Rio 2016: contestazioni, paure e speranze azzurre

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Rio 2016. A Rio de Janeiro si sono aperti i XXXI Giochi Olimpici, ma lo spirito olimpico è messo seriamente alla prova dalle polemiche sull’organizzazione mosse contro il Governo e dalla paura per il terrorismo. Nel frattempo cresce l’attesa per gli azzurri a caccia di medaglie

Venerdì scorso, ha preso il via la trentunesima edizione dei Giochi Olimpici estivi che quest’anno si svolgono a Rio de Janeiro. Per la prima volta l’Olimpiade giunge in Sud America, continente che tanto ha dato allo sport e che da tanto sognava di ospitare un’edizione dei Giochi. La scelta del CIO è caduta sulla città brasiliana di Rio de Janeiro cui sono stati assegnati i Giochi nel 2009, in una finale per l’assegnazione, che ha visto la città carioca prevalere su Madrid, Tokyo e Chicago. Dopo sette anni di preparativi, nel corso dei quali il Brasile ha ospitato altri due importantissimi eventi sportivi come la Confederations Cup nel 2013 e i Mondiali di Calcio l’anno successivo, i giochi si sono aperti con una scintillante Cerimonia di apertura nel leggendario stadio Maracanã, in un clima non privo di polemiche e fra ingenti misure di sicurezza.

Le contestazioni circa l’organizzazione dei Giochi hanno origini lontane e risalgono già agli anni in cui il Paese ha ospitato la nona edizione della Confederations Cup. È stato proprio in quel periodo, fra il 2012 e il 2013, che nel Paese sudamericano, già guidato da Dilma Rousseff, è esplosa la protesta popolare nei confronti del Governo centrale, accusato di pensare troppo all’immagine internazionale del Brasile e troppo poco ai reali problemi interni del Paese. La rapida crescita economica, che ha portato il Brasile a diventare uno dei membri dei BRICS e del G20, ha lasciato sul campo una serie di questioni insolute. Dall’inquinamento alla corruzione, dall’urbanizzazione selvaggia di alcune aree del Paese alle favela, sono solo alcune delle motivazioni che hanno fomentato la protesta popolare, specchio di una nazione in cui permangono profonde contraddizioni. Protesta che, in certi momenti, è sfociata in vera e propria guerriglia urbana.

E certo a placare le manifestazioni anti governative non ha aiutato la procedura di impeachment contro il presidente Rousseff, votata dalla Camera dei Deputati e dal Senato Federale, che ha avuto come diretta conseguenza la sospensione del Capo dello Stato dalle sue funzioni. L’accusa che ha spinto il Parlamento brasiliano a decidere che fosse aperta un’inchiesta sull’operato del presidente è basata sulla presunta e al quanto probabile alterazione dei dati ufficiali del bilancio annuale del Paese. Secondo gli economisti, negli ultimi anni, l’economia brasiliana avrebbe rallentato in modo assai significativo mostrando nell’ultimo biennio i segni inequivocabili della recessione. Ciò, unito alle ingenti spese sostenute dal Paese per l’organizzazione dei Mondiali e delle Olimpiadi, avrebbe causato un enorme buco nel bilancio, malamente coperto dal Governo. Inoltre il lungo periodo di stasi istituzionale, dovuto alle lotte interne alla maggioranza e alle defezioni degli alleati della Rousseff, ha rafforzato la sensazione che il Paese si trovi in una situazione di completa deriva politica.

Se a questo aggiungiamo le polemiche relative all’organizzazione dei Giochi, le cui infrastrutture sarebbero state realizzate frettolosamente e senza adeguati standard di sicurezza (è di pochi giorni fa il crollo della pedana di accesso alle imbarcazioni nella location prevista delle prove di vela), e la dilagante paura per possibili attacchi terroristici, sembra chiaro che questa XXXI edizione delle Olimpiadi estive non è partita sotto i migliori auspici. Nelle ultime settimane, è stato l’allarme terrorismo a caratterizzare l’attesa per l’apertura dei Giochi. Della magnifica cerimonia di apertura, oltre alla magia delle coreografie che hanno animato il gigantesco palco che occupava l’intero campo del Maracanã, sono state le ingenti misure di sicurezza a essere al centro dell’attenzione dei media internazionali. Saranno quasi 90.000 le forze di sicurezza, brasiliane e non, impegnate durante i quindici giorni dei giochi.

In ogni modo ci sono le speranze di medaglia degli azzurri e l’innegabile glamour sportivo che circonda i Giochi, che ci permettono di smorzare la tensione legata a tutte le polemiche e le ansie che hanno segnato e segneranno Rio 2016. Il nuoto, la scherma, il pugilato e tanti altri sport potrebbero far sì che la delegazione azzurra porti a casa quelle venti medaglie, che il presidente del CONI Malagò a decretato come obiettivo minimo per questa XXXI edizione dei Giochi. Certo le defezioni sono tante e molti sono stati i problemi che hanno caratterizzato le ultime settimane prima dell’apertura. Dal caso Schwazer all’infortunio del campione europeo di salto in alto Gianmarco Tamberi, non dimenticando le polemiche per l’esclusione di alcune gare importanti come il fioretto femminile a squadre, che tanto ha dato al medagliere olimpico italiano nelle passate edizioni. Se dovessimo fare qualche nome, di certo non potremmo non citare Gregorio Paltrinieri, campione mondiale dei 1500 stile libero, la grandissima Tania Cagnotto e la portabandiera azzurra Federica Pellegrini. Tante speranze dunque, ma anche le prime delusioni per la caduta di Vincenzo Nibali a 10 chilometri dal traguardo nella gara di ciclismo in linea, gara dominata dal campione italiano, e per l’oro mancato di Rosella Fiamingo battuta dall’ungherese Szász nella finale della spada individuale femminili. Tuttavia, siamo solo all’inizio e l’augurio è che queste XXXI Olimpiadi vengano ricordate nei prossimi anni per le grandissime prove sportive, in particolare quelle dei nostri azzurri, e non tanto per le polemiche politiche e la paura legata al terrorismo, che niente hanno a che spartire con il vero spirito olimpico.

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