NBA, All Star Game: ecco i quintetti
Ci siamo anche per quest’anno sono stati svelati i quintetti dell’All Star Game, il sessantacinquesimo che dopo soli tre anni tornerà a New Orleans. Ma se entreremo nello specifico riguardo all’evento nelle prossime uscite, oggi ci troviamo ad analizzare i quintetti base. Sappiamo bene che non esiste più la NBA che ci raccontavano gli zii più grandi o i papà, ma non è neanche più quella che vedevamo fino a qualche anno fa ed a farne le spese è stato anche l’All Star Game.
La gara delle stelle ormai è diventata davvero solo una vetrina e se un tempo si diceva che se ci si fosse trovati negli ultimi 5 minuti con il risultato in bilico sarebbe stata partita vera, già da qualche anno non è più così, una conferma sono proprio i risultati degli ultimi tre anni 163-155 nel 2014, 163-158 nel 2015 ed infine 196-173 lo scorso anno. Ma davvero gli americani si divertono a vedere questi match? Di certo i giocatori sembra si risparmino molto durante la partita soprattutto i più forti come LeBron James e Stephne Curry. Però tutti ancora oggi ci tengono ad esserci, non solo ad essere big tra i big, ma anche ad essere riconosciuti tali e l’unico modo è far parte dell’All Star Game.
La NBA però, forse spaventata per quello che è successo la scorsa stagione ha cambiato le carte in tavola, se prima i quintetti erano scelti interamente dal voto popolare, oggi il voto del pubblico (su ogni social immaginabile) ha un peso specifico, il 50% del totale dei voti, 25% è stato per la prima volta nella storia scelto dagli stessi giocatori della NBA che potevano anche autovotarsi o votare i propri compagni ed il restante 25% delle preferenze sono state attribuite a dei giornalisti selezionati dalla lega americana. Quindi, mentre di settimana in settimana la NBA forniva i dati relativi ai voti del pubblico, giornalisti e giocatori sovvertivano per la prima volta nella storia le decisioni del “pubblico sovrano”.
Andiamo quindi a vedere i quintetti che sarebbero stati ufficializzati con il vecchio (e più democratico) regolamento. Ad Est: Irving e Wade come guardie e per il froutcourt LeBron James, Antetokounmpo e Embiid. Ad Ovest: Curry ed Harden come guardie e per il froutcourt Durant, Pachulia e Leonard. Ora confrontiamoli con i quintetti votati dai giocatori, ad Est: Irving, Thomas, LeBron James, Antetokounmpo e Butler ed ad Ovest: Westbrook, Harden, Durant, Leonard e Davis. Infine ecco i quintetti dei giornalisti: Est Thomas, DeRozan, LeBron James, Antetokounmpo e Butler, Ovest Westbrook, Harden, Durant, Leonard e Davis.
Andando a sommare i totali abbiamo queste squadre ufficiali:
EASTERN CONFERENCE
Le guardie saranno Kyrie Irving (Cleveland Cavalier) e Demar DeRozan (Toronto Raptors), fuori quindi Wade più votato dal pubblico, comunque ci troviamo a due guardie della prima e della seconda della conference orientale, per il froutcourt saranno nel quintetto base LeBron James (ma su di lui non c’era nessun dubbio essendo il più votato in ogni caso), Giannis Antetokounmpo unico europeo negli starting five The Greak Freak nonostante i suoi Bucks oggi sarebbero fuori dai playoff ed infine al posto di Embiid preferito dal pubblico grazie ai voti di giocatori e giornalisti ci sarà Butler dei Chicago Bulls.
WESTERN CONFERENCE
Nonostante giocatori e giornalisti non lo avevano messo tra le guardie il pubblico ha premiato con un plebiscito l’ultimo MVP NBA Stephen Curry, accanto a lui James Harden per le guardie, in froutcourt ci sarà il compagno di squadra di Curry Kevin Durant accompagnato da Leonard dei San Antonio Spurs e Davis dei Pellicans.
Chi rimane fuori?
Soprattutto Westbrook, la guardia degli Oklahoma City Thunder sta disputando una delle migliori stagioni della storia di questo campionato e nonostante abbia dichiarato che non gioca per questi riconoscimenti, ma per vincere un anello, tutta la NBA si è mobilitata per quanto accaduto, in particolare il compagno di squadra Kanter ha fatto notare sul suo profilo Twitter che: tutti i giocatori nei quintetti a questo All Star Game hanno messo a referto una tripla doppia 19 volte ed il solo Westbrook ne ha compiute 21. Altro giocatore su cui voglio soffermarmi è Zaza Pachulia, è evidente non sia del livello di un All Star e quando per gioco Nowitzki lo scorso anno chiese di dirottare tutti i voti dei propri fans su di lui la risposta fu inimmaginabile, portando il Georgiano (della Georgia ex repubblica sovietica e non della Georgia tra i 50 stati a stelle e strisce) molto vicino ad entrare nel quintetto base della partita delle star e superato l’impeachment dello scorso anno la NBA è corsa ai ripari dando solo il 50% del potere al pubblico, non fosse così oggi Pachulia avrebbe un biglietto pronto per New Orleans.
Cosa accadrà ora per completare le rose?
Le regole non sono cambiate per quanto riguarda l’allestimento del resto delle rose dell’All Star Game, saranno i coach a decidere le altre 14 stelle del 2017, 7 per la Eastern Conference e 7 per la Western Conference. L’allenatore che sederà invece sulla panchina di queste squadra, sarà come da sempre avviene quello che nella sua Conference avrà il miglior record, in ad oggi Lue (Cleveland Cavaliers) e Smith (Golden State Warriors), poiché però il coach non può per regolamento essere per due anni di seguito lo stesso la guida dei Cavs sarebbe sostituita dal secondo in classifica, oggi Dwane Casey dei Toronto Raptors.
(di Flavio Sarrocco)