Alluvione in Piemonte. La lezione del ’94 ha salvato la regione
Alluvione in Piemonte. Alla fine dell’allerta rossa, il bilancio dimostra quello che il Piemonte ha imparato dal’alluvione del ’94
Venerdì 25 novembre, è finita in Piemonte la fase di allerta rossa per maltempo. A comunicarlo la Regione Piemonte con un comunicato stampa. Erano attese in serata la piena del Po a Torino e la piena del Tanaro ad Alessandria. Nel week end solo a Moncalieri ci sono stati danni e l’evacuazione preventiva di oltre 1500 persone, a causa della piena a sorpresa del torrente Chisola.
In centro a Torino la piena ha invaso i Murazzi, sciogliendo dagli ormeggi i battelli per turisti, Valentino e Valentina, che sono stati portatati alla deriva dai flutti e sono poi affondati. In giornata sono stati chiusi anche i ponti sul fiume Dora, mentre tutte le strutture pubbliche, erano pronte all’evacuazione.
È stata una settimana impegnativa per il Piemonte, con la pioggia che non cessava di cadere e i fiumi che continuavano ad ingrossarsi. Il bilancio è stato molto meno grave di quanto ci si sarebbe potuti aspettare: solo una vittima nel Torinese, nessuna nelle zone già devastate dall’alluvione del 1994.
Nel 1994, nonostante ci fosse stato tutto il tempo di avvisare e avvertire della piena in arrivo, a causa della chiusura degli uffici, l’allarme inviato in prefettura dall’allora sindaco di Ceva venne ignorato. Morirono 22 persone nella sola Val Tanaro. Ci furono altre 50 vittime ad Alba, nel Monregalese e ad Alessandria.
Lo scenario meno drammatico post evento è dovuto certamente a quanto quell’esperienza ha insegnato agli amministratori locali e a una maggiore consapevolezza del rischio. Nel 1994 il sistema di protezione civile in provincia di Cuneo non su dimostrò preparato all’alluvione. Le comunicazioni delle allerte, allora, passavano dagli uffici della prefettura e della provincia via fax, non esisteva una reperibilità telefonica. Adesso d’inverno le precipitazioni vengono monitorare e le allerte trasmesse costantemente. I cambiamenti per la sicurezza hanno coinvolto anche ponti storici che sono stati adattatu con un’arcata sola, contro le quattro di media del ’94. La struttra odierna dei ponti offre così meno resistenza all’acqua e consente maggiore possibilità di deflusso.
La chiusura preventiva di scuole e di edifici pubblici ha evitato vittime, ma rimangono sempre i danni con cui fare i conti. Ma gli abitati della zona ormai sanno che con determinate forze della natura non si può fare altro che convivere. Se la popolazione non fosse stata preparata e il sistema di protezione civile locale non si fosse organizzato così come ha fatto, in tutto il Piemonte si sarebbe forse sfiorata la strage.
Anche l’evacuazione improvvisa di Moncalieri ha dimostrato che in questi casi la preparazione è tutto. Si può convivere con le calamità in zone a rischio meteo-idro, l’importante è non farsi cogliere di sorpresa.
(di Francesca Parlati)