Serie B e camorra, di nuovo l’ombra del calcioscommesse
Sono tanti i mali del calcio, uno in particolare è come un cancro che ciclicamente torna a fare capolino nella cronaca sportiva e non solo: il calcioscommesse è di nuovo sulle prime pagine del giornali.
Alla fine degli anni settanta fu il famoso totonero a ridicolizzare il calcio italiano agli occhi del mondo (il Presidente della Fgic, Artemio Franchi, si dimise dal ruolo di Presidente della UEFA che ricopriva) proprio a pochi mesi dai campionati europei giocati in Italia nel 1980. Furono i campionati del Mondo vinti poi in Spagna nel 1982 a permettere all’opinione pubblica di mettersi alle spalle la vicenda, con conseguenti condoni ai giocatori ancora squalificati (due anni in meno per tutti).
Trentuno anni dopo arriva il nuovo capitolo di una storia infame che probabilmente non verrà mai debellata dal calcio italiano. Siamo nel 2011, da Cremona e Bari partono le indagini che porteranno alla luce un giro di scommesse illecite nel mondo del calcio, con tanti giocatori ed ex giocatori di più o meno fama coinvolti. I nomi più risonanti, ovviamente, furono quelli di Antonio Conte, Bonucci, Mauri e Signori. Tra patteggiamenti e pene ridotte, tutti o quasi scontano le loro pene per poi ripartire con il solito carrozzone che è il calcio.
Non si è dovuto aspettare troppo per trovarsi di nuovo di fronte a un nuovo capitolo di questa triste storia. All’alba, di nuovo, di un’altra edizione dei campionato Europei, quelli di Francia 2016, la Serie B, che nel mentre sta vedendo disputare i playoff, si è svegliata con una nuova indagine e nuovi arresti. Questa volta di mezzo sembra esserci anche la camorra. I fatti risalgono al campionato 2013-2014 e le partite finite sotto l’occhio del ciclone sono Modena – Avellino del 17 marzo 2014 e Avellino-Reggina del 25 maggio 2014. I giocatori che secondo l’accusa avrebbero partecipato alla frode sono Armando Izzo (attualmente del Genoa ma in forza all’Avellino ai tempi dei fatti), Francesco Milesi (attualmente dell’Acireale ma giocatore dell’Avellino dal 2010 al 2014) e l’ex calciatore Luca Pini. Per i tre il rischio è il reato di partecipazione esterna ad associazione mafiosa.
La Camorra entrerebbe in gioco sotto il nome del clan “Vanella Grassi” di Secondigliano, il clan ha subito nei giorni scorsi 10 arresti e per i quali è scattata un’ordinanza di custodia cautelare al termine di un’inchiesta della Dda di Napoli sull’attività del clan su scommesse e partite di serie B. Sempre secondo l’accusa, il clan si sarebbe avvicinato all’Avellino calcio grazie alla presenza di Izzo (che ha appena terminato uno stage con la nazionale di Antonio Conte) nipote del fondatore del clan. Una situazione, quindi, in attesa di nuovi sviluppi che getta per l’ennesima volta ombre sulla credibilità del nostro calcio. Ovviamente anche la Fgic ha aperto un’inchiesta della giustizia sportiva che seguirà l’operato dell’indagine della Procura di Napoli. Amaro anche il commento di Andrea Abodi, presidente della Lega Serie B, il quale ha espresso massimo sostegno e piena disponibilità alla Procura di Napoli.
di Giulia Cara