Clinton- Trump: Hillary trionfa ancora
Verso l’election day. L’ultimo dibattito televisivo ha confermato la tendenza diffusa
Hillary Clinton trionfa nei “faccia a faccia” televisivi in vista delle elezioni del prossimo 8 novembre. Secondo il sentiment imperante, infatti, anche l’ultimo confronto di mercoledì 19 ottobre all’università del Nevada a Las Vegas è stato vinto dalla candidata democratica, proprio come i precedenti.
Le proposte di legge sul controllo delle armi, le prossime nomine dei giudici della Corte Suprema, l’aborto, la politica estera, l’immigrazione, l’economia: il dibattito di un’ora e mezza, moderato dal giornalista di Fox News Chris Wallace ha visto i due candidati confrontarsi sulle grandi tematiche dell’attualità. Un argomento in particolare ha surriscaldato il clima del confronto introducendo, passo passo, toni sempre più accesi: la recente diffusione da parte di Wikileaks di materiale della campagna della Clinton. Partendo da una domanda di Wallace circa il desiderio di un “mondo senza confini”, a cui la Clinton ha fatto riferimento in uno dei discorsi privati pubblicati, il dibattito ha cambiato letteralmente forma, passando da un confronto pacato ad un vero e proprio “duello”.
La candidata democratica, infatti, dopo aver spiegato l’affermazione ha accusato Trump di avere legami politici e commerciali con la Russia, accusata di aver ordinato attacchi informatici contro la Clinton e il partito che rappresenta. Da lì, il confronto ha mantenuto le fattezze dello scontro mostrando, soprattutto, la debolezza di Donald Trump. Il candidato repubblicano, infatti, ha perso sempre più il controllo di sé stesso e delle sue risposte, fino a giungere all’affermazione (totalmente controproducente per la sua posizione) di contrarietà nei confronti degli accordi internazionali di libero scambio introdotti da Ronald Regan, forse il più popolare presidente nella storia degli Stati Uniti.
Una Clinton sicura, padrona della situazione e degli argomenti. Un Trump inizialmente pacato ma progressivamente sempre più in difficoltà, nervoso, sconnesso e aggressivo. Questa è la panoramica emersa dal dibattito finale tra i due candidati alla presidenza della Casa Bianca. L’ultimo appuntamento conferma, di fatto, la tendenza già anticipata dai sondaggi realizzati dagli istituti più accreditati e seguiti: nei giorni antecedenti il dibattito del 19 ottobre Upshot, il blog del New York Times curato da Josh Katz, individuava una percentuale dell’89% di possibilità per Hillary e una dell’11% per Trump; stessa linea per FiveThirtyEight di Nate Silver che, in merito al voto popolare, dava Trump in svantaggio con il 42.7% contro il 48.9% della Clinton.
Dopotutto, tralasciando qualsiasi giudizio di merito sulle rispettive linee politiche e analizzando esclusivamente lo stile utilizzato dai due candidati, appare evidente lo scarto che sapara Donald Trump da Hillary Clinton. La candidata democratica, infatti, è riuscita in diverse occasioni a ribaltare un possibile argomento critico in un punto di forza da utilizzare contro l’avversario. E’ accaduto, per esempio, quando Trump ha attaccato Hillary sostenendo che sia stata coinvolta per molto tempo in decisioni essenziali per il Paese, rivelatesi sbagliate; accusa a cui la Clinton ha risposto sottolineando la differenza tra le sue esperienze passate e quelle di Trump: quando lei era in Senato, lui era in un reality show, per dirne una.
La risposta più efficace della ex Segretaria di Stato, tuttavia, è emersa durante il confronto relativo alle accuse di molestie rivolte all’imprenditore statunitense da una decina di donne: «Trump pensa che umiliare le donne lo renda più forte», ha commentato la Clinton. «Prende di mira la loro dignità, la loro autostima: e non penso che al mondo esista una donna che non sa cosa si provi in questi casi».
Il candidato repubblicano, d’altra parte, ha dimostrato di non avere la stessa capacità di reazione positiva, manifestando nelle risposte più critiche un nervosismo, un pressapochismo e un’arroganza del tutto sconvenienti per un probabile presidente degli Stati Uniti. Il dubbio circa l’accettazione dell’esito delle elezioni è un esempio dell’incapacità di Trump di sostenere un dibattito con argomentazioni valide e concrete. Il repubblicano, infatti, ha affermato durante il confronto che probabilmente non accetterà il risultato delle elezioni, in caso di vittoria della Clinton, a causa di alcune presunte irregolarità individuate nel processo elettorale.
E’ stata un’affermazione inaspettata e ambigua dal momento che, proprio un’ora prima del dibattito, il candidato vicepresidente repubblicano Mike Pence aveva assicurato che lui e Trump avrebbero accettato l’esito delle elezioni. Lo stesso Trump, dopotutto, lo aveva dichiarato alla fine del primo dibattito. Senza contare che, come hanno notato in molti, è la prima volta che un candidato alla Casa Bianca mette in dubbio la regolarità del meccanismo elettorale.
A questo momento imbarazzante e surreale, si è poi aggiunta la definizione di “nasty woman” (donna brutta, disgustosa) dedicata a Hillary Clinton: un insulto che esula completamente dal terreno politico-sociale del confronto e che potrebbe minare pericolosamente gli ultimi giorni di campagna elettorale del candidato repubblicano.
Donald Trump, dunque, sembra confermare occasione dopo occasione l’immagine tutt’altro che positiva emersa con un’evidenza sempre maggiore. E, all’indomani dell’ultimo faccia a faccia, i sondaggi più accreditati confermano la tendenza imperante: Hillary domina nei confronti faccia a faccia. Un dato che, a tre settimane dal voto, rappresenta senza dubbio un indice di valutazione non indifferente.
Fonte immagine: rainews.it
(di Giulia Cara)