Serie A. Top e Flop. La Juve chiama e il Napoli risponde. Gioia Milan, crisi Inter
La ventiduesima giornata di campionato va in archivio con le immagini di festa della Milano rossonera, che in un derby dall’importanza capitale si regala una vittoria che rischia marchiare indelebilmente la stagione di ambo le compagini. I gol di Alex, Bacca e Niang sono le ultime emozioni di un turno caratterizzato da 26 marcature e tanti risultati importanti lungo l’intera due giorni.
TOP
1 – LA LOTTA SCUDETTO
Dopo una lunga prima fase di stagione, nella quale alla lotta scudetto pareva fosse iscritto un novero di almeno cinque squadre, il nuovo anno ha fatto rivelato in maniera ad oggi indiscutibile che a giocarsi il tricolore saranno Napoli e Juve: i bianconeri aprono la domenica demolendo a domicilio il ChievoVerona, confermando con il dodicesimo successo in campionato di trovarsi letteralmente in stato di grazia. Unica nota stonata, fino ad oggi, della rimonta juventina, Morata sembra essere uscito dal tunnel imboccato in autunno; l’ex-canterano del Real può diventare da qui a fine stagione l’asso nella manica di Max Allegri, che potrà contare sulla voglia di rivincita di uno degli uomini simbolo della Juve che sfiorò il Triplete nella scorsa stagione.
Il Napoli vola sulle ali di un entusiasmo contagioso, quello di una piazza che dai tempi di Maradona non accarezzava così concretamente un sogno che a Napoli ancora hanno timore di chiamare per nome. Contro l’Empoli lo spavento di un inciampo inatteso dura un amen, il tempo di permettere a Higuain di trovare l’ennesima perla stagionale; scintillante nella manovra offensiva, il Napoli si conferma una devastante macchina da gol, chiamata a Torino alla vigilia di San Valentino ad un esame di Laurea che si ha l’impressione potrà dire molto sulle sorti di questo campionato.
Un dualismo tanto incerto quanto appassionante, destinato ad accompagnarci lungo uno dei campionati più emozionanti delle ultime stagioni.
2 – MILANO E’ ROSSONERA
Se la roboante vittoria della Juventus a Verona aveva aperto col botto la domenica calcistica, ci pensa il Milan a chiuderla in maniera altrettanto fragorosa. Nel derby “della Madonnina” i rossoneri scendono in campo con il coltello tra i denti, e schiantano 3-0 un Inter in caduta libera. Come ogni derby che si rispetti non manca l’”eroe” per caso, che questa volta ha le sembianze rocciose di quell’Alex bravo a trovare la coordinazione per la capocciata vincente che poco dopo la mezz’ora scardina gli equilibri di una gara frizzante. Gli dei del calcio prendono sotto la propria ala protettrice i rossoneri, salvati dal legno in occasione del rigore fallito da Icardi, prima che Bacca e Niang mandino in Paradiso il Diavolo. La vittoria nel derby, per definizione, vale più dei 3 piccoli passi avanti in classifica; è quanto spera Mihajlovic, che sull’onda del ritrovato entusiasmo culla, senza dirlo troppo forte, legittime ambizioni di rimonta europee.
3 – L’ADDIO DEL TANQUE
Minuto 82 di Atalanta-Sassuolo, secondo anticipo del ventiduesimo turno di campionato: tra le fila degli orobici, Borriello rileva Denis. Un attaccante per un attaccante, un cambio apparentemente normale, che scrive però un pezzo di storia atalantina: più che per Borriello, che entrando sul terreno di gioco esordisce in maglia bergamasca, per “el Tanque” Denis all’ultima presenza con la maglia nerazzurra. Miglior marcatore straniero in Serie A con la maglia atalantina, forte di un bottino di 56 reti l’argentino ha lasciato nel cuore dei suoi sostenitori un marchio di quelli indelebili, delineato oltre che dalle tante marcature da un impegno e da una professionalità mai venute a mancare. Suerte Tanque, Bergamo ti riserverà nel suo cuore il posto che, di diritto, riserva a chi ha dato tutto per la causa atalantina.
FLOP
1 – L’ALTRA FACCIA DI MILANO
Schiacciasassi inaffondabile per quasi quattro mesi di campionato, l’Inter di Roberto Mancini sembra gradualmente colare a picco: reduce dallo 0-3 dello Juventus Stadium di Coppa Italia, la squadra nerazzurra è stata infatti travolta per 3-0 dal Milan nel derby della Madonnina, che ha forse posto una pietra tombale sulle speranze di Icardi e co. di inseguire un insperato tricolore. Il derby, ad onor del vero, ha penalizzato aldilà dei propri demeriti la formazione di Mancini, che sul rigore fallito da Icardi ha di fatto visto girare irrimediabilmente la gara. Il pesante rovescio segue però i passi falsi registrati, in campionato, con Lazio, Carpi e Atalanta: due punti in quattro gare sono un segnale d’allarme inequivocabile, che spinge Mancini a trovare un rimedio al momento no della sua Inter. Dalla mancanza di un regista, alla difficoltà di trovare un assetto definitivo in avanti, tante sono le problematiche di una formazione, quella meneghina, che vede sfrecciare lontano Napoli e Juventus subendo anche il sorpasso della Fiorentina: il tempo per rimediare non manca affatto all’ex-capolista, che deve trovare la forza di rialzare la testa e tornare ad essere la squadra cinica e spietata ammirata per tre mesi.
2 – HELLAS VERONA, DOV’E’ LA VITTORIA?
22 gare senza riuscere a centrare un successo: se non è un record, poco ci manca. E’ il triste riassunto del campionato 2015/16 dell’Hellas Verona, che passato da 3 giornate il giro di boa del campionato è desolatamente ultimo in graduatoria, con un gramo bottino rappresentato da 11 pareggi ed 11 sconfitte in 22 gare di campionato. A 12 lunghezze di distanza dalla Sampdoria quart’ultima, la salvezza pare un’utopia per la formazione gialloblù, che per raccimolare un quantitativo di punti simile ad oggi ci hanno impiegato più di un girone. Difficile da spiegare una stagione così disastrosa per i veronesi, sempre tratti fuori dalle torbide acque della zona rossa dalla classifica con discreta tranquillità da Mandorlini; priva dei gol del capocannoniere dello scorso campionato, Luca Toni, l’Hellas Verona è la copia sbiadita della bella realtà di provincia che nelle scorse stagioni era stata capace di togliersi diverse soddisfazioni. La stagione sembra segnata irrimediabilmente, nonostante con l’arrivo di Delneri l’Hellas non abbia mai sfigurato; avanti a suon di pareggi la risalita è però proibitiva, anche perchè purtroppo le belle prestazioni e le pacche sulle spalle fanno forse morale, ma non punti in classifica.
3 – UNA DORIA DOUBLE-FACE
Che per la Sampdoria ripetere la strepitosa stagione passata sarebbe era evidente a molti già in estate, all’indomani del clamoroso rovescio interno con il Vojvodina nei preliminari di Europa League; che alla ventiduesima giornata di campionato la formazione del presidente Ferrero si sarebbe ritrovata quart’ultima in graduatoria, in pochi sarebbero arrivati a supporlo. Eppure la partenza con Zenga era stata incoraggiante, con una Samp intensa ed agonisticamente cattiva che, grazie anche ad alcune ottime prestazioni, galleggiava tranquillamente a metà classifica. Con Zenga il rapporto si è interrotto bruscamente dopo un primo filotto negativo, e grandi aspettative erano riposte in Vincenzo Montella; 2 vittorie, 1 pari e 7 sconfitte il misero bottino raccimolato dall’Areoplanino fin qui. La sensazione è che la Samp ereditata da Montella fosse una squadra costruita a “misura di Zenga” e di un calcio molto fisico, piuttosto che di una più ragionato come quello professato dall’ex-allenatore della Fiorentina. Ne deriva una squadra che, ancora ibrida, sta assimilando i dettami del proprio nuovo allenatore cominciando a far vedere a sprazzi un gioco gradevole in avanti, ma con una retroguardia assimilabile ad uno scolapasta, da registrare a tutti i costi da qui a fine stagione. In questo contesto va ad inserirsi un mercato a dir poco movimentato, che ha privato Montella di Eder e Zukanovic tenendo ancora con il fiato sospeso per Soriano, mentre da inserire nei meccanismi blucerchiati sono arrivati Dodò, Sala e , probabilmente, Quagliarella. Una situazione non facile per Montella, che si ritrova a dover “riassemblare” la squadra a campionato in corso.
(di Michael D’Costa)
22.ma di A
Sabato 30/01/2016
Carpi – Palermo 1-1 (Gilardino, Mancosu)
Atalanta – Sassuolo 1-1 (Berardi, Denis)
Roma – Frosinone 3-1 (Nainggolan, Ciofani, El Shaarawy, Pjanic)
Domenica 31/01/2016
Chievo Verona – Juventus 0-4 (Morata, Morata, Alex Sandro, Pogba)
Napoli – Empoli 5-1 (Paredes, Higuain, Insigne, Camporese (aut), Callejon, Callejon)
Bologna – Sampdoria 3-2 (Mounier, Donsah, Muriel, Correa, Destro)
Genoa – Fiorentina 0-0
Udinese – Lazio 0-0
Torino – Hellas Verona 0-0
Classifica
Napoli 50
Juventus 48
Fiorentina 42
Inter 41
Roma 38
Milan 36
Sassuolo 33
Lazio 32
Empoli 32
Bologna 29
Torino 27
Chievo Verona 27
Atalanta 27
Palermo 25
Udinese 25
Genoa 24
Sampdoria 23
Carpi 19
Frosinone 16
Hellas Verona 11