Formula 1, Gp di Australia: il primo urlo è di Rosberg. Ricciardo secondo ma poi squalificato, out Vettel ed Hamilton
Chi voleva stravolgimenti nella nuova Formula 1 è stato accontentato già dalla prima uscita stagionale in Australia. Ma gli stravolgimenti non hanno avuto effetti in grado di abbattere la noia, anzi, di noia a Melbourne ce n’è stata parecchia, mista ad una bella razione di confusione, prima durante e dopo la gara.
Ha vinto la Mercedes, per molti quella sbagliata, ovvero la numero 6 di Nico Rosberg, partito dalla terza casella dello schieramento e indicato da tutti come scudiero del favorito per il titolo, Lewis Hamilton che, inoltre, partiva in pole position. Bravo Rosberg ad approfittare dei guai del compagno di squadra che dopo quattro giri è stato messo ko da problemi tecnici, seguito a ruota da Sebastian Vettel che partiva dodicesimo ed era in odore di rimonta. La voce grossa, anche in Red Bull l’ha fatta la seconda guida, ovvero Daniel Ricciardo, idolo di casa in Australia, secondo in qualifica e secondo pure in gara, salvo poi vedersi ritirare il premio dalla giuria, ovvero dai commissari, per eccessivo consumo di carburante, altra rivoluzione assai discutibile in questo anno zero della Formula 1. Secondo diventa così il piccolo Kevin Magnussen, all’esordio totale in categoria, sicuro e brillante come un veterano al volante dell’ottima McLaren che, complice la squalifica di Ricciardo, piazza entrambe le monoposto sul podio col quarto posto di Button che si tramuta in terzo. Va da sè che pure il quinto posto di Alonso, anonimo e con una Ferrari meno competitiva del previsto, avanzi di una posizione. A proposito di casa Maranello, sesto posto per uno scialbo Raikkonen, ancora poco a suo agio con la rossa, come dimostrato anche in qualifica con lo schianto in Q2. Agrodolce il pomeriggio australiano per la Williams: di positivo c’è il quinto posto di Bottas, mentre le note dolenti arrivano da Felipe Massa, suo malgrado speronato dalla Caterham di Kobayashi, tornato in Formula 1 a furor di popolo, finanziato da una petizione online dei suoi sostenitori, ma apparso arrugginito e allo stesso tempo irruente, tanto da causare il ritiro proprio e dell’incolpevole brasiliano. Male, anzi malissimo, anzi ancora peggio di malissimo, le Lotus: disastrose in qualifica (ultima fila per Grosjean e Maldonado) e costrette ad un mesto doppio ritiro in gara. La più evidente delusione di quest’inizio di stagione, la Lotus; vettura inguidabile, lenta e con meno affidabilità di una zattera di fortuna. Punti iridati all’esordio anche per il russo Kvyat, al volante di una discreta Toro Rosso.
Ora le scuderie hanno due settimane per capire ancor di più questa nuova e bizzarra stagione, per rincorrere un mondiale che ad oggi di sicuro ha soltanto tanta incertezza. In Malesia sapremo e vedremo, ancora due settimane e sarà di nuovo Formula 1.
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Marco Milan