Scuola a prova di privacy: il Garante detta le regole contro le violazioni

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È un opuscolo di 40 pagine rivolto a studenti, famiglie e insegnanti lo strumento scelto dall’Autorità garante per la privacy per disciplinare l’uso delle nuove tecnologie nelle aule e fermare il fenomeno del cyberbullismo.

Un vero e proprio vademecum per sensibilizzare e favorire una maggiore consapevolezza nell’utilizzo delle nuove tecnologie a scuola. Uno sforzo concreto compiuto dall’Autorità per difendere i diritti, sia nella dimensione online che offline, attraverso una scuola “a prova di privacy” e aiutare così studenti, famiglie, professori e la stessa amministrazione scolastica a muoversi agevolmente nel mondo della protezione dei dati.

Per sapere cosa e come può essere pubblicato nelle bacheche fisiche delle scuole, ma anche sulle piattaforme virtuali e i social network, l’opuscolo sarà inviato in formato digitale a tutte le scuole pubbliche e private e potrà essere richiesto in formato cartaceo al Garante o scaricato direttamente dal sito.

“Le scuole – ha fatto sapere Antonello Soro, presidente dell’Autorità garante per la protezione dei dati personali, presentando il vademecum – sono chiamate ogni giorno ad affrontare la sfida più difficile, quella di educare le nuove generazioni non solo alla conoscenza di nozioni basilari e alla trasmissione del sapere, ma soprattutto al rispetto dei valori fondanti di una società”. “Nell’era di Internet e in presenza di nuove forme di comunicazione e condivisione – ha spiegato Soro – questo compito diventa ancora più cruciale. È importante riaffermare quotidianamente, anche in ambito scolastico, quei principi di civiltà, come la riservatezza e la dignità della persona, che devono sempre essere al centro della formazione di ogni cittadino”.

Il vademecum non solo ribadisce alcuni dei principi fondamentali del trattamento dei dati personali di studenti e personale scolastico, come ad esempio il fatto che i voti e i risultati degli esami siano pubblici, ma si focalizza anche sulle modalità di gestione pratica dei dati che circolano ormai tramite mobile all’interno e all’esterno delle aule. Se gli studenti rappresentano spesso l’avanguardia tecnologica all’interno della scuola, essi devono anche essere consapevoli che le proprie azioni in rete possono avere conseguenze, anche spiacevoli e prolungati, nella loro vita “reale” ed in quella degli altri: un chiaro riferimento ai fenomeni di cyberbullismo, discriminazione e sexting. Già oggetto d’attenzione del Garante, con il vademecum l’intento è combattere queste dinamiche proprio ribadendo all’interno dell’opuscolo come le scuole debbano disciplinare l’uso dei telefonini durante le lezioni, avendo anche facoltà di vietarli, e ponendo l’accento sulla necessità di chiedere sempre l’autorizzazione alla pubblicazione su Internet di immagini o video che riprendono altre persone.

Il vademecum riporta anche alcuni riferimenti specifici ai nuovi sistemi di messaggistica istantanea al fine di prestare “attenzione in caso si notino comportamenti anomali e fastidiosi” e ribadisce che “il diritto-dovere di informare le famiglie sull’attività e sugli avvenimenti della vita scolastica deve essere sempre bilanciato con l’esigenza di tutelare la personalità dei minori”.

Un monito alla scuola, ma anche alle famiglie, utile ad evitare che le nuove tecnologie aumentino le diatribe scuola-genitori e capace, al contrario, di favorirne la cooperazione proprio attraverso la promozione del rispetto delle regole e la facoltà di poter dare il “buon esempio” operando un uso genitoriale e scolastico “consono” delle stesse tecnologie.

(di Annalisa Spinelli)

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