soltanto come disagio fisico o mentale, ma come “male” in senso assoluto. La depressione, la follia, l’indifferenza, l’ignavia, la pazzia delle guerre: sono tutti argomenti trattati dagli spettacoli del cartellone, ascrivibili certamente alla sfera della malattia fisico-mentale ma anche ai disagi quotidiani della società odierna. Emblematico, a tal proposito, è lo spettacolo che ha dato il nome all’edizione numero venticinque del Festival: Upside Down, in scena nelle date conclusive del 1, 2 e 3 luglio, è il risultato del percorso terapeutico svolto dai ragazzi disabili del Teatro Patologico e, sotto la direzione di D’Ambrosi, racconta il malessere emotivo, personale e lavorativo dell’individuo odierno, aggiogato da un disagio quotidiano capace di inibire la bellezza delle emozioni più profonde e autentiche.
“Dario riesce a portare fuori le emozioni che i ragazzi hanno dentro e che gli altri non riescono a leggere. Oggi dobbiamo riscoprire l’importanza della condivisione delle gioie e dei problemi; perché, se il problema viene condiviso da tutti, appare immediatamente diverso”. Con queste parole, l’onorevole Laura Coccia ha evidenziato il ruolo centrale del Teatro Patologico nel percorso di integrazione e accettazione sociale della disabilità. Attraverso le numerose attività ed eventi (come il Festival Upside Down) Dario D’Ambrosi affida lo spazio scenico, comunemente considerato elitario, a individui spesso esclusi dalla società e lo utilizza come arma terapeutica tanto per le persone affette da disabilità quanto per quelle etichettate come “normali”. Per i primi, il Teatro Patologico rappresenta una possibilità, nel senso più assoluto del termine; per i secondi è l’occasione per sbirciare oltre il velo di pregiudizi e finto perbenismo e aprire finalmente gli occhi su una realtà che grida il suo bisogno di integrazione e appartenenza.
(di Giulia Cara)
Fonte immagine: XXV Festival del Teatro Patologico “Upside Down”