Puglia, arriva il Reddito di Dignità (ReD)
Il governatore Michele Emiliano ha firmato l’intesa con Coldiretti, Cia, Cna e Anci: le famiglie in difficoltà potranno cominciare a presentare, con l’aiuto dei Caf e dei Comuni, le domande per l’accesso.
In Puglia debutta il Reddito di Dignità (ReD), un programma di inserimento sociale e lavorativo in cui il trasferimento monetario è accompagnato da un patto di inserimento che gli individui appartenenti al nucleo familiare beneficiario stipulano con i servizi sociali locali.
Il ReD è stato ufficialmente presentato l’ 8 luglio presso la Camera di Commercio di Bari, insieme agli avvisi pubblici destinati ai cittadini e alla campagna di comunicazione, strumento indispensabile per informare gli utenti.
Il governatore della Regione, Michele Emiliano, che il mese scorso ha stipulato l’intesa con Coldiretti, Cia (Confederazione italiana agricoltori), Cna (Confederazione Nazionale dell’Artigianato e della Piccola e Media Impresa) e Anci (Confederazione Nazionale Comuni italiani), durante la conferenza di presentazione del progetto ha sostenuto l’importanza di “redistribuire la ricchezza per poter ottenere da un lato il recupero di dignità di migliaia e migliaia di cittadini e, dall’altro, restituire un rapporto di fiducia tra comunità e istituzioni” in un’impresa che lo stesso presidente della Regione ha definito “titanica”.
Cosa è ReD
Il patto prevede una misura di welfare di circa 70 milioni di euro per le famiglie pugliesi meno abbienti, e si differenzia a seconda delle caratteristiche individuali del nucleo familiare. Il Reddito di Dignità, già dal primo anno di applicazione, potrà raggiungere circa 60.000 individui a fronte di circa 320.000 individui poveri residenti in Puglia. L’intervento sarà attuato mediante una procedura aperta o “a sportello”.
Sul portale online http://www.sistema.puglia.it/red è possibile reperire notizie utili su come poter usufruire di tale offerta. Il progetto si articola in diversi punti: cos’è il ReD, chi può beneficiarne e come, e infine vi è una sezione dedicata ai tirocini che tutti i soggetti pubblici e privati con personalità giuridica possono proporre al fine di realizzare una misura di inclusione sociale e non soltanto economica delle famiglie in difficoltà.
La misura di integrazione del reddito prevede fino a un massimo di 600 euro al mese per una platea di circa 20 mila famiglie, corrispondenti a circa 60 mila persone residenti in Puglia ogni anno. Nell’arco di 5 anni si stima di poter raggiungere la totalità della popolazione pugliese che oggi si trova sotto la soglia di povertà. La Regione Puglia ha previsto un impegno finanziario iniziale di 70 milioni (5 dal bilancio autonomo ed i restanti tra Fondo sociale europeo e diversi Fondi statali).
Chi può beneficiare del ReD?
Possono accedere tutte le persone che si trovano in difficoltà economiche e in condizione di fragilità sociale, anche temporanee, tali da vivere al di sotto delle condizioni minime per un’esistenza “accettabile”. In quest’ottica il Reddito di Dignità non mira soltanto a essere uno strumento di contrasto alla povertà, ma vuole porsi come strumento di supporto a un percorso più ampio di inclusione sociale e di accesso a nuove opportunità di inserimento sociolavorativo. Dunque, supporto economico e supporto formativo procederanno di pari passo. Per questo sarà fondato su un forte patto che unirà chi beneficia del ReD e i Servizi sociali dell’ambito territoriale di riferimento: il primo passo consiste nel registrarsi come utenti della piattaforma www.sistema.puglia.it e accedere al form on line.
Inoltre, per poter accedere al Reddito di Dignità regionale è necessario in primo luogo che tutte le persone e tutte le famiglie risiedano in Puglia da almeno dodici mesi dalla data di presentazione della domanda e che questi abbiano l’ISEE inferiore e 3mila euro annui; possono accedervi anche i cittadini comunitari, ovvero i cittadini stranieri con regolare permesso di soggiorno, ma solo se questi possono dimostrare di avere la propria residenza in un Comune pugliese da almeno dodici mesi.
I tirocini per i destinatari del ReD
Infine, sarà possibile per tutti i soggetti pubblici e privati con personalità giuridica (quindi non le persone fisiche) che possiedono autonomia operativa e abbiano almeno una sede operativa sul territorio regionale, proporre progetti di tirocini per i destinatari del ReD. Tra gli enti pubblici che potranno proporre dei tirocini ci sono le Asl, le aziende di servizi alla persona, gli istituti scolastici e museali, le agenzie pubbliche e altri.
Ciascun soggetto proponente definisce le sedi di svolgimento del progetto e dei relativi tirocini. Ogni sede indicata verrà automaticamente attribuita nel Catalogo dei “Progetti di tirocinio per l’inclusione sociale e Progetti di Sussidiarietà” dell’Ambito territoriale in cui è ubicata la stessa.
Tutto questo perché “la Puglia ritiene che il contrasto alla povertà non sia un’assistenza ma un elemento strategico per ricompattare la società e metterla tutta in campo per uscire dalla crisi economica”, come ha ribadito il Presidente Emiliano.
(di Anna Piscopo)
Sono lusingato che la mia regione (da sempre regione di accoglienza verso il fenomeno immigrazione) sia attenta ai problemi che nel quotidiano affliggono i residenti stessi. Non posso che essere fiero di questa amministrazione e del governatore che nonostante le difficoltà economiche del momento, riesca a trovare fondi da destinare a chi è più bisognoso. GRAZIE.