Tennis, finisce il regno di Djokovic: Andy Murray nuovo numero 1 del mondo
Bilancio di festa totale per lo scozzese del mondo del tennis al termine della settimana dedicata al torneo di Parigi Bercy. Andy Murray ha sconfitto in finale lo statunitense Isner in tre combattuti set ma ha soprattutto conquistato la vetta della classifica mondiale per la prima volta in carriera.
Il nuovo numero uno del mondo aveva già festeggiato il primato mondiale dopo la vittoria, senza giocare, in semifinale contro Raonic (ritirato per infortunio). Si tratta del ventiseiesimo numero uno del mondo da quando esiste la classifica Atp stilata al computer. Il coronamento di una carriera fantastica costruita con il talento, ma soprattutto con il carattere e con il duro lavoro. Lo scozzese è sempre stato un tennista molto forte sulle superfici veloci, ma piuttosto insicuro sulla terra rossa, terreno che lo ha sempre fatto sentire inferiore rispetto ai suoi storici avversari (Djokovic, Nadal e Federer).
Ma come spesso accade, la svolta è arrivata proprio sul terreno meno amato: dal successo terraiolo di quest’anno a Roma in finale contro Novak Djokovic, Andy ha infilato una straordinaria serie di vittorie, mettendo in fila i trionfi a Wimbledon, alle Olimpiadi di Rio (seconda medaglia d’oro consecutiva dopo Londra 2012), a Pechino, a Shangai e infine proprio a Parigi, sul cemento dell’ultimo Master 1000 della stagione. Un filotto di risultati che gli ha permesso di recuperare ben 9.025 punti di distacco dall’ex numero uno del ranking Novak Djokovic e di diventare il secondo giocatore più vecchio della storia a conquistare la vetta della classifica Atp a 29 anni e 5 mesi. Solo John Newcombe era riuscito a conquistare il tetto del mondo in età più avanzata, a 30 anni e 11 mesi. Sinceri sono arrivati i complimenti di Novak Djokovic: “Si merita il primo posto e anche tutto il mio rispetto. Quello che è riuscito a fare quest’anno è qualcosa di eccezionale”. Ad incoronarlo è stato anche il numero uno per eccellenza, Roger Federer, tramite un post su twitter.
Stupore, felicità e grande orgoglio invece nelle parole del protagonista assoluto del 2016: “Mai avrei pensato di raggiungere un risultato del genere, ho avuto davanti a me tre dei più forti giocatori di sempre. All’inizio della mia carriera ho sempre voluto vincere uno Slam, ma con il passare degli anni, diventare numero uno era qualcosa che avevo cominciato ad inseguire”. La vittoria su Isner è la ventesima consecutiva dopo l’eliminazione agli US Open e l’ottava su otto gare contro il malcapitato giocatore a stelle e strisce. Adesso che guarda tutti dall’alto, Andy Murray è l’uomo da battere anche nell’ultimo grande appuntamento annuale, quello del Master di fine anno, uno dei pochi tornei che ancora non è riuscito a mettere in bacheca. Un tassello che potrebbe consacrarlo come uno dei più grandi di sempre, proprio come gli altri tre suoi storici rivali.
di Giovanni Fabbri